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Manovra. Sbarra: “Nostra manifestazione di sabato non ‘contro’ ma per rivendicare sviluppo, occupazione, coesione con uno spirito propositivo”


“Non è vero che Mario Draghi vada avanti per la sua strada, senza badare troppo alle richieste dei sindacati. E, per capirlo, basta confrontare la Legge di Bilancio di oggi con quella di ottobre. Di passi avanti ne sono stati fatti tanti, proprio in virtù del dialogo riconquistato con il Governo”. Lo ha sostenuto oggi in una intervista a ‘Globalist’ il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. “Abbiamo ottenuto miglioramenti fondamentali su riduzione delle tasse ai lavoratori e pensionati- ha aggiunto Sbarra- risorse per gli ammortizzatori universali, stanziamenti per la sanità e la non autosufficienza, rinnovi al pubblico impiego, aumento del fondo caro bollette, rifinanziamento del Reddito di cittadinanza, rivalutazione delle pensioni, aumento della tax area per i pensionati. E poi l’impegno forte ad aprire al più presto un confronto con il sindacato per superare le rigidità della Legge Fornero e per accelerare la riforma fiscale. Avanzamenti ottenuti da una mobilitazione sindacale intransigente, responsabile e costruttiva”. Il leader della Cisl ha inoltre ribadito la necessità di “proseguire su questa strada per migliorare ulteriormente l’azione pubblica, a sostegno delle fasce e delle zone deboli”. E sulla manifestazione nazionale di sabato prossimo in Piazza Santi Apostoli a Roma, Sbarra ha ricordato che sarà nel segno della responsabilità e della partecipazione. “Non andiamo in piazza contro- ha detto-  ma per rivendicare sviluppo, occupazione, coesione sociale con uno spirito propositivo. La Cisl punta a migliorare ulteriormente i contenuti della manovra su lavoro, scuola, politiche industriali, occupazione di giovani e donne, caro-bollette, impegnando il Governo sulle stringenti priorità economiche e sociali, senza incendiare i rapporti sociali e industriali”. “Non è lo sciopero la via giusta- ha ribadito-bisogna consolidare l’interlocuzione con il Governo che non vuol dire deporre gli strumenti dell’iniziativa sindacale, ma essere consapevoli che in questa delicata fase della storia nazionale serve coesione sociale. Unità d’intenti e d’azione, che portino a risposte su un’agenda sociale ben definita nei temi del lavoro stabile e di qualità, della formazione, del contrasto all’inflazione, della ripartenza dei salari e di tutti i redditi, della transizione industriale e della convergenza sociale e territoriale. Obiettivi che richiedono un governo partecipato degli investimenti e dei progetti del PNRR e che vanno inseriti in un quadro organico e concertato, con riforme condivise che aprano una stagione di crescita che non escluda nessuno”. Ed infine il segretario generale della Cisl ha sottolineato come l’azione unitaria del sindacato sia “un grande valore, che bisogna saper coltivare ogni giorno con i fatti e non a parole. Resta, però, un mezzo e non un fine in sé. È evidente che in questa vicenda sono riemerse con nettezza due culture sindacali diverse: una più movimentista e antagonista, l’altra più pragmatica e partecipativa. Un monito ai soloni che continuano a sparlare di sindacato unico. Vedremo nelle prossime settimane quanto e come sarà possibile tornare a fare sintesi su obiettivi e modalità d’azione”.

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