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Parigi Furlan, l’Europa risponda unita alla tragedia francese

Pubblicato il 17 Nov, 2015

Riccione, 17 novembre 2015. Commovente l’accoglienza che i delegati della Cisl hanno riservato ai nostri omologhi europei invitati dalla Cisl alla Tavola rotonda sui modelli organizzati a confronto per la sfida partecipativa. La platea, in piedi, ha lungamente applaudito il Segretario confederale della CFDT francese, Yvan Ricordeau, dimostrando solidarietà e vicinanza. “Oggi più che mai siamo tutti francesi, tutti parigini” ha ricordato il moderatore della tavola rotonda, Giuseppe Iuliano citando le parole della Segretaria generale, Annamaria Furlan che già ieri nel suo intervento di apertura della Conferenza Nazionale Organizzativa Programmatica della Cisl aveva sollecitato “ognuno a fare la sua parte”, invitando il sindacato tutto “ad aprire un dialogo fecondo, non episodico, con le comunità islamiche che vivono in Italia. A partire dal loro Consiglio nazionale del quale è autorevole e riconosciuto componente Mohamed Saady, il Presidente della nostra Anolf. Proporrò,-aveva aggiunto Furlan- tra le iniziative da mettere in campo, a CGIL e UIL di incontrare insieme il Consiglio islamico per avviare un percorso permanente di confronto e di collaborazione finalizzato all’integrazione sociale nel rispetto delle fedi, delle culture, delle identità e ad iniziative comuni contro il terrorismo islamista che demarchi con assoluta chiarezza l’abisso che lo separa dall’islam autentico, tollerante e non violento. Risposta perentoria, doverosa, urgente, nell’interesse dello stesso Islam autentico, a chi già esaspera il mercato della paura e specula a man bassa, nel tentativo di mietere consensi elettorali, sull’equivalenza tra Islam e terrorismo e tra migranti e Jiadismo della porta accanto! Nel quadro, in breve descritto, la diagnosi che da tempo la CISL ha formulato sull’Unione Europea risulta, e non ne siamo lieti, pienamente confermata. L’Europa è colpevole per un peccato omissivo -ha aggiunto Furlan-, di latitanza, di assenza, di ottusa sordità alle domande della storia. Non mi stancherò di ripeterlo: con gli Stati Uniti d’Europa, con una politica estera europea accompagnata da forza di dissuasione militare e da politiche di cooperazione internazionale e di allargamento dell’Unione lo Stato islamico terrorista non sarebbe mai nato. L’offensiva contro il terrorismo non si può gestire in ordine sparso, acefalo e perdente come sino ad oggi è accaduto. Bisogna completare, in tempi brucianti, l’Unione economica”.
“Su questi temi il movimento sindacale europeo, la CES in primo luogo, devono far risuonare, limpida e forte, in tutte le sedi istituzionali e in tutte le piazze d’Europa la voce del lavoro, voce di denuncia, di responsabilità, di passione, di proposta, di partecipazione. L’idea dell’Europa unita è scaturita come presidio di pace sulle macerie di due guerre mondiali e dell’olocausto. La CISL è nata, unica nel panorama sindacale italiano, con questa stupenda utopia concreta di civiltà. Senza pace non c’è giustizia sociale e senza giustizia sociale non può esserci pace. In questa reciprocità-aveva concluso Furlan- risiede la civiltà del lavoro, l’essenza della nostra missione, il senso etico e politico delle nostre opere e la speranza dei nostri giorni”.
Ed il Segretario generale della Ces, Luca Visentini, intervenuto alla Conferenza di Riccione, ha annunciato questa mattina le future iniziative che la Ces sta mettendo in campo per alzare una barriera contro l’ondata di odio che ha colpito l’Europa. Tra queste il 18 dicembre, insieme al sindacato francese, in Croazia, in occasione della giornata internazionale del migrante ed una manifestazione che coinvolgerà, lo stesso giorno, tutte le capitali europee.

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