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Riders. Sentenza di Torino passo importante. Ora elevare le tutele a tutti i lavoratori della gig economy

Pubblicato il 14 Gen, 2019

ridersRoma, 14 gennaio 2019 – “È un passo avanti importante la nuova sentenza di Torino sui riders di Foodora. Salario, ferie, malattie, tredicesime riconosciute sulla base dell’applicazione del contratto collettivo della logistica e trasporto merci firmato dai sindacati. Questa è strada da seguire per estendere le tutele anche ai lavoratori della gig economy”. E’ quanto dichiarava a caldo la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando la sentenza di venerdi scorso della Corte di Appello di Torino che ha riconosciuto i riders di Foodora al pari dei lavoratori subordinati. 

Anche il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, plaude alla sentenza “Riconosce ai riders le stesse spettanze e tutele del contratto nazionale della logistica come la Cisl, insieme a Cgil e Uil, ha sempre chiesto”.  “La sentenza – aggiunge – è importante perché sancisce che anche per queste forme di lavoro flessibile si devono garantire forti tutele e diritti. Più che discutere di subordinazione o collaborazione dobbiamo ottenere stesse e uguali tutele. Chiediamo pertanto al Ministro del Lavoro Di Maio di riconvocare subito il Tavolo sui riders così da costruire definitivamente un accordo collettivo che generalizzi i principi oggi stabiliti a Torino. Chiediamo alle aziende del food delivery infine di uscire dal guscio e di trattare con i sindacati un contratto dignitoso”.

volantino CGIL CISL UIL per vertenza riders Pagina 1Ed in un comunicato unitario, Cgil Cisl Uil sottolineano come “La sentenza di venerdì 11 gennaio della Corte di Appello di Torino ha sancito, in modo netto, che ai riders inquadrati come collaboratori debbano essere riconosciute le tutele del Ccnl della logistica. Viene confermato, quindi, quanto sosteniamo da mesi, anche al tavolo voluto dal ministro Di Maio, e che ha già permesso alle nostre categorie di sottoscrivere una parte specifica nel Ccnl dedicata proprio a queste figure professionali”.
“È urgente e prioritario – sottolineano – che questo risultato sindacale venga generalizzato per ogni lavoratore del settore. Un accordo collettivo tra le parti sociali può garantire al meglio questo risultato. Chiediamo anzitutto alle imprese del settore del food delivery di superare le incertezze e gli atteggiamenti dilatori finora messi in campo, e di rendersi disponibili all’avvio rapido di un confronto negoziale che costruisca un risultato sostenibile ed equo per i lavoratori interessati. Riteniamo positivo lo sviluppo dell’economia digitale e delle app, ma non deve proseguire tenendo i lavoratori in una condizione di basse retribuzioni e in assenza delle più elementari tutele previdenziali, antinfortunistiche, normative”. Cgil, Cisl e Uil chiedono inoltre al ministro Di Maio di “riconvocare il tavolo specifico avviato a maggio dello scorso anno e che si prenda atto della necessità di definire un accordo collettivo che regoli salari e tutele per le collaborazioni utilizzate dai riders, e a tutte le parti in causa si richieda uno sforzo definitivo ed efficace in questa direzione”. “Non ci convincono ipotesi di regolazione normativa diretta da parte del Governo relativamente alle regole da applicare ai riders, che tradirebbero lo spirito della sentenza di Torino e che, senza un ampio confronto con le parti sociali, rischierebbero di costituire un intervento improprio del soggetto pubblico nella libera regolazione contrattuale”. “Al ministero chiediamo invece, come da tempo in discussione, di apportare per tutto il mondo dell’economia digitale quei miglioramenti e modernizzazioni in tema di protezioni previdenziali e antinfortunistiche che permettano di adattare al meglio e far usufruire a queste categorie di lavoratori le protezioni oggi esistenti. La tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della ‘gig economy’, inoltre, sarà – concludono Cgil, Cisl Uil – uno dei temi della manifestazione del 9 febbraio, perché se davvero si vuole dare dignità al lavoro non si può prescindere dalla contrattazione collettiva”.

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