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Lavoro Furlan: “La ripresa dei consumi e’ legata agli investimenti, al fisco e allo sviluppo del paese”

Pubblicato il 9 Giu, 2015

Il Segretario generale della Cisl condivide l’appello del Presidente di Confcommercio, Sangalli, all’Assemblea annuale. “Ci sono segnali di ripresa, ma si fatica a far ripartire i consumi, che invece sono fondamentali per un paese manifatturiero come il nostro”.

Milano, 8 giugno 2015. “Condivido l’appello di Sangalli affinché il paese rimetta al centro il lavoro, la crescita e lo sviluppo”. Così il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, commenta l’intervento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, al termine dell’assemblea annuale.
“Ci sono segnali di ripresa, ma si fatica a far ripartire i consumi, che invece sono fondamentali per un paese manifatturiero come il nostro”, aggiunge Furlan, evidenziando “l’esigenza di abbassare la pressione fiscale sulle famiglie”. “C’è ancora tanto tanto da fare. Non è con le regole che creiamo posti di lavoro. Insieme alle regole e ai benifici ci vuole la ripresa, ci vuole la crescita e lo sviluppo”. Con il Jobs act, ha commentato, “è evidente che abbiamo avuto segnali positivi dal punto di vista dell’occupazione. Credo che sia grazie alla decontribuzione prevista in legge finanziaria per quelle imprese che assumono a tempo indeterminato. E’ la prima volta che in questo Paese assumere a tempo indeterminato costa meno che assumere a tempo determinato. E i benefici sono evidenti”.

Anche da Expo 2015, secondo Furlan, i segnali sul lavoro sono “assolutamente positivi. Ma non basta: ci vuole la ripresa dei consumi interni, va rivisto il fisco. La Cisl sta promuovendo una legge popolare proprio per rivedere il fisco, rendere più pesanti le buste paga dei lavoratori e dei pensionati e avere meno fisco sull’impresa. Siamo il Paese che tassa di più il lavoro in Europa, questo non è più ammissibile”. Per il segretario della Cisl bisogna “iniziare a concentrarsi sul tema della crescita e del lavoro. Lo sviluppo – ha ribaidito – è l’unico strumento per far crescere davvero l’occupazione. Abbiamo ancora tre milioni e mezzo di disoccupati nonostante qualche segnale assolutamente positivo che in questi ultimi mesi abbiamo avuto”.

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