La Cisl SLP Belluno Treviso esprime forte preoccupazione per le gravi criticità riscontrate in diversi uffici postali della provincia recentemente interessati da interventi di riqualificazione nell’ambito del Progetto Polis di Poste Italiane. Il piano, finanziato anche con fondi del PNRR, ha l’obiettivo di rinnovare e modernizzare circa 7.000 sedi nei piccoli Comuni, migliorandone la funzionalità e garantendo una maggiore accessibilità ai servizi. Ma purtroppo in diversi casi gli uffici ristrutturati sono stati riconsegnati non in regola con i requisiti di legge in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.“Abbiamo constatato – denuncia il segretario generale della Cisl SLP Belluno Treviso Marco Pertile – che molti uffici, una volta riaperti al pubblico, presentano carenze inaccettabili dal punto di vista della salute e della sicurezza: mancano gli estintori o sono abbandonati a terra, non è stata installata la cartellonistica di sicurezza prevista dalla normativa, le vie di fuga non sono adeguatamente segnalate, i cartelli di divieto assenti, in alcuni casi i quadri elettrici presentano cavi a vista, con evidenti rischi per lavoratori e utenti”.Una situazione che, oltre a rappresentare una palese violazione della normativa (in particolare del D. Lgs. 81/2008 sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), espone i direttori delle filiali – in qualità di datori di lavoro – a gravi responsabilità in caso di incidenti o emergenze.Cisl SLP punta il dito in particolare contro il dipartimento Immobiliare di Poste, che cura tutta la gestione tecnica, operativa, amministrativa e strategica del patrimonio immobiliare della società – dalla manutenzione alla sicurezza, dai contratti alle vendite, dalla locazione ai progetti infrastrutturali) e che ha dunque gestito il progetto Polis. “Quando le ditte hanno consegnato gli immobili ristrutturati – spiega Pertile –, Immobiliare non ha verificato che tutto fosse a posto. Abbiamo più volte segnalato queste mancanze a Poste Italiane, chiedendo interventi immediati di messa a norma, ma non abbiamo ricevuto riscontri concreti. Per questo motivo è già pronta la nostra segnalazione formale allo Spisal. Il Progetto Polis rappresenta un’occasione importante per il rilancio dei servizi nei piccoli Comuni ma non può essere perseguito a scapito della sicurezza di chi ci lavora e dei cittadini che utilizzano questi spazi. La salute e la sicurezza devono venire prima di ogni altra cosa”.Particolarmente emblematico è il caso dell’ufficio postale di Castello di Godego, rimasto chiuso per quasi cinque mesi per lavori di riqualificazione e riaperto a metà aprile: fili scoperti, estintori lasciati a terra, cartellonistica assente o inadeguata. La direttrice, consapevole dei rischi, ha inoltrato due segnalazioni a Immobiliare, ma a quasi due mesi dalla riapertura le criticità non sono ancora state risolte. Una situazione simile si registra anche ad Altivole, dove le problematiche di sicurezza risultano note da tempo ma ancora in attesa di intervento.“I direttori degli uffici postali – conclude Pertile – fanno la loro parte, segnalano puntualmente le anomalie alle strutture competenti, ma i tempi di risoluzione sono inaccettabilmente lunghi. È inammissibile che dopo mesi di lavori e fondi pubblici investiti, le sedi riaperte non siano conformi alle normative sulla sicurezza. Questo comportamento denota una gestione superficiale e dimostra che, purtroppo, la salute dei lavoratori e la tutela dei cittadini non sono una priorità per l’azienda”.