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Calabria. Lavia (Cisl): “Sanità e sociale, priorità per il nuovo governo regionale per una vera e diffusa inversione di tendenza. Lavorare insieme per integrare sanità e sociale”

Pubblicato il 20 Set, 2025

«La Sanità calabrese – scrive in una nota il Segretario Generale della CISL Calabria, Giuseppe Lavia – resta in difficoltà, in un contesto nazionale in cui è evidente come, dopo anni di tagli e di vincoli anacronistici ai tetti di spesa del personale, serva portare più in alto il rapporto PIL-risorse assegnate al Servizio Sanitario Nazionale. 

Nella nostra regione – prosegue Lavia – i dati Gimbe registrano un miglioramento riguardo ai LEA per due aree su tre (ospedaliera e prevenzione). Restiamo in ritardo sull’area distrettuale, cioè in quella medicina del territorio che è invece centrale per garantire il diritto alla salute. 

La crisi della medicina territoriale porta inevitabilmente all’intasamento dei Pronto Soccorso, con il numero degli accessi impropri che supera il 50%. Occorre superare i ritardi nella realizzazione delle 61 Case di Comunità e dei 20 Ospedali di Comunità previsti per la Calabria. L’esperienza fallimentare della Case della Salute mai partite sia da monito. 

Ma senza nuove assunzioni sarà impossibile attivare i servizi previsti. Per ogni Casa di comunità Hub, oltre ai medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti, servono un coordinatore infermieristico, da 7 a 11 infermieri, 5-8 unità di personale di supporto socio-sanitario e amministrativo.   

La priorità è in generale un grande piano reclutamento del personale sanitario che resta insufficiente nonostante le assunzioni e le stabilizzazioni effettuate. Per arginare la fuga dei medici dal servizio pubblico e per attrarre invece personale medico servono incentivi economici e condizioni di benessere organizzativo che vanno ricostruite, in un quadro di difficoltà nel reclutamento dei medici che accumuna tante regioni. 

Su mobilità passiva, liste di attesa, emergenza urgenza, tempi dei soccorsi restano tante criticità sulle quali occorre continuare a lavorare. E troppi calabresi – evidenzia ancora Giuseppe Lavia – sono costretti ancora a curarsi fuori regione. Per una vera e completa inversione di tendenza e per garantire pienamente il diritto alla salute serve una profonda revisione del sistema sanitario regionale, ci sono tantissime cose da fare, ad iniziare dalla scelta di un management che sia ovunque all’altezza delle sfide. 

Particolare attenzione va prestata alla qualità dell’ADI erogata agli over 65. Non bastano poche ore di assistenza per una vera presa in carico. 

Il privato, che non demonizziamo, deve integrare l’offerta sanitaria pubblica. Non può prendersi la polpa e lasciare l’osso al pubblico, come avviene in alcuni casi in Calabria. 

Sul sociale, serve attuare il Piano Regionale sulle fragilità, approvare il Piano Sociale Regionale per consentire la coprogettazione di Piani Sociali di Zona capaci di rispondere ai bisogni in maniera puntuale, attuare tutte le misure del Piano triennale per l’invecchiamento attivo. La grande sfida è realizzare l’integrazione fra sociale e sanitario. 

Come CISL – conclude il Segretario regionale dell’organizzazione sindacale, Giuseppe Lavia – siamo pronti a collaborare con il futuro governo regionale, consapevoli che per un problema così complesso non esistano soluzioni semplici, lavorando nell’interesse dei calabresi che hanno diritto ad una sanità normale. Con l’urgenza di uscire da un Commissariamento infinito, che ci ha regalato fino a poco tempo fa personaggi tragicomici, che i calabresi non dimenticano. Con la necessità di rendere molto meno stringenti i vincoli del piano di rientro. La strada del confronto è l’unica possibile».