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Venezuela. “Il movimento sindacale internazionale levi la sua voce davanti alla repressione di Maduro”

Pubblicato il 14 Lug, 2017

Venezuela14 Luglio 2017 – “Il movimento sindacale internazionale non può più rimanere in silenzio di fronte al clima di violenza, alla repressione e alla sofferenza dei lavoratori del Venezuela per il comportamento davvero inaccettabile messo in atto negli utlimi mesi dal governo del Presidente Maduro”. Interviene così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan dalle pagine de “Il Foglio” sulla delicata crisi del paese sudamericano.

“La Cisl ha una lunga storia di cooperazione con i sindacatii in America Latina e nei Caraibi sostenendo da sempre- ricorda Furlan – chi si batte per i diritti dei lavoratori e per la democrazia in questo continente. E, dunque, anche in Venezuela siamo impegnati a sostenere l’Alleanza dei Sindacati Indipendenti (ASI), dal momento in cui questa organizzazione si è costituita come confederazione sindacale autonoma nel dicembre 2015″  sottolinea la leader della Cisl ricordando che l’ASI è affiliata alla Confederazione Internazionale dei Sindacati e alla Confederazione Sindacale delle Americhe. (…) Nonostante gli ostacoli che il Governo crea per l’esercizio dell’attività sindacale,  l’Alleanza dei Sindacati Indipendenti continua a sviluppare la sua azione di sostegno a favore dei lavoratori venezuelani per aiutarli a far fronte alle tante difficoltà. Sono state emanate ben sette leggi per criminalizzare l’azione sindacale, se questa non si allinea all’azione di governo per controllare i lavoratori”.
“Il Paese Sudamericano  è oggi nel pieno di una crisi umanitaria, il Governo del Venezuela ha contrastato finora tutti gli sforzi di mediazione internazionale negando la gravità della crisi umanitaria e ostinatamente ririfiutandosi di aprire un canale umanitario per alleviare le sofferenze del suo popolo. E noi abbiamo chiesto alla Confederazione Internazionale dei Sindacati di sostenere i sindacati affiliati in Venezuela che lottano per la giustizia e democrazia”  conclude facendo riferimento all’appello lanciato insieme a Laurent Berger, secrétaire général de la CFDT  lo scorso 3 luglio ai sindacati Europei e Americani, a non rimanere in silenzio. 

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