1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Notizie > Giovani e...
  6. /
  7. Rapporto Unicef-Italia “25 anni...

Rapporto Unicef-Italia “25 anni di progressi per l’infanzia e l’adolescenza”

Pubblicato il 12 Nov, 2014

“Sono passati 25 anni da quando, il 20 novembre del 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il trattato sui diritti umani maggiormente ratificato nella storia, con 194 Stati parte” dichiara il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera presentando oggi il nuovo rapporto “25 anni di progressi per l’infanzia e l’adolescenza”, lanciato oggi.

«Fin dalla sua approvazione l’UNICEF è stato in prima linea nella promozione della Convenzione: la missione dell’UNICEF è, infatti, quella di proteggere i diritti di tutti i bambini, in ogni luogo e in qualsiasi attività che porta avanti ed è l’unica organizzazione specificatamente menzionata dalla Convenzione come fonte di assistenza tecnica e di consulenza.»

La pubblicazione, presentata stamattina a Roma, si focalizza sui principali traguardi raggiunti in questo quarto di secolo, grazie anche alle azioni e alle politiche sollecitate dalla Convenzione. A 25 anni dalla sua approvazione l’UNICEF si è posto una semplice ma ineludibile domanda: oggi il mondo è un posto migliore per i bambini e gli adolescenti?

Dai risultati emersi si registrano alcuni progressi senza precedenti:

1. Riduzione della mortalità infantile

Dal 1990 il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni è stato quasi dimezzato, passando dai 12,6 milioni di decessi annui del 1990 ai 6,3 milioni del 2013.

La maggior parte dei decessi dei bambini sotto i cinque anni avviene per cause che si potrebbero prevenire, e circa il 44% di queste morti avviene nei 28 giorni successivi alla nascita. Globalmente, sono ancora 17.000 i bambini che muoiono ogni giorno .

Polmonite (seppure in netto calo in questi ultimi anni), diarrea e malaria restano le singole cause principali di morte, mentre quasi la metà (il 45%) di tutti i decessi sotto i cinque anni ha come concausa la malnutrizione.

2. Istruzione

Tra il 1990 e il 2012, il numero di bambini privi di accesso alla scuola primaria è diminuito di oltre il 40%, scendendo da oltre 100 (1990) a 57 milioni nel 2011. La qualità dell’insegnamento è però l’ostacolo principale: almeno 250 milioni di bambini non sono ancora in grado di leggere, scrivere e far di conto, che vadano a scuola o meno.

L’iscrizione alla scuola materna, fondamentale per l’apprendimento nella loro vita, è passata dal 27% del 1990 al 54% del 2012, mentre ancora molti paesi devono raggiungere il traguardo dell’istruzione secondaria universale.

3. Vaccinazioni

Ogni anno oltre 100 milioni di bambini vengono vaccinati. Ciononostante, ancora il 20% della popolazione infantile mondiale – quella più povera – non riceve regolari vaccinazioni pediatriche. Dal 1988 i casi di polio nel mondo sono diminuti di oltre il 99%.

4. Salute materna

A livello globale si stima che nel 2013 si siano registrati circa 289.000 decessi connessi alla gravidanza o al parto. con una diminuzione di circa il 45% rispetto al 1990. Le complicazioni durante la gravidanza e il parto sono alcune delle cause principali di morte tra le adolescenti.

I neonati le cui madri muoiono durante le loro prime sei settimane di vita corrono un rischio di morte entro i primi due anni di vita particolarmente elevato.

5. HIV-AIDS

Grazie alla diffusione dei programmi per prevenire la trasmissione da madre a figlio dell’HIV, le infezioni da HIV nei bambini sotto i 14 anni si sono ridotte di oltre la metà.

6. Mutilazioni genitali femminili

Attualmente si registra un importante movimento a livello globale contro le mutilazioni genitali femminili: circa 10.000 comunità locali e 8 milioni di persone in 15 Stati hanno dichiarato la propria volontà ad abbandonare questa pratica dannosa.

7. Registrazione alla nascita e migrazioni

Tra il 2000 e il 2010 a livello globale il tasso di registrazione alla nascita è aumentato dal 58 al 65%. Ma circa 230 milioni di bambini sotto i 5 anni non sono stati registrati: significa che 1 bambino su 3 ufficialmente non esiste. E sono 35 milioni i migranti internazionali che hanno meno di 20 anni e che hanno diritto di ricevere la protezione consona alla loro età.

8. Lavoro minorile

Il numero di bambini tra i 5 e i 17 anni coinvolti nel lavoro minorile è diminuito di circa un terzo dal 2000 a oggi, ma un bambino su quattro nei paesi meno sviluppati lavora. Complessivamente 168 milioni di bambini sono ancora costretti a lavorare.

9. Povertà

La quota della popolazione mondiale che vive con meno di 1,25 dollari al giorno si è ridotta dal 47% del 1990 al 20% del 2010.

La povertà colpisce soprattutto i bambini, creando un ambiente che non ne favorisce il sano sviluppo e mina le loro opportunità di vita. Circa la metà (47%) delle persone che vive in condizioni di povertà estrema nel mondo ha meno di 18 anni.

 

 

Condividi