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Industria. “Solo attraverso un impegno comune sarà possibile rilanciare l’industria italiana, l’economia e l’occupazione”

Pubblicato il 18 Lug, 2016

Milano, 18 luglio 2016. “Non c’è alternativa alla ripresa dell’industria per l’economia del Paese, come non c’è alternativa per l’industria alla competizione nelle produzioni di qualità e nello sviluppo della tecnologia e dell’innovazione”. Così il Segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, nella sua relazione al convegno “Occupiamo di industria” che si è svolto oggi a Milano e che ha visto la partecipazione tra gli altri del Ministro per lo sviluppo economico, Calenda.
“Tutta l’industria e anche quella italiana –ha proseguito Farina- dovrà fare i conti con due nuovi paradigmi dello sviluppo: la eco-sostenibilità delle produzioni industriali e lo sviluppo della tecnologia ambientale; la digitalizzazione dei processi produttivi industriali verso Industry 4.0”. Per il Segretario confederale della Cisl, il sistema produttivo italiano “ha tutte le possibilità per guidare la “riconversione verde” dell’economia e dell’occupazione e le competenze adeguate per recuperare i ritardi sulla implementazione delle nuove tecnologie digitali”.
Condizione fondamentale che l’industria italiana riceva più investimenti pubblici, privati e anche più dall’ Europa, che deve investire di più nella crescita e nell’industria e fare scelte che rendano credibile l’obiettivo di far risalire le attività industriali in Europa fino al 20% del PIL europeo entro il 2020. Per Farina c’è bisogno di più politica industriale in Europa ma anche di politiche industriali in Italia perché per l’economia e l’industria italiana non bastano più i bonus e gli incentivi ma bisogna ridurre strutturalmente la tassazione sul lavoro e sulle retribuzioni e assumere provvedimenti che contribuiscano a ridurre il divario economico e sociale tra il Sud e il resto del Paese per dare slancio alla ripresa dell’economia meridionale.
Dimensione di impresa, credito, competenze, ricerca, innovazione, produttività sono le aree di intervento proposte dalla Cisl e illustrate nel convegno. “Abbiamo voluto discutere di questi temi strategici –ha aggiunto in conclusione- con chi insieme al sindacato ha le maggiori responsabilità sui destini e sulle prospettive dell’industria italiana. Perché la CISL è convinta che solo attraverso uno straordinario impegno comune, ciascuno per le proprie responsabilità, sarà possibile rilanciare l’industria italiana, l’economia, l’occupazione ed il futuro nel nostro Paese, soprattutto per una generazione di giovani che oggi del futuro si sente privata”.

“Mettere al centro dell’agenda del Paese lo sviluppo, e in modo particolare lo sviluppo nel settore industriale”. Quando ha detto la Segretaria generale della Cisl,  Annamaria Furlan,  concludendo il convegno. “Nonostante la crisi, che in Italia è stata dura e continua ad esserlo – ha proseguito – il nostro Paese, dopo la Germania, è il secondo per capacità di produzione industriale in Europa. Abbiamo quindi le potenzialità e le capacità per recuperare tutti i punti di produzione industriale persi durante la crisi, mettendo al centro l’innovazione, la ricerca, la contrattazione e la produttività”. Furlan ha chiesto poi di “mettere accanto alle riforme istituzionali i temi della ripresa, “gli investimenti che il Paese deve fare per rilanciare la produzione: banda larga e naturalmente anche infrastrutture; ma tutto questo non basta. Ci vuole giustizia, certezza del diritto e tanta, tanta innovazione”. “Noi attraverso la contrattazione, faremo la nostra parte sino in fondo – ha aggiunto -. Il Governo, ma anche le imprese, devono parlare e investire, innanzitutto in innovazione e ricerca. La nostra capacità competitiva si basa sulla qualità, che significa formazione, aggiornamento, valorizzazione delle risorse umane, che sono gli uomini e le donne di questo Paese”.

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