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Sea Watch. Raggiunto accordo in sede europea. Furlan: “Far sbarcare i 47 migranti, un atto di buon senso e di responsabilità”

Pubblicato il 27 Gen, 2019

Migranti30 gennaio 2019 – “Una bella notizia la decisione di far sbarcare i migranti della Sea Watch per cui si erano mobilitati associazioni cattoliche e tanti cittadini. E’ un gesto umanitario di buon senso e di responsabilità da parte di sette paesi europei. Resta il tema della mancanza di corridoi umanitari e di una politica europea comune su accoglienza, integrazione, lotta ai trafficanti di morte, cooperazione nei paesi di origine”. Lo scrive su twitter la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando l’accordo in sede europea per lo sbarco dei 47 migranti della Sea Watch.



 

MigrantiMigranti. Furlan “I profughi della Sea Watch vanno accolti. Salvare la vita delle persone viene prima di ogni cosa”

27 Gennaio 2019 – ‘Fateli sbarcare’, quell’appello così esplicito sulle lenzuola esposte sui balconi di Siracusa è stato un segnale di speranza, in una Europa egoista, chiusa nelle sue paure, nell’indifferenza, nel suo ostracismo ideologico. E’ il simbolo di un Paese che non vuole considerare i migranti ‘un male sociale’, come ha detto ieri anche Papa Francesco. Ma è anche la lezione di una comunità siciliana che a Pozzallo, a Lampedusa ed in altre città di mare, da anni affronta l’emergenza degli sbarchi con umanità, solidarietà e soprattutto con grande senso di responsabilità”. Così dalle pagine del quotidiano ‘La Sicilia’la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan che già ieri dal suo account twitter,, postando la foto delle lenzuola apparse sui balconi della città di Siracusa, aveva sottolineato: “Dalla città di Siracusa, dalla Cei e della Comunità Papa Giovanni XXIII è importante la disponibilità ad accogliere i profughi della Sea Watch. L’Italia resta un paese solidale” ha ribadito. “Salvare la vita delle persone umane viene prima di ogni cosa e della politica. L’immigrazione non si può arginare vietando gli sbarchi nei porti o con atteggiamenti di sfida nei confronti degli altri Paesi. Si può e si deve gestire con il rispetto che si deve ad ogni vita umana. Si devono ricercare alleanze sul piano europeo con i Paese che hanno nella loro tradizione politica e sociale la acultura dell’accoglienza e dell’integrazione tra i popoli e non quella dei muri. Ecco peché l’accorato appello di Papa Francesco sul dovere universale di proteggere e custodire la vita umana non può essere ignorato da quanti hanno responsabilità istituzionali” conclude Furlan.

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