
Protagonista centrale del sindacalismo italiano, attivo anche nell’associazionismo cattolico e nelle istituzioni, Pastore fu il primo Segretario della Cisl. “Oggi le sue parole sono assolutamente attuali: centralità della dignità della persona e quindi centralità del lavoro, partecipazione e protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici. Un messaggio assolutamente attuale che molto ancora ha da insegnare a tutto il Paese”.

Molti i temi toccati da Furlan che attestano la grande attualità del pensiero di Pastore e “che ancora oggi dettano il fine della missione della Cisl”: dall’Europa alla questione meridionale; dalla scelta cosiddetta ‘industrialista’ di Pastore “nella sua visione di lungo periodo, pragmatica e sistemica”, al concetto che “l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, famigliari, lavorativi, urbani: se non ci può essere la politica dei due tempi già richiamata, non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (…) “il grido della terra ferita ed il grido dei poveri, degli emarginati, dei migranti e dell’iniquità sociale è lo stesso grido”.
“Pastore posizionò da subito la Cisl nella prospettiva europeista, che rappresentava la condizione per realizzare gli scopi programmatici fondamentali per i quali è nata. L’obiettivo fondamentale della costruzione di un’Europa unita come presidio di pace nel mondo e di esistenza democratica e sviluppo dei popoli europei, potrebbe essere una dichiarazione dei nostri giorni, – fa notare Furlan – tanto è vero che ritroviamo questo concetto in molti dei documenti e degli appelli, che ci hanno impegnato nei mesi precedenti le elezioni per il recente rinnovo delle Istituzioni europee. Nella visione lungimirante di Giulio Pastore, di Mario Romani, della Cisl l’Europa rappresentava quindi un necessario e vitale orizzonte economico, sociale, civile, politico e culturale, senza il quale non sarebbe stata possibile l’azione di sviluppo e di modernizzazione immaginata”.
http://youtu.be/_UZnjezvMoc “Il nostro futuro sarà in Europa o non sarà. Il futuro dell’Italia sarà per tutti, da sud a nord, o non sarà” sottolinea la leader della Cisl introducendo anche il tema Sud. “Di pastore, anche rispetto alla questione meridionale, ci parla la straordinaria sensibilità umana e lo slancio generoso verso le future generazioni. Il mezzogiorno d’Italia – sottolinea furlan – continua a rappresentare, pur nel mutato contesto interno e nel nuovo scenario geo-politico internazionale, un giacimento di opportunità e una potenziale leva di sviluppo non eludibile. E l’impegno della Cisl non è cambiato. Nella nostra agenda delle priorità, come abbiamo ripetuto anche recentemente all’attuale Governo, ci sono gli investimenti per il sud d’Italia che deve essere riagganciato strutturalmente al resto del paese per colmare un ritardo divenuto insopportabile”.
Quanto alla scelta cosiddetta ‘industrialista’ di Pastore “nella sua visione di lungo periodo, pragmatica e sistemica, c’è tutta l’essenza dell’approccio Cislino alla realtà” – osserva Furlan. E “in un’epoca come la nostra d’instabilità, di grandi trasformazioni incombenti e di frequente improvvisazione, quella compiuta capacità progettuale ha ancora molto da insegnarci. L’idea che non si potesse progettare un’Italia industriale senza un modello di democrazia industriale che la sostenesse nel lungo periodo attraverso: il protagonismo del lavoro, il ruolo negoziale delle sue rappresentanze sindacali, la partecipazione equa e diretta del lavoro ai benefici dello sviluppo, ci dice ora come allora l’importanza di avere un’idea di Paese, della necessità di promuovere coesione e cooperazione anziché divisione, separazione, isolamento”.
Affronta infine il tema della rappresentanza e del “protagonismo virtuoso delle parti sociali” che “ritorna periodicamente ad attrarre improprie attenzioni”. “Pastore ci ricorda costantemente l’importanza del libero sindacato – osserva – in riferimento al corretto funzionamento della democrazia, alla propria missione elettiva, alle aspettative dei lavoratori. Resto fermamente convinta che la democrazia partecipativa, sia la forma di governo più prossima alla democrazia diretta nelle nostre società complesse e che si realizzi nella dialettica fra Rappresentanza politica e Rappresentanza sociale, ognuna nella propria autonomia e nel proprio ruolo specifico, come prevede l’art. 99 della Costituzione che istituisce il Cnel (non a caso in corso di soppressione). Sono altrettanto convinta che il bene comune possa scaturire soltanto da questa dialettica” conclude la leader della Cisl.







