Le istituzioni di governo non possono più sottrarsi dal ruolo di raccordo, di stimolo e coordinamento di tutti gli attori della prevenzione al fine di collaborare in modo assiduo ed ordinato nel programmare piani di azione a supporto delle realtà lavorative, specie per le piccole e micro imprese e per le aziende che operano con contratto di appalto. Celebrare quest’anno il 1 maggio, la festa del lavoro, parlando di salute e sicurezza, questo vuole dire – ha affermato con forza il Segretario Cisl – che non solo il sindacato confederale da sempre c’è e continua a credere nel cambiamento ed ad impegnarsi, ma che vuole procedere in raccordo e sinergia con le altre forze in campo, datoriali ed istituzioni (nazionali e locali) dentro una precisa strategia nazionale che da troppo tempo manca”.
Anche la Federazione nazionale agroalimentare della Cisl, Fai, esprime vicinanza e cordoglio alle famiglie degli operai che hanno perso la vita nell’esplosione del mangimificio Ecb di Treviglio. “Chiediamo una svolta, un rinnovato e rigoroso impegno sui temi della prevenzione, della formazione e delle attività di contrasto a un fenomeno che continua ogni anno a mietere decine di vittime. Qualcosa di inaccettabile: nel 2018 non si può continuare a morire di lavoro”.
“L’impegno a fermare questa scia di sangue – continua il comunicato – deve essere comune e coinvolgere istituzioni, imprese e mondo del lavoro. La Fai continuerà ad esercitare la massima pressione in tutte le sedi per garantire una svolta attraverso le leve della rappresentanza, della contrattazione nazionale e decentrata, della bilateralità. Servono relazioni sindacali più partecipate, che mettano al centro questi temi rendendoli elementi qualificanti per dare dignità e sicurezza alle persone e al lavoro”.