Questa mattina si è svolto presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’incontro per l’esame congiunto sulla cassa integrazione straordinaria del gruppo Acciaierie d’Italia. Alla riunione hanno partecipato il vice capo gabinetto del ministero, dott. Luca Sabatini, lo staff ministeriale, i dirigenti di Acciaierie d’Italia, rappresentati dal dott. Maurizio Saitta e dal dott. Claudio Picucci, nonché i responsabili delle Politiche Attive del Lavoro e le organizzazioni sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
Al centro dell’incontro l’avvio della discussione sulla nuova istanza di cassa integrazione straordinaria inviata in data 12 giugno 2025 da Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria, a seguito dell’interruzione dell’attività dell’Altoforno n.1 causata dall’incendio e dal sequestro dell’autorità giudiziaria, che per fortuna non ha provocato incidenti per i nostri lavoratori. La proposta iniziale dell’azienda prevede l’erogazione di 4.050 unità di cassa integrazione, di cui 3.500 nel sito di Taranto.
Valerio D’Alò, segretario nazionale della Fim Cisl, ha sottolineato «l’importanza di tutelare la sicurezza e i diritti di tutti i lavoratori coinvolti», evidenziando la necessità che «gli Enti locali, in particolare le Regioni interessate, attivino ogni forma di integrazione degli aspetti salariali attraverso politiche attive del lavoro». Ha inoltre ribadito che «il nuovo accordo deve preservare gli elementi chiave del precedente, garantendo continuità e stabilità nel percorso di tutela occupazionale e salariale». Per D’Alò «è fondamentale definire un Piano di lavoro chiaro e trasparente, che delinei con responsabilità le modalità di gestione di questa fase critica», e ha richiamato «l’importanza di una sintesi costruttiva tra Enti locali e nazionali per rilanciare il settore attraverso strumenti come l’AIA e l’Accordo di Programma».
Nel corso dell’incontro, il dott. Saitta ha annunciato che «l’intenzione dell’azienda è far ripartire l’altoforno 2 entro dicembre 2025». Il programma prevede, quindi, fino a dicembre il proseguimento dell’attività con l’altoforno 4, per poi provvedere alla fermata per effettuare le opportune manutenzioni. In sostanza, fino a febbraio 2026 si opererà con un solo altoforno, in attesa di nuovi sviluppi riguardanti la vicenda giudiziaria relativa all’altoforno 1.
Saitta ha infine ribadito che «a Palazzo Chigi sono state garantite le risorse per la continuità», e che «questo decreto – al momento – stanzia 200 milioni», chiaramente insufficienti per arrivare sino a fine anno. In tema di formazione professionale, la Fim Cisl ha chiesto un percorso finalizzato alla crescita del bagaglio culturale, allargando le competenze e le professionalità e che dia anche sostegno economico. Rispetto a questo punto si è registrato l’impegno della Regione Puglia ad avviare un percorso di formazione, tale da consentire oltre alla riqualificazione una integrazione salariale, attraverso due bandi. «Ci aspettiamo che anche le altre Regioni possano dare il proprio contributo sul tema della formazione attraverso l’avvio di bandi/avvisi propedeutici», ha concluso D’Alò. La Fim Cisl continuerà a vigilare affinché vengano adottate tutte le misure necessarie a garantire la tutela dei lavoratori e il rilancio sostenibile di Acciaierie d’Italia, nel rispetto delle esigenze industriali e sociali del territorio.
Metalmeccanici. D’Alo’ (Fim Cisl): “Acciaierie d’Italia: «vigilare sulla ripresa e la tutela dei lavoratori in un contesto di crisi e rilancio sostenibile”
Questa mattina si è svolto presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’incontro per l’esame congiunto sulla cassa integrazione straordinaria del gruppo Acciaierie d’Italia. Alla riunione hanno partecipato il vice capo gabinetto del ministero, dott. Luca Sabatini, lo staff ministeriale, i dirigenti di Acciaierie d’Italia, rappresentati dal dott. Maurizio Saitta e dal dott. Claudio Picucci, nonché i responsabili delle Politiche Attive del Lavoro e le organizzazioni sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
Al centro dell’incontro l’avvio della discussione sulla nuova istanza di cassa integrazione straordinaria inviata in data 12 giugno 2025 da Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria, a seguito dell’interruzione dell’attività dell’Altoforno n.1 causata dall’incendio e dal sequestro dell’autorità giudiziaria, che per fortuna non ha provocato incidenti per i nostri lavoratori. La proposta iniziale dell’azienda prevede l’erogazione di 4.050 unità di cassa integrazione, di cui 3.500 nel sito di Taranto.
Valerio D’Alò, segretario nazionale della Fim Cisl, ha sottolineato «l’importanza di tutelare la sicurezza e i diritti di tutti i lavoratori coinvolti», evidenziando la necessità che «gli Enti locali, in particolare le Regioni interessate, attivino ogni forma di integrazione degli aspetti salariali attraverso politiche attive del lavoro». Ha inoltre ribadito che «il nuovo accordo deve preservare gli elementi chiave del precedente, garantendo continuità e stabilità nel percorso di tutela occupazionale e salariale». Per D’Alò «è fondamentale definire un Piano di lavoro chiaro e trasparente, che delinei con responsabilità le modalità di gestione di questa fase critica», e ha richiamato «l’importanza di una sintesi costruttiva tra Enti locali e nazionali per rilanciare il settore attraverso strumenti come l’AIA e l’Accordo di Programma».
Nel corso dell’incontro, il dott. Saitta ha annunciato che «l’intenzione dell’azienda è far ripartire l’altoforno 2 entro dicembre 2025». Il programma prevede, quindi, fino a dicembre il proseguimento dell’attività con l’altoforno 4, per poi provvedere alla fermata per effettuare le opportune manutenzioni. In sostanza, fino a febbraio 2026 si opererà con un solo altoforno, in attesa di nuovi sviluppi riguardanti la vicenda giudiziaria relativa all’altoforno 1.
Saitta ha infine ribadito che «a Palazzo Chigi sono state garantite le risorse per la continuità», e che «questo decreto – al momento – stanzia 200 milioni», chiaramente insufficienti per arrivare sino a fine anno. In tema di formazione professionale, la Fim Cisl ha chiesto un percorso finalizzato alla crescita del bagaglio culturale, allargando le competenze e le professionalità e che dia anche sostegno economico. Rispetto a questo punto si è registrato l’impegno della Regione Puglia ad avviare un percorso di formazione, tale da consentire oltre alla riqualificazione una integrazione salariale, attraverso due bandi. «Ci aspettiamo che anche le altre Regioni possano dare il proprio contributo sul tema della formazione attraverso l’avvio di bandi/avvisi propedeutici», ha concluso D’Alò. La Fim Cisl continuerà a vigilare affinché vengano adottate tutte le misure necessarie a garantire la tutela dei lavoratori e il rilancio sostenibile di Acciaierie d’Italia, nel rispetto delle esigenze industriali e sociali del territorio.