20 maggio 2020 – “I tempi sono maturi per uno Statuto della Persona che Lavora, che non significa affidarsi ad una Legge calata dall’alto, ma aprire a un’azione congiunta di tutti gli attori sociali, economici e istituzionali, con il comune obiettivo di mettere al centro lo sviluppo integrale dell’essere umano”. Lo ha sottolineato oggi il Segretario Generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, introducendo il seminario della Cisl a cinquanta anni dello Statuto dei lavoratori. “Lo Statuto è un frutto maturo e una pietra miliare di una stagione lontana, dominata dalle grandi aziende e da un mercato del lavoro che ancora non risentiva delle spinte disgreganti della globalizzazione e della pervasività tecnologica. Quell’esperienza suggerisce, nel metodo, ciò di cui oggi avremmo bisogno: un campo largo di collaborazione che aiuti a fare incontrare culture e visioni per far progredire diritti, tutele, partecipazione”, ha aggiunto il numero due della Cisl.
“Oggi i lavori sono tanti e segmentati, i tipi di occupazione oscillano da subordinato ad autonomo, con molte forme ibride. Bisogna trovare una formula nuova che tuteli tutti, compresi autonomi e atipici. C’è da lavorare sul fronte della formazione continua, delle politiche attive, da assicurare transizioni tutelate, da garantire ad ogni lavoratore retribuzioni e pensioni dignitose”, ha sottolineato Sbarra.
“La contrattazione deve essere protagonista di questa nuova stagione. I rapporti devono evolvere nella direzione di una buona flessibilità negoziata, che permetta al sistema sociale e produttivo di adattarsi al respiro economico senza lasciare mai un giorno la persona priva di reddito, di formazione, di adeguamento professionale.Dobbiamo governare contenuti e tutele preservando e valorizzando il libero e autonomo incontro contrattuale, senza l’irrigidimento di leggi invasive su salari e orari, rappresentanza e causali, turni e organizzazione del lavoro. Fondamentale dovrà essere il sostegno allo sviluppo di relazioni industriali sempre più partecipative. Come 50 anni fa, va creato uno spazio in cui lavorare insieme a un disegno organico, che dia opportunità di crescita e realizzazione a tutti, a partire dai più deboli”.