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Pensioni. Furlan: “Bene apertura su aspettativa di vita.Ora il Governo non puo’ rimanere insensibile. La Cisl è pronta al confronto”

Pubblicato il 24 Ott, 2017

25 ottobre 2017- “Sul tema della revisione dell’aspettativa di vita, considero molto importante e positiva la presa di posizione del Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, nonche’ vice segretario del Pd, cui si aggiungono anche le dichiarazioni e gli appelli di importanti esponenti parlamentari”. Commenta così la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan l’apertura di Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura e vicesegretario del Partito democratico all’ipotesi di bloccare o almeno rivedere l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. “Non tutti i lavori sono uguali. E non tutti i lavoratori hanno la stessa aspettativa di vita per le mansioni che fanno” ha dichiarato il Ministro.

“Lo abbiamo detto con chiarezza: c’e’ tutto il tempo per trovare una soluzione condivisa che eviti questo indiscriminato innalzamento per tutti dell’eta’ pensionabile, rivedendo i criteri con il confronto con il sindacato cosi come era previsto nell’accordo siglato con il Governo alcuni mesi fa” – ha ricordato la leader della Cisl. “Non tutti i mestieri e le professioni sono uguali. Bisogna individuare dei criteri piu’ equi che tengano conto della maggiore gravosita’ di alcuni lavori rispetto al altri. Si tratta di una questione di buon senso su cui il Governo non puo’ rimanere indifferente o insensibile. La Cisl e’ pronta al confronto e fa appello al senso di responsabilita’ del Governo, del Parlamento e di tutte le forze politiche”.

A sollecitare nuovamente “Il  blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita previsto per il 2019 e l’avvio del confronto per una modifica dell’attuale meccanismo per superare e differenziare le attuali forme di adeguamento, tenendo conto anche delle diversità nelle speranze di vita e nella gravosità dei lavori” sono stati ieri i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Roberto Ghiselli, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti, che in una nota congiunta nel ribadire che “non tutti i lavori sono uguali” hanno chiesto all’Esecutivo di mantenere fede agli impegni assunti nell’intesa del 28 settembre 2016.

“L’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita – hanno tenuto a precisare – comporta conseguenze preoccupanti in un mercato del lavoro caratterizzato da un’elevata disoccupazione sia giovanile che over 50, e in cui sono ancora evidenti le ferite causate dall’aumento repentino dei requisiti pensionistici dovuto alla legge Monti-Fornero, che ha creato il drammatico fenomeno degli esodati”. 

“Inoltre – hanno poi aggiunto – è legittimo qualche dubbio sull’assoluta esattezza delle stime fornite dall’Istat poiché in più di un’occasione l’Istituto ha rettificato misurazioni prodotte anche con notevoli oscillazioni, come nel caso del Pil lo scorso giugno”.

Quanto all’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aumento di cinque mesi dell’aspettativa di vita, certificato ieri dall’Istat, Cgil, Cisl e Uil hanno spiegato che “porterebbe l’età pensionabile degli italiani a 67 anni, requisito che, a normativa vigente, si sarebbe dovuto raggiungere, nel 2021”. “Quindi – proseguono – non si tratta, come affermato scorrettamente da alcuni professori e esponenti delle istituzioni, di minare la tenuta finanziaria del sistema previdenziale ma, al contrario, di garantirne nel tempo la sostenibilità anche sociale”.

I tre segretari confederali hanno poi concluso che sarebbe molto grave ignorare che “dietro i numeri e gli automatismi esistono persone e storie lavorative, anche per prevenire e limitare i rischi di malattie ed infortuni professionali connessi all’aumento dell’età” e come sarebbe molto grave ignorarlo”.

 

 

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