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Sciopero edili Cgil Cisl Uil. Furlan: “Occorre una svolta per sbloccare i cantieri e rilanciare l’occupazione”

Pubblicato il 15 Mar, 2019

scioperoedili15marzo2019Roma, 15 Marzo 2019 – “Quella di oggi è una grande piazza, una grande manifestazione di uomini e donne di un settore importante per la crescita del Paese”.  Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, oggi in Piazza del Popolo a Roma  con la Filca Cisled i lavoratori edili di tutti i comparti del settore mobilitati da oltre un mese con assemblee, presidi, manifestazioni in tutti i territori,  per lo sciopero unitario indetto dalle federazioni di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil a sostegno della richiesta di rilancio del settore, per l’occupazione e gli investimenti. “Quello delle costruzioni, è il settore che più ha sofferto della crisi, migliaia le aziende chiuse e fallite” ha ricordato la leader della Cisl. “Le infrastrutture sono un volano per la crescita.  Occorre dunque una svolta per sbloccare i cantieri e rilanciare l’occupazione in questo settore fondamentale per il Paese”.  E sull’incontro di oggi a Palazzo Chigi “il Governo ora ci ascolti  – ha detto – e mi auguro che cambi rotta”. 

Lo sciopero dei lavoratori dell’edilizia, cemento, lapidei, legno, arredo e laterizi,  ha già prodotto un primo risultato con la convocazione oggi dei sindacati a Palazzo Chigi sul decreto sblocca-cantieri.

“E’ fondamentale far ripartire l’edilizia” . E’ quanto ha affermato la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, al termine dell’incontro con il governo sul decreto sblocca cantieri. “Piazza del Popolo oggi era strapiena di tanti lavoratori dell’edilizia che hanno detto con chiarezza che il primo tema é il lavoro in questo settore così importante, dove abbiamo perso oltre 600.000 posti e migliaia di imprese sono fallite. Il tema di far riparte il settore dell’edilizia è fondamentale: per ogni euro che si investe in costruzioni, se ne mobilitano 3 ed é quindi un modo per far crescere il Pil e l’occupazione: la priorità é sicuramente riaprire i cantieri in sicurezza e legalità“. “Abbiamo detto a Conte – precisa la segretaria generale della Cisl – che per noi è fondamentale che eventuali correzioni al codice degli appalti non devono minimamente allargare il subappalto e diminuire la sicurezza: sicurezza e legalità vanno di pari passo. Abbiamo bisogno di sbloccare da subito le grandi e le medie opere; 600 quelle bloccate e ancora mai partite ma già con le risorse stanziate e che bisogna spendere, fare le opere che collegano l’Italia con il resto d’Europa. Dobbiamo evitare che in questo paese si continuino a rinviare interventi importanti sull’assetto idrogeologico e sulla sicurezza del suolo. “La settimana prossima partirà il tavolo tecnico – ha concluso la sindacalista – per vedere nel dettaglio come il decreto andrà fatto”.

Tra le richieste delle categorie all’esecutivo: politiche per affrontare la crisi del comparto, che ha già prodotto la perdita di 600mila posti di lavoro e di 120mila aziende costrette a chiudere i battenti. Tav, ma non solo. I sindacati sollecitano lo sblocco dei cantieri e la realizzazione di infrastrutture necessarie allo sviluppo del Paese. Dal palco di piazza del Popolo gli interventi dei segretari generali di Fillea, Filca e Feneal (Alessandro Genovesi, Franco Turri e Vito Panzarella). Presenti alla manifestazione oltre alla leader della Cisl, Maurizio Landini, e Carmelo Barbagallo. All’incontro di oggi a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, cui parteciperà anche il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, le organizzazioni sindacali chiederanno l’apertura di un tavolo con l’obiettivo di mettere in atto un nuovo piano di investimenti, completare le opere incompiute e riaprire i cantieri, la messa in sicurezza di territori, strade, ponti ed edifici pubblici. E, inoltre, incentivi per le imprese. “Bene nel metodo un tavolo parti sociali-Governo su come sbloccare i cantieri – hanno detto Panzarella, Turri e Genovesi – questo è un primo risultato delle mobilitazioni confederali e di categoria. Questo sciopero diventa ancora più importante per sostenere le proposte del mondo del lavoro, le quali più che rivendicare nuove regole chiedono politiche industriali, investimenti, azioni di sistema finanziarie e sulla qualità dell’occupazione, per difendere il lavoro che c’è e crearne di nuovo, stabile, ben pagato e sicuro”.
Tanti i messaggi di solidarietà che sono arrivati alle categorie degli edili, per esempio dalle federazioni mondiale ed europea (Bwi e Fetbb) e da numerosi Paesi come Romania, Serbia, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Danimarca, Svezia, Argentina, Sud Corea, Russia, Ucraina, Australia e Myanmar.

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