Il Coordinamento Sanità della Fp Cisl, allarmata da notizie circa una possibile richiesta di trasferimento in massa degli infermieri in servizio presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica del Vito Fazzi di Lecce chiede alla Asl di Lecce, attenta alle problematiche legate al rischio di sindrome da burnout e da stress da lavoro correlato, una disamina sulla questione e in estrema ratio un intervento della Psicologia del Lavoro.
È doveroso soffermarsi sull’alto impatto emotivo a cui sono sottoposti gli operatori sanitari che operano in una unità ove èevidente la sofferenza di pazienti con un alto indice di gravi patologie, a volte infauste, come quelle oncologiche.
Impatto emotivo e condizioni che ancor di più si accentuano se trattasi di pazienti in tenerissima età per le cui cure e assistenza, il più delle volte, in occasioni di somministrazione medicinali e prelievi, diventa arduo e difficoltoso con la presenza di solo 1 infermiere a turno.
Ciò premesso, il personale infermieristico presente nella U.O. di Oncoematologia Pediatrica del P.O. Fazzi è pari a n. 4 infermieri pediatrici e n. 6 infermieri quando, invece, nel fabbisogno del personale sono previsti n. 14 infermieri pediatrici.
Senza ulteriormente disquisire con la solita filastrocca sulle assenze per permessi L.104/92 e varie, allo stato risulta impossibile garantire una idonea attività assistenziale H24 posto che, il personale in servizio, dislocato al 5° piano degenze, deve anche garantire le prestazioni agli accessi
DH al 3° piano che si aggirano in media a n. 20 die, oltre provvedere al ritiro medicinali e accompagnare i piccoli pazienti per le varie consulenze in tutto il Presidio.
Sebbene i ricoveri in degenza si attestino a 3-4, non può essere immaginabile vista la peculiarità dei pazienti in cura per i quali, come detto, in alcune occasioni l’assistenza sanitaria non può garantirsi con un solo infermiere specie in orario notturno.
A conforto appunto delle lagnanze, il previsto fabbisogno di personale deliberato dall’ ASL Lecce, dovrebbe essere pari a n. 14 infermieri pediatrici.
Si chiede, quindi, laddove esperiti e vanificati tutti i tentativi di potenziamento del personale nella U.O. di Oncoematologia Pediatrica mediante ricollocamento di personale anche in modalità isorisorse, utilizzare e condividere, temporaneamente, percorsi alternativi così come generalmente avviene in casi estremi ed eccezionali dovuti a carenza di personale.