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Lavoro. “La vera emergenza del Paese”. Le dieci proposte della Cisl per far crescere l’occupazione con attenzione particolare ai giovani

Pubblicato il 26 Gen, 2017

Convegno 26 gennaio 2017 FurlanRoma, 26 gennaio 2017. “Se perdono valore il lavoro e la persona umana, diventano forti i populismi ed anche i nazionalismi. Anche la democrazia partecipativa diventa a rischio se perde il lavoro”.  Lo ha detto la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan concludendo oggi a Roma l’iniziativa della Confederazione di Via Po che questa mattina ha formulato le proprie proposte sul tema del lavoro, confrontandosi con intellettuali, esponenti del clero e del mondo cattolico.

“La Cisl è una organizzazione che ha alla sua base come valori fondanti il lavoro e la partecipazione, che sono anche elementi di democrazia”, ha ricordato Furlan. “Nella parola lavoro si racchiudono gli elementi di solidarietà, equità, giustizia che sono alla base del nostro modello di comunità e della nostra Carta Costituzionale”, ha sottolineato la leader della Cisl. “Partire dal valore del lavoro, oggi, significa richiamare i Governi Europei e quello italiano in primo luogo a rimettere al centro le politiche della crescita, creando le condizioni per far cambiare all’Europa i suoi paradigmi economici che oggi tengono bloccato lo sviluppo. Vanno superati i vincoli europei che impediscono gli investimenti in infrastrutture, ricerca, innovazione, formazione”.  Per Furlan,  “fare oggi una nuova politica per il lavoro significa non lasciare nessuno solo. Nella quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo, ogni uomo e donna devono essere protagonisti in modo da  partecipare ai processi produttivi a testa alta. Ed il sindacato deve essere capace di creare  le condizioni perché vengano utilizzati gli attrezzi della conoscenza e della formazione. A cominciare dal tema dell’alternanza scuola- lavoro che deve diventare una esperienza importante, dove il valore del lavoro diviene anche un fattore di cultura”. Per la leader del sindacato cattolico,  “ la risposta giusta sono gli investimenti e le politiche attive del lavoro, bisogna recuperare i ritardi su questo fronte. Ecco perché la seconda parte del jobs act è quella più importante, anche se sembra interessare solo noi. Dove sono le istituzioni,  dove sono i partiti?”, si è chiesta Furlan. “Per questo abbiamo messo in campo oggi la nostra proposta. Ci sono associazioni ed un mondo culturale comune con cui dialogare in maniera positiva e poter svolgere insieme con lo stesso linguaggio questo ruolo di stimolo importante e fondamentale nella società. Ma ora chiediamo al Governo di rispettare gli impegni perché il tema dei cambiamenti non deve vedere nessuno da solo in un paese dove la solitudine tra i giovani e gli anziani è un fatto terribile. Non trovare oggi un lavoro cambia i diritti di cittadinanza. A questo dedicheremo il Congresso nazionale della Cisl, perché questo è il tema centrale del paese. Non solo pane, ma anche le rose, gridavano un tempo le mondine. Il rispetto della dignità del lavoro, la sua qualità, devono diventare l’orizzonte del sindacato”.     

Hanno anche partecipato all’iniziativa Gigi Petteni, Segretario Confederale Cisl, Mons. Longoni, (direttore dell’ Ufficio Nazionale per i problemi del lavoro della CEI), Roberto Rossini (Presidente nazionale ACLI), Giorgio Vittadini (Presidente Fondazione per la Sussidiarietà), Franco Riva (Filosofo, Università Cattolica).

Aprendo in mattinata i lavori, Petteni è entrato nei contenuti della proposta Cislspiegando che i vantaggi fiscali e contributivi alle imprese che creano lavoro di qualità, la formazione continua, l’apprendistato, l’alternanza scuola lavoro, il contrasto all’abbandono scolastico,l’ intervento sui tirocini e sui voucher e il maggior spazio alle politiche attive, sono alcune delle proposte della Cisl che possono far crescere l’occupazione a partire da quella di qualità, vera priorità del Paese. “Non esistono scorciatoie, il lavoro, come la crescita, non si creano per legge ma riorientando le politiche economiche. Le politiche del lavoro possono e devono fare la loro parte” – ha spiegato Petteni.

Per la Cisl bisognerebbe “sostenere con una specifica premialità contributiva e/o fiscale le imprese e le filiere che creano lavoro di qualità in settori con elevate prospettive occupazionali” come l’ambiente o i servizi alla persona ma anche sostenere la formazione continua degli occupati e l”apprendistato. La Cisl ha ribadito la necessità di rafforzare l’alternanza scuola lavoro per migliorare l’occupabilità dei giovani. “Occorre far dialogare tra loro – ha affermato Petteni – due mondi, quello della scuola e quello del lavoro, che non si sono mai parlati”. Allo stesso modo “vanno contrastati abbandono scolastico e universitario definendo percorsi di recupero”. La Cisl ha chiesto di intervenire sui tirocini extracurriculari, “quelli che i nostri giovani (circa 400.000) fanno al termine di una laurea o un diploma come primo contatto con il mondo del lavoro: oggi – sottolinea Petteni – è spesso usato per mascherare lavoro sottopagato a 3-400 euro al mese. Vanno riformati”.

Occorre inoltre per la Cisl dare avvio “senza indugi” alla sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione per i primi 30-40mila percettori di Naspi “per poi estendere nel corso dell’anno lo strumento a tutti i disoccupati che lo chiedano” e “va messo in campo da subito un progetto per la fase 2 di Garanzia Giovani che, facendo tesoro delle criticità della prima fase, finalizzi meglio gli obiettivi di avvicinamento alla occupabilità”. Infine – ha affermato in conclusione del suo intervento Petteni- “deve continuare il contrasto al falso lavoro autonomo ma va sostenuto il lavoro autonomo vero rafforzando le tutele per i collaboratori” e “va affrontata senza demagogia la questione dei voucher che finora non hanno centrato l’obiettivo di riduzione del sommerso, ma paradossalmente lo hanno favorito. La soluzione non sta nell’abrogazione ma nell’introdurre significative limitazioni all’ambito di utilizzo”.

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