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Ex Ilva. Furlan: “Siamo davanti ad un vero disastro industriale, sociale ed ambientale. Chiediamo al Governo di intervenire e all’azienda di recedere da questa decisione” 

Pubblicato il 5 Nov, 2019
5 novembre 2019 – “Non possiamo perdere un settore strategico come l’acciaio sarebbe un disastro in termini occupazionali, industriali e ambientali, sarebbe peggio di Bagnoli. Spero in un impegno massimo del governo”. Lo ha detto la Segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, durante il vertice di ieri sera a Palazzo Chigi.
 
“L’Ilva e’ una delle poche imprese italiane strategiche, una azienda che vale l’1,4% del Pil. Ho l’impressione che si sia ragionato troppo poco di questi elementi. La produzione di acciaio ha un grande valore in un paese come l’Italia a crescita zero. –ha proseguito Furlan- Quando parliamo dell’Ilva parliamo non solo di Taranto ma anche degli altri siti industriali in altre regioni, piu’ l’indotto, a spanne parliamo di 20 mila lavoratori. Dobbiamo tenerlo presente. Non sono convinta –conclude- che il contratto con Arcelor Mittal non contenesse lo scudo penale, per noi c’era e come se c’era, quindi l’incontro di domani del governo con l’azienda e’ fondamentale”.
Anche il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, intervenuto il 7 novembre alla trasmissione “UnoMattina” ha sottolineato come la vicenda Ilva sia  “lo specchio evidente di come i temi dell’impresa e del lavoro in questo paese diventano terreno di scontro politico dentro il governo, tra maggioranza ed opposizione”. 
“Il Paese -ha proseguito Sbarra- ha perso la bussola della politica Industriale. È del tutto inaccettabile e cinico l’atteggiamento di Arcelor Mittal che a meno di un anno dalla firma  dell’accordo che ha dato luogo al piano industriale per la ex Ilva che rilanciava e assicurava quantità e capacità produttiva, difesa dell’occupazione ed investimenti per l’ambientalizzazione e la messa in sicurezza degli impianti, oggi ritratta tutto addirittura ventilando l’ipotesi di 5000 esuberi che sono per noi un fatto davvero inaccettabile. Non possiamo perdere nessun posto di lavoro. Così come è stato assolutamente sbagliato ed un chiaro errore il pasticcio del governo sull’abrogazione dello scudo che ha determinato alibi e pretesti per motivare il disimpegno dell’azienda. Si deve ritornare al tavolo di confronto, si faccia prevalere la responsabilità nella ricerca di una soluzione industriale finalizzata a scongiurare la chiusura degli impianti che sarebbe un vero disastro industriale, sociale ed ambientale per Taranto e per l’intero sistema produttivo del paese”.

 

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