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G7 ambiente. Sindacati ai Governi: “Le politiche ambientali possono favorire l’occupazione”

Pubblicato il 9 Giu, 2017

9 giugno 2017- “Con l’iniziativa dei sindacati del G7 a Bologna, il sindacato italiano ed internazionale hanno fatto sentire la propria voce contro il cambiamento climatico ed a sostegno dell’Accordo di Parigi sul clima e definito una posizione comune che verrà inviata a tutti i Governi del G7”. Lo dichiara il Segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, facendo riferimento al documento sui temi dello sviluppo sostenibile presentato unitariamente da Cgil Cisl e Uil, i sindacati europei ed internazionali oggi a Bologna al convegno organizzato dalle tre confederazioni in occasione del G7 sull’Ambiente. “Quella di Trump è una decisione antistorica e soprattutto stupida- ha sottolineato Farina nel suo intervento all’iniziativa alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali internazionali e dei Paesi del G7. “La cura dell’ambiente non ha alternative per i limiti fisici del pianeta e perché, come detto nel documento, non ci sono posti di lavoro in un “pianeta morto. Inoltre- conclude Farina- non dimentichiamo che senza la difesa dell’ambiente non c’è sviluppo, anzi, sono proprio le politiche ambientali che possono favorire l’occupazione e la costruzione di un modello di lavoro maggiormente sostenibile”.

“Non vi sono posti di lavoro su un pianeta morto”sottolineano nel documento unitario Cgil, Cisl, Uil  ricordando la strada indicata dai sindacati ai governi: quella di “partire dalla conferma e dall’attuazione dell’accordo di Parigi e dagli obiettivi dell’Agenda 2030 per promuovere uno slancio a favore della trasformazione industriale ed economica verso un’economia rispettosa dell’ambiente, che garantisca occupazione dignitosa per tutti e sia socialmente inclusiva”. 
Nel documento i sindacati chiedono ai paesi del G7, che “dovranno assumere un ruolo guida rispetto agli altri governi” nel percorso verso una “giusta transizione”, di intraprendere azioni specifiche. Innanzitutto è necessario “garantire che i contributi determinati a livello nazionale (NDC) rispettino l’obiettivo globale di emissioni, per evitare un aumento di temperatura oltre i 2°C”, e “rafforzare le priorità ambientali e climatiche nei bilanci dei paesi e nella cooperazione internazionale”.
“È importante – si legge nella dichiarazione sindacale – avviare un dialogo tra Istituzioni, sindacati e datori di lavoro sui mezzi atti a garantire una giusta transizione per i lavoratori e le comunità, compreso il sostegno alla creazione di fondi per conseguire obiettivi climatici più ambiziosi”.  Tra le azioni indicate nel documento anche quella di “elaborare una strategia industriale rispettosa dell’ambiente, che consideri come priorità altrettanto importanti il lavoro dignitoso, un basso livello di emissioni e un utilizzo efficiente delle risorse”. Inoltre occorre “sostenere gli investimenti nei settori con elevata capacità di creazione di occupazione e di tutela dell’ambiente, rafforzare le normative in tema di processi industriali eco sostenibili e ridurre l’utilizzo delle sostanze tossiche”. Infine, “vanno aumentati i finanziamenti a sostegno delle popolazioni locali che si trovano ad affrontare eventi climatici estremi, in particolare nell’Africa subsahariana, in modo tale che non siano costrette ad emigrare”.

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