La Cisl Basilicata fin dal 2022 con l’iniziativa dal titolo «Aree interne, luoghi da vivere», ha messo al centro della sua azione sindacale e ha focalizzato la sua attenzione sul tema della Basilicata come regione che va interpretata e gestita come una grande area interna, decifrando la lettura dei dati, delle criticità, ma anche delle opportunità attraverso questa specifica peculiarità della nostra regione, ossia quella di un territorio che si caratterizza per essere prevalentemente, e non circonstanziatamente, un’area interna con tutte le difficoltà strutturali che ne derivano quando si definiscono le politiche pubbliche di progettazione di servizi in risposta ai bisogni delle persone. Le aree interne hanno la caratteristica di essere territori periferici e marginali, perché lontani e spopolati, e mettendo da parte la retorica di come rendere attrattivi turisticamente i luoghi remoti per coloro che allontanandosi dai ritmi della città vogliono vivere, per qualche giorno, l’atmosfera del borgo antico e autentico, resta la questione essenziale per il sindacato – ma a nostro avviso anche per gli amministratori politici –delle aree interne come comunità di persone con bisogni a cui non si riescono a dare risposte dignitose perché considerate un costo diseconomico che non merita investimenti e attenzione pari a quelle in cui si riesce ad impattare su grandi numeri.
La mancanza di servizi essenziali e di infrastrutture adeguate – dalla sanità all’istruzione, dai trasporti alla connettività digitale, agli sportelli bancari e ai negozi di prima necessità – non è un semplice disagio, ma una vera e propria negazione dei diritti di cittadinanza. La possibilità di studiare, curarsi, lavorare e comunicare, prelevare da un bancomat o acquistare il pane e rifornirsi di carburante non può e non deve essere un privilegio riservato a chi vive in contesti più grandi. È invece un diritto inalienabile di ogni persona, a prescindere dal luogo in cui vive. Quando un cittadino non può esercitare questi diritti, si crea una disuguaglianza inaccettabile, che mina alla base i principi di equità e giustizia sociale su cui si fonda la nostra Repubblica e tradotto negli articoli 2 e 3 della Costituzione.
Questa ingiustizia profonda e sistemica, risuona in modo particolarmente forte e doloroso nella nostra regione che per la sua natura orografica e demografica è un simbolo vivente e un banco di prova di questa drammatica situazione che rischia di tradursi in una minaccia esistenziale in termini di prospettive future per la Basilicata. L’accorato appello lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana sul rischio di scomparsa delle aree interne del nostro Paese, in Basilicata risuona ancora più forte, per cui la nostra regione rischia di non essere solo una regione con aree interne, ma di diventare, essa stessa, un’area interna che lentamente e inesorabilmente scompare.
La Cisl Basilicata crede che sia necessario un cambiamento di paradigma culturale, di programmazione politica e azione amministrativa. Dobbiamo smettere di guardare alle aree interne come ad un problema da contenere e iniziare a vederle come un’opportunità di sviluppo sostenibile e di innovazione sociale in cui praticare nuovi modelli partecipativi e di erogazione di servizi essenziali e non. Il documento preliminare alla definizione della prossima strategia nazionale per le aree interne parte dalla considerazione che, sulla base delle tendenze demografiche in atto e quelle previste, ogni territorio, ogni Comune, debba porsi uno di questi quattro obiettivi: a) inversione di tendenza relativamente alla popolazione; b) inversione di tendenza relativamente alle nascite; c) contenimento della riduzione delle nascite; d) accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile.
La Basilicata, che presenta ormai dati cronici – poiché stabilizzati nel tempo ed in negativo – rispetto ai tassi di fecondità, di nascita, di spopolamento, di rapporto anziani/giovani, dovrebbe rassegnarsi ad un percorso di spopolamento irreversibile, ma in questo caso non si tratterebbe di un pezzetto di territorio regionale, ma di un intero sistema regionale. Un sistema regionale che, pur nella sua fragilità, dà un grandissimo contributo al sistema Paese e al PIL nazionale con le estrazioni petrolifere, oltre che con la risorsa idrica, per cui meriterebbe una straordinaria attenzione.
Per questo, la Cisl Basilicata lancia una proposta concreta e audace: organizzare in Basilicata una conferenza nazionale di servizio su come progettare e realizzare politiche pubbliche per le piccole comunità e fare della Basilicata un laboratorio di sperimentazione pilota per l’intero Paese in cui dare una diversa prospettiva alla Strategia nazionale per le aree interne. L’obiettivo è quello di riunire Governo nazionale, Regioni, stakeholder, sindacati, mondo produttivo e del terzo settore, esperti e cittadini per individuare e progettare nuove politiche e soluzioni che possano garantire la presenza di servizi essenziali e qualità della vita nelle aree interne attraverso modalità innovative e sostenibili.
La Basilicata, con le sue dinamiche sfidanti e le sue risorse, può diventare il terreno fertile per sperimentare modelli di sanità territoriale, hub digitali di comunità, co-working e servizi di prossimità che sfruttino le nuove tecnologie e soprattutto la forza della solidarietà locale. La lotta per la sopravvivenza delle aree interne è una battaglia per l’Italia intera, ed è una sfida per la democrazia e l’incarnazione dei principi costituzionali. La Cisl Basilicata si impegna ad essere in prima linea in questa sfida, perché la dignità del lavoro e la giustizia sociale non possono prescindere dalla dignità e dalla giustizia di ogni territorio. È giunto il momento di dare un segnale forte e di trasformare il grido di allarme della CEI in un’azione concreta e propositiva, per far sì che la Basilicata e le aree interne italiane non scompaiano, ma diventino luoghi in cui realizzare politiche impostate sulle piccole comunità.