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Lavoro  Furlan: “Il Governo apra un confronto serio con i sindacati sullo sviluppo”

Pubblicato il 22 Giu, 2018
22 giugno 2018. “Serve una forte azione nel nostro Paese, come Cgil Cisl e Uil, per cominciare un confronto serio con il nuovo Governo sul tema dello sviluppo, per indicare quali investimenti e quali priorità per il futuro, per il lavoro, perché il Paese non sia spaccato in due fra generazioni e fra nord e sud. Abbiamo un grande compito da svolgere”. Lo ha dettto  oggi la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan in un video messaggio al Congresso nazionale della Uil in corso a Roma. “Nell’ultimo anno abbiamo visto segnali, seppure deboli di ripresa. Sono ripartiti anche gli investimenti, ma non basta. Tanti sono i punti di Pil che dobbiamo recuperare, tanti sono i posti di lavoro che dobbiamo recuperare”. 

“Se nel nostro Paese c’e’ ancora coesione sociale, lo si deve anche all’azione dei sindacati. Dobbiamo guardare al futuro, al futuro del lavoro, abbiamo bisogno di creare, attraverso il lavoro, quella centralita’ della persone che e’ venuta a mancare. Dobbiamo ripartire dal lavoro” ha aggiunto. “C’e’ un clima davvero positivo nel sindacato italiano, in Cgil, Cisl e Uil. Abbiamo lavorato tanto insieme in questi ultimi anni anche con qualche risultato positivo per gli uomini e le donne del lavoro. Abbiamo trascorso quattro anni di tanta sofferenza che hanno messo a dura prova i redditi di lavoratori e pensionati, dei giovani che non hanno e non trovano lavoro. Eppure grazie alla determinazione dei sindacati confederali in questi anni di sofferenza e di crisi, attraverso la contrattazione e il contratto di solidarieta’, abbiamo saputo salvaguardare posti lavoro”. 
Ed aggiunge dichiarandosi “assolutamente d’accordo con la piattaforma per la rinascita e lo sviluppo proposta dal Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: il tema della crescita, dello sviluppo e quindi del lavoro deve essere al centro non solo della nostra proposta ma anche dell’agenda politica. La priorità è il lavoro. Insieme poi a tutti quei fattori che sostengono la produzione e la crescita, quindi gli investimenti pubblici e privati in infrastrutture, ricerca, innovazione e tanta formazione”.

“Il lavoro è anche un modello sociale su come si sta insieme, -ha aggiunto- con quali obiettivi comuni, in un paese che ha visto sfibrare il filo della solidarieta’, dello stare insieme degli uomini e donne, dei giovani e degli anziani. Questi anni di crisi hanno messo a dura prova la coesione sociale. E se nel nostro paese c’è ancora coesione sociale e rispetto lo si deve anche all’azione dei grandi sindacati confederali che hanno sempre saputo mettere al centro la dignita’ della persona”. 

Il nostro Paese non ha bisogno di salario minimo, fortunatamente oggi copriamo oltre l’85% dei lavoratori e delle lavoratrici con i contratti di settore e di categoria. Bisogna vedere come, attraverso un allargamento della contrattazione, possiamo dare anche risposte a quelli che oggi questa copertura non ce l’hanno. I salari minimi sono i minimi tabellari nei contratti nazionali delle categorie”. E’ la posizione ribadita dalla Segretaria generale della Cisl commentando le proposte del ministro al Lavoro e allo sviluppo economico Luigi Di Maio.
 
Furlan ha osservato che “il reddito di cittadinanza deve essere fortemente legato al tema del lavoro, un ponte tra il momento di non lavoro, gli ammortizzatori sociali e il nuovo lavoro: altrimenti non ha senso”. Secondo Furlan, c’e’ bisogno di “investimenti e su cio’ che crea lavoro”. La leader della Cisl ha quindi riconosciuto l’importanza di dare “diritti e tutele lavoratori e lavoratrici che oggi non ne hanno e i rider sono un primo esempio” ma ha osservato che “le trasformazioni nel mondo del lavoro chiameranno a confrontarci anche su altre situazioni” create dalla digitalizzazione. “Credo – ha concluso – che la contrattazione nazionale, ma anche aziendale e territoriale, sia lo strumento per affrontare un tema cosi’ importante attraverso il quale siamo in grado di dare risposte ai tanti lavoratori e lavoratrici”.
 
E a Reggio Emilia ad una iniziativa della Fnp Cisl in memoria di Aldo Moro a quarantanni dell’assassinio, la Segretaria generale della Cisl richiamandosi al pensiero di Aldo Moro, “apprezzato docente universitario, politico illuminato e grande statista” dal quale, sottolinea “i giovani possono trarre giovamento”, è tornata a porre l’accento sull’importanza di ricreare un clima di coesione sociale.

 
Per la leader Cisl, Moro fu ucciso “perchè aveva una visione del futuro democratico del paese. Era un convinto europeista ed un assertore del dialogo sociale come elemento ‘costitutivo’ ed indispensabile per la coesione sociale ed il Governo del paese. La sua linea del compromesso significava non accontentarsi, era un’ idea coraggiosa di mettersi insieme finalizzato al bene comune del paese. Ben altra cosa rispetto ad un contratto di governo che ha bisogno di essere siglato davanti ad un notaio” ha sottolineato.
“Bisogna ripartire dal futuro dei giovani, dalla scuola e dalla formazione proprio come predicava Aldo Moro” ha poi aggiunto. “Ripartire dalla dignità del lavoro, dalla centralità dell’Europa, dalla nevessità di una maggiore giustizia sociale. In questo gli insegnamenti di Moro sono assolutamente attuali soprattutto su come costruiamo la comunità attraverso legami forti tra giovani ed anziani, tra chi ha il lavoro e chi non ce l’ha, tra le diverse provenienze territoriali, tra il nord ed il sud, tra italiani ed immigrati. Abbiamo tanto bisogno di rileggere quelle pagine del pensiero di Moro e di attualizzarle per dare risposte alle complessità del mondo moderno” ha concluso.
 

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