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Tavolo pensioni, al centro la previdenza complementare. Le richieste di Cgil Cisl Uil: Incentivare le adesioni ai fondi negoziali e riportare la tassazione sui rendimenti annuali all’11%

Pubblicato il 27 Gen, 2020

incontro pensioni 19 febbraio 2020Roma, 19 febbraio 2020 – Quarto ed ultimo incontro tra Governo e sindacati in tema di pensioni, dedicato oggi alla previdenza complementare, dopo quelli sulla pensione di garanzia per i giovani, il potere d’acquisto dei pensionati, la flessibilita’ in uscita . Riduzione della tassazione sui rendimenti annuali dei fondi previdenziali negoziali, dal 20% voluto dal governo Renzi all’11% e riapertura del semestre di silenzio-assenso, unita ad una campagna di informazione istituzionale, per incentivare le adesioni dei lavoratori. Sono queste le proposte per incentivare la previdenza integrativa che Cgil, Cisl e Uil hanno messo sul tavolo tecnico con il governo oggi al quarto e ultimo incontro. A questo hanno aggiunto anche la richiesta di un ampliamento della platea dei soggetti che possono accedere alla pensione complementare togliendo il divieto per alcune categorie tra cui il comparto sicurezza, i magistrati, gli avvocati di Stato, i professori universitari e le carriere prefettizie che potrebbero dunque iscriversi al fondo pubblico Sirio Perseo senza costituire un nuovo fondo. Con il nuovo silenzio-assenso, che nel 2007 portarono 1,5 milioni di lavoratori ad optare per la destinazione del proprio Tfr ad un fondo negoziale, i sindacati puntano invece ad allargare l’informazione. Tra le richieste presentate anche quella di un tavolo operativo tra ministero e Inps per contrastare l’evasione contributiva da parte delle imprese sempre relativamente alla previdenza integrativa. “Abbiamo perplessita’ – ha dichiarato il segretario confederale Cisl IgnazioGanga – sul fatto che l’inps debba cimentarsi sul secondo pilastro”. Il segretario confederale Cisl ha quindi fatto notare che i 32 fondi negoziali registrano performance positive con rendimenti superiori a quelli del Tfr e che occorre “sfatare il fatto che investano poco nell’economia reale, perche’ era il Paese che non investiva. I fondi, invece, hanno dato un contributo importante all’economia del Paese”.

Prossimo appuntamento, non più tecnico,  fissato il 13 marzo. Hanno spiegato i segretari confederali di Cgil Cisl e Uil Roberto Ghiselli, Ignazio Ganga e Domenico Proietti “Il governo non solo dovrà rispondere alla piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil nel merito delle proposte e indicare gli interventi con cui l’esecutivo pensa di dare corpo alla riforma delle pensioni ma soprattutto indicare quali e quante risorse e’ disposto a mettere in campo sciogliendo così il nodo maggiore della trattativa”.


Tavolo pensioni: al centro la flessibilità in uscita. Cisl: “Ridefinire criteri più flessibili e più equi. Occorrono regole certe e stabili”

tavolo pensioni 10febbr2020Roma, 10 febbraio 2020 – “Il tema di una nuova e più equa flessibilità in uscita è una priorità sociale ed economica”. E’ quanto ha affermato oggi il Segretario Generale Aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, presente insieme al Segretario Confederale Cisl, Ignazio Ganga, al tavolo di confronto al Ministero del Lavoro sulle nuove regole previdenziali in particolare sull’esigenza di una maggiore flessibilità in uscita.
“Meccanismi più equi, uniti a una seria politica di crescita, sono essenziali per avviare un turnover nei luoghi di lavoro, incrementare consumi e produttività di sistema del Paese, assicurare a milioni di persone un’anzianità dignitosa, attiva e generativa”, ha sottolineato il numero due della Cisl ribadendo che occorre “restituire ai lavoratori regole certe e stabili almeno per un decennio. Il sistema ha bisogno di certezze” ha sottolineato.

http://youtu.be/Vm2bgfNiHVw Ed è tornato ad illustrarela proposta di Cgil, Cisl e Uil sul tema: “Bisogna ridefinire criteri più equi di calcolo e di accesso sia fra le generazioni che fra i generi, restituendo ai lavoratori regole certe e stabili almeno per un decennio.  Occorre consentire alla persone di andare in pensione a partire da 62 anni . Non deve essere l’ennesima norma ‘sperimentale’ perché il sistema ha bisogno di certezze e di strutturalità . Il nuovo meccanismo deve prevedere che al crescere dell’età diminuisca il numero di contributi. Non ammettiamo scambi sul ricalcolo contributivo: si tratterebbe di un drenaggio sociale insostenibile per milioni di lavoratori e famiglie. Per il sindacato bisogna affermare il principio che 41 anni di contributi a prescindere dall’età bastino per godersi il diritto alla pensione. • Va estesa la platea del lavoro usurante e gravoso e data continuità strutturale all’Ape Sociale. Occorre eliminare o ridurre drasticamente le soglie minime sulle pensioni che oggi impongono di raggiungere 2,8 volte l’assegno sociale per chi ha 64 anni con 20 di contributi e 1,5 volte per chi ne ha 67. Bisogna anche rivedere il sistema dei coefficienti di trasformazione per il calcolo contributivo, introducendo criteri variabili in funzione dell’anno di nascita. Da eliminare è l’incremento automatico del requisito anagrafico per le pensioni di anzianità, o quantomeno riportare la valutazione al confronto con le parti sociali. E’ necessario altresì intervenire sulla modalità di calcolo automatico dell’aspettativa di vita, tema che va lasciato al confronto negoziale con le parti sociali”.

Quanto alle pensioni delle donne, si tratta di un “caso nel caso”, ha osservato il Segretario Generale aggiunto Cisl, nel corso del tavolo. “Eurostat conferma come l’importo delle pensioni delle donne in Italia sia inferiore del di un terzo rispetto a quelle degli uomini. Un dato grave, a noi ben noto, che recepisce debolezze strutturali nel sostegno all’occupazione femminile. Occorre rimuovere le zavorre che, specialmente al Sud, impediscono la partecipazione della donna ai contesti produttivi. Oltre che per le note ragioni di crescita zero, il ritardo è legato prevalentemente agli impegni familiari e alla scarsa disponibilità di servizi. Deficit che porta una donna su quattro a lasciare il lavoro al primo figlio, con riflessi molto negativi sulla ricchezza delle famiglie e, di conseguenza, sull’economia nazionale. Il problema centrale resta quello di creare pari condizioni di ingresso, permanenza e competizione nel mercato del lavoro. 

Sei le direttrici:

  •  Il riconoscimento di almeno un anno di anticipo per figlio;
  • la valorizzazione del lavoro di cura, vera e propria voce di welfare informale;
  • Il ripristino degli incentivi sulla contrattazione aziendale per la conciliazione;
  • il consolidamento della fiscalità di vantaggio per le aziende che assumono donne;
  • il rafforzamento congedi; 
  • un grande investimento sui servizi all’infanzia;

Va altresì avviato da subito il Lavoro delle due Commissioni per la separazione tra Previdenza ed Assistenza e per la Gravosità”. 

Sbarra incalza poi sul nodo risorse: “Il Governo oltre a indicare le Linee di Indirizzo della nuova Riforma del Sistema Previdenziale deve assicurare le risorse necessarie per finanziare le misure di cambiamento e revisione del sistema pensionistico sollecitato dal Sindacato”, ha sottolineato il numero due della Cisl. “Deve altresi , attraverso l’INPS , indicare le platee di riferimento , le ipotesi dei costi previdenziali , ogni utile dato finalizzato ad agevolare il negoziato. Il nodo delle risorse si deve sciogliere tenendo presente l’enorme risparmio garantito dalle riforme pensionistiche fino ad oggi. Secondo la Corte dei Conti la sola riforma del 2007 ha permesso una riduzione della spesa pubblica pari a un punto di Pil l’anno. A questo va aggiunto il risparmio determinato dalla Legge Fornero, valutato in circa 80 miliardi. Chiediamo ancora che tutti i risparmi determinati da Quota 100 , Precoci , Ape Sociale e dal recupero dell’evasione contributiva siano reinvestiti sul versante della nuova Riforma Pensionistica . E’ una operazione finanziaria quella che chiediamo come Sindacato che deriva dai sacrifici dei lavoratori andati in pensione e che ora va in parte messo a disposizione e redistribuito anche su un Patto intergenerazionale, per restituire equità al sistema e rilanciare investimenti, crescita e coesione” ha concluso Sbarra.

 


 
Pensioni. Terzo incontro al Ministero del Lavoro.  Cisl: “Urgente intervenire con misure per recuperare la perdita di potere d’acquisto delle pensioni”
 
 
terzotavolopensioni 7 febbraio 2020 – Si è concluso oggi pomeriggio il  terzo incontro al Ministero del Lavoro. Al centro, la rivalutazione delle pensioni, la revisione della mensilità aggiuntiva, cosiddetta “quattordicesima” e le altre tematiche inerenti i pensionati. Erano presenti, il Capo di Gabinetto del Ministero con vari dirigenti del dicastero, i rappresentanti del MEF e dell’INPS.
 
La Cisl e la Fnp Cisl hanno sottoposto all’attenzione del confronto le questioni indicate nella piattaforma unitaria e quindi l’urgenza di intervenire con misure che permettano di recuperare la perdita di potere di acquisto delle pensioni che negli ultimi venti anni sfiora il 30% secondo i calcoli della Fnp. È stata pertanto ribadita la necessità di ripristinare immediatamente il criterio di progressività nell’attribuzione della rivalutazione delle pensioni previsto dalla legge 388/2000 che, sulla base degli accordi convenuti in sede di negoziato sulla manovra di bilancio 2018, doveva essere ripristinata dal 2019.  Misura rimasta inevasa e che l’attuale Governo ha differito al 2022.
 
In proposito è stato anche chiesto di allargare la platea dei pensionati destinatari della rivalutazione al 100%; si è segnalata, altresì, l’importanza di ampliare la portata e l’importo della quattordicesima per le pensioni più basse e di rivedere il paniere dei prezzi utilizzato come indice per definire la perequazione.  
I pensionati versano allo Stato 54,5 miliardi pari al 34,6% del gettito complessivo e l’Istat ha recentemente certificato che la presenza di un pensionato nel nucleo familiare riduce in modo significativo il rischio povertà di quel nucleo, quindi misure orientate ad una maggiore adeguatezza delle pensioni e una vera equità fiscale, rappresenterebbero un vantaggio per le famiglie e per l’intero Paese, non solo dei pensionati. 
 
Il Ministero del Lavoro ha condiviso l’esigenza di formulare proiezioni sulle platee di riferimento per definire le risorse necessarie a rispondere alle richieste sindacali, mentre l’INPS si è impegnato a elaborare i dati che saranno presentati al tavolo nelle prossime settimane. A margine dell’incontro, il Ministero si è anche impegnato a convocare quanto prima un vertice alla presenza del Ministero della Salute per affrontare il tema della legge quadro sulla non autosufficienza
 
Si tratta a questo punto di capire in che modo le proposte che abbiamo fatto e quelle che avanzeremo nei prossimi giorni verranno assunte dal Governo e si potranno concretizzare in effettivi impegni di spesa da parte dell’Esecutivo.
                                             
 

 
Pensioni, al via i tavoli tecnici.  Cisl: la pensione di garanzia per i giovani una priorita’ del sindacato

 

Tavolo tecnico pensioni3Febbr3 febbraio 2020 – Si è concluso oggi pomeriggio il primo dei quattro tavoli tecnici decisi il 27 gennaio scorso in occasione del confronto tra la ministra Nunzia Catalfo Catalfo ed i sindacati in tema di pensioni. “Bisogna istituire una ‘pensione di garanzia’ per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 e quindi è totalmente nel metodo contributivo”. E’ quanto avanzato dal Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Secondo il Censis, circa 6 milioni di giovani rischiano di avere nel 2050 pensioni sotto la soglia di povertà. Il rischio è quello di perdere un’intera generazione. Dobbiamo mettere in cima questa priorità, lavorando su un doppio binario. Da un lato occorre sbloccare investimenti e misure che generino lavoro buono, stabile, ben formato, contrattualizzato e retribuito. In questo è essenziale anche il turnover prodotto da regole più sostenibili di pensionamento”.

http://youtu.be/btSBkzXqcYA “Dall’altro – aggiunge – bisogna istituire una ‘pensione contributiva di garanzia’ per chi ha iniziato a lavorare dal 1996. Per questo e’ fondamentale che il Governo indichi quali sono le linee di indirizzo e quante risorse intende mettere in campo. Pensiamo a un meccanismo che possa stabilire una soglia minima di garanzia da far crescere in proporzione al numero di anni lavorati. Tale soglia – prosegue – secondo noi non può essere inferiore all’importo della attuale pensione di cittadinanza, quindi, a 780 euro. Assegno che deve crescere in funzione degli anni lavorati e che deve essere ovviamente rivalutato. Non si tratta di fare assistenza, ma di riconoscere adeguatezza ad un sistema pensionistico per i giovani che valorizzi e riconosca anche i periodi di discontinuità lavorativa, la disoccupazione involontaria, gli sforzi attivi di formazione e riqualificazione, le fasi di bassa retribuzione, l’impegno per il lavoro di cura rivolto alle famiglie e verso le persone non autosufficienti in considerazione dell’esigenza di riconoscere previdenzialmente anche il lavoro di cura”. “C’è poi da mettere mano anche alla normativa sul riscatto della laurea – continua Sbarra – scelta che deve essere accessibile a tutti ma che oggi resta davvero troppo onerosa per tanti giovani lavoratori. Pensiamo poi che sia opportuno ragionare sulla possibilità di istituire una forma di contribuzione figurativa per i periodi di disoccupazione involontaria non coperti dalla Naspi o altro ammortizzazione sociale, validati dai servizi per l’impiego. Fondamentale, infine, valorizzare e promuovere la sinergia tra primo e secondo pilastro previdenziale, e quindi sostenere l’accesso alla previdenza complementare – conclude -, defiscalizzandola ulteriormente e introducendo il principio di silenzio-assenso all’adesione dei Fondi”.

 


Pensioni. Partito il confronto tra Governo e sindacati. Sbarra: “Serve una riforma nel segno dell’equita’ con un grande patto tra le generazioni”

TavoloPensioni27gennaio20202Roma, 27 gennaio 2020 – Soddisfatta,  al termine dell’incontro di oggi , la delegazione della Cisl, composta dal Segretario generale aggiunto Luigi Sbarra, dal segretario confederale Luigi Ganga e da Gigi Bonfanti, attuale reggente della  Fnp Cisl.

“Il Paese si salva con un Patto tra generazioni. Meccanismi piu’ equi di pensionamento uniti a una seria politica di crescita e allo sblocco degli investimenti produttivi, sono essenziali per avviare il turnover nei luoghi di lavoro, incrementare consumi e produttivita’ di sistema, assicurare a milioni di giovani un futuro e a tanti anziani una pensione dignitosa e attiva”. Così Luigi Sbarra,  al tavolo sulle pensioni con la ministra Nunzia Catalfo Catalfo. “Il tema di una maggiore e piu’ sostenibile flessibilita’ in uscita dal mercato del lavoro – ha sottolineato – deve essere considerato prioritario. I limiti del ‘sistema Fornero’ sono evidenti, a cominciare dal piu’ importante: i lavori non sono tutti uguali. Oggi noi abbiamo un problema di sostenibilita’ sociale che riguarda milioni di lavoratori che svolgono lavori faticosi, pesanti e usuranti , a cui si applicano le stesse regole di tutti gli altri. Questa distorsione va rimossa”. 
Secondo la Cisl, “e’ indispensabile riprendere gli affidamenti e i contenuti dell’Intesa del 2016 con il Governo Gentiloni e rivedere regole e modalita’ in modo da adattare i criteri alle attivita’ svolte”. “Bisogna  estendere la platea – ha sottolineato Sbarra – di chi puo’ accedere a forme di flessibilita’ legate al lavoro usurante e gravoso e dare continuita’ strutturale all’Ape Sociale, istituire la pensione di garanzia per tanti giovani incastrati in lavori precari e part-time, che non danno accesso a pensioni dignitose riconoscere alle donne almeno un anno di contributi in meno per ogni figlio; vanno poi avviate urgentemente le Commissioni istituzionali incaricate di dividere la spesa assistenziale da quella previdenziale e quella sul lavoro gravoso e usurante; occorre garantire le uscite a partire da 62 anni di eta’, cosi’ come 41 anni di contributi a prescindere dall’eta’ devono bastare per godersi il diritto alla pensione. Tutto cio’ senza alcun ricalcolo contributivo che sarebbe un ulteriore e inaccettabile drenaggio a spese dei futuri pensionati. Infine, e’ necessario incentivare l’adesione ai fondi previdenziale soprattutto per i giovani lavoratori”. “Chi mette in contrapposizione gli interessi dei giovani con quelli degli anziani – ha affermato Sbarra – compie un’operazione sbagliata e dannosa. 

http://youtu.be/2YNZUyHmeRI
Queste riforme, insieme alla rivalutazione degli assegni pensionistici a una nuova legge sulla non autosufficienza, all’alleggerimento fiscale su pensioni e lavoro dipendente sono parti essenziali della politica di sviluppo nazionale. Meccanismi piu’ equi di pensionamento  uniti a una seria politica di crescita e allo sblocco degli investimenti produttivi, sono essenziali per avviare il turnover nei luoghi di lavoro, incrementare consumi e produttivita’ di sistema, assicurare a milioni di giovani un futuro e a tanti anziani una pensione dignitosa e attiva”.

Il confronto di oggi ha avviato nei fatti il tavolo su pensioni e previdenza. “Abbiano illustrato le nostre proposte e ottenuto l’impegno a far partire subito le due Commissioni istituzionali partecipate anche dal sindacato , una tabella di marcia articolata in 5 tavoli tecnici”, ha sottolineato al termine dell’incontro Sbarra.  

A marzo è prevista la verifica del lavoro dei tavoli tecnici,  con un nuovo incontro tra Governo e Sindacato.  
Quanto alle due Commissioni, la Ministra del Lavoro ha specificato che una sarà impegnata nel separare la spesa assistenziale da quella previdenziale; l’altra sarà chiamata a riformulare ed ampliare la platea del lavoro gravoso e del lavoro usurante, e di valutare anche la possibilità di rendere strutturale l’Ape Sociale.
La Ministra Catalfo ha inoltre annunciato la volontà di avviare una Commissione inter-istituzionale composta da esperti del Ministero del Lavoro, Consulenti Inps, Rappresentanti della Funzione Pubblica, organismo che sarà chiamato a valutare costi e sostenibilità della riforma generale del sistema pensionistico .
Ecco il calendario specifico dei tavoli tematici:
 
Il 3 febbraio h. 15 si affronterà il tema della pensione di garanzia per i Giovani;
• Il 7 febbraio h. 15 sarà avviato il tavolo sulle pensioni in essere, e dunque saranno trattati i temi della 14ma mensilità, della rivalutazione degli assegni, ecc.;
• Il 10 febbraio h 9.30 sarà trattata la questione della flessibilità in uscita, con riferimento anche alla pensione delle donne ;
• Il 19 febbraio h. 15 si discuterà del  tema del sostegno alla Previdenza complementare;
• Infine, in data da definire di concerto con il Ministero della Salute, sarà affrontato il tema del supporto alla non-autosufficienza.
Tutti gli incontri di svolgeranno presso il Ministero del Lavoro. 

 

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