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Spesa sociale dei Comuni – Rilevazione ISTAT e studio Cnel

Pubblicato il 13 Ott, 2025

Nei giorni scorsi l’Istat ha pubblicato i dati relativi alla spesa per i servizi sociali dei Comuni dell’anno 2022 . Nonostante il gap temporale l’indagine permane di particolare interessante perché rappresenta la fonte informativa principale e più dettagliata sul piano nazionale ed utile a verificare l’evoluzione nel tempo del quadro finanziario e dei connessi interventi. 

La spesa rilevata dall’Istituto di statistica ammontava a circa 9 miliardi di euro (11 se si considerano le compartecipazioni degli utenti e del Servizio sanitario nazionale e 7,5 se invece si sterilizza la quota legata ai servizi per la prima infanzia ormai inseriti nel sistema di istruzione).

Una spesa che risulta in crescita rispetto all’anno precedente, ma ancora ridotta e stabile rispetto al Pil (0,46%) e soprattutto fortemente differenziata a livello territoriale; non soltanto in riferimento alla tradizionale frattura Nord/Sud, ma anche a livello sub regionale, come ad esempio tra Comuni di piccole dimensioni ed i grandi Comuni (150 euro è la spesa media pro capite, 51 quella di un piccolo Comune del Sud e 292 quella di uno grande del Nord est) e tra aree centrali e interne. Ciò perché in larga parte finanziata con risorse proprie dei Comuni, anche se in quota inferiore rispetto al passato e quindi dipendente dalla capacità impositiva degli enti, ma probabilmente anche per la diversa capacità amministrativa degli stessi di acquisire ed impegnare risorse derivate dagli altri livelli istituzionali. 

Per le aree di utenza si mantiene la maggior quota di spesa per famiglia e minori (destinata per il 40% a finanziare i nidi e servizi similari), quindi quella destinata alle persone disabili (marcatamente diseguale territorialmente) e quella per gli anziani (la cui crescita nominale non inverte il trend di riduzione nel tempo rispetto sia all’intero ammontare della spesa sociale sia di quella pro capite per persona anziana). Dopo la pandemia si riduce la spesa per il contrasto alla povertà, mentre cresce quella per l’inclusione della popolazione immigrata.

Da segnalare l’aumento significativo del finanziamento indirizzato al potenziamento del servizio sociale professionale che sembra risentire positivamente della definizione del livello essenziale degli assistenti sociali fissato al rapporto di 1 a 5000 abitanti per Ambito territoriale sociale e del finanziamento nazionale dedicato.  

Questa dinamica viene confermata per gli anni più recenti, sia pure con una base dati diversa dalla rilevazione ISTAT, anche da un recente studio dell’Osservatorio nazionale sui servizi sociali del Cnel, (vai all’L’Osservatorio Nazionale sui servizi territoriali (ONSST) del CNEL) fondato su altre fonti informative. In particolare si apprezza una dinamica crescente di spesa (+29 % dal 2019 al 2024 – dati Banca d’Italia), con un lento ma significativo recupero delle aree meridionali rispetto alla media nazionale. Ma la crescita ed il parziale riallineamento territoriale riguarda anche l’utenza dei servizi passati da circa 98 per 1000 abitanti del 2019 a circa 125 del 2023 (media nazionale – fonte Sogei), giovandosi delle nuove risorse vincolate del Fondo di solidarietà comunale (attualmente Fondo speciale equità livello dei servizi) unitamente all’attivazione di poteri sostitutivi e alla responsabilizzazione diretta dei Comuni, derivante dal quadro normativo legato al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali ed al corrispondente fabbisogni standard.

IL quadro che emerge dalla lettura complementare degli studi conferma la scelta strategica della Cisl di dare nuovo impulso a tutti i livelli dell’Organizzazione alla contrattazione sociale di prossimità , in particolare nel settore del welfare sociale per: rafforzare il sistema di governance sovracomunale degli ambiti territoriali sociali; potenziare i servizi e la gestione associata degli stessi; concentrare le risorse verso il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali; sostenere tutti i processi di consolidamento della programmazione partecipata.