Il testo del Decreto riparto Fondo politiche per la famiglia – anno 2019

Pubblicato il 26 Lug, 2019

24 luglio 2019 – Il testo del Decreto di riparto del Fondo nazionale per le politiche della Famiglia per il 2019, il cui ammontare complessivo è di 94 milioni di euro che vengono destinati:

  • per un importo pari a 79 milioni ad attività di competenza statale di varia natura, ma con particolare riferimento a iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro nonché di promozione del welfare familiare aziendale, all’istituzione e alla promozione della Carta famiglia (nei giorni scorsi è stato emanato il decreto attuativo), ad attività ministeriali di assistenza tecnica e consulenza gestionale (massimo 1% della dotazione);
  • per 15 milioni di euro ad interventi di competenza regionale e degli enti locali a sostegno della natalità e della genitorialità.

Per quanto riguarda le iniziative per la conciliazione tempi di vita e di lavoro, di competenza diretta del Ministero della Famiglia e disabilità, i contenuti e le modalità di finanziamento saranno previsti da un avviso pubblico indirizzato alle aziende. Su questo punto Regioni e Comuni hanno ottenuto, in sede di intesa in Conferenza Unificata, che le progettualità siano quanto più diffuse su tutto il territorio nazionale e che siano coinvolti i Comuni nel caso di servizi di welfare aziendale rivolti alla persona.
Da rilevare a tal proposito che il Ministro Lorenzo Fontana – di recente sostituito nell’incarico da Alessandra Locatelli – ha costituito un Tavolo istituzionale di confronto e dialogo rivolto alle imprese per favorire buone pratiche di welfare aziendale riferito alla famiglia. Le aziende, con un numero di dipendenti non inferiore a 50, che hanno aderito alla manifestazioni pubblica di interesse – rilevate alla fine dello scorso giugno – sono complessivamente 66 (elenco consultabile sul sito www.politichefamiglia.it

Per quanto concerne la quota del Fondo da ripartire alle Regioni la scadenza è fissata per il prossimo 9 agosto, data entro al quale potranno presentare al Ministero la richiesta di trasferimento delle risorse per attività o progetti contenuti nella programmazione regionale volti a favorire la natalità, anche sostenendo i Centri per famiglia e la componente sociale dei Consultori familiari nonché la genitorialità. Le Regioni dovranno prevedere il cofinanziamento di tali attività per un importo pari almeno al 20% delle risorse statali.

Per la Cisl “l’incremento del Fondo nazionale contenuto nell’ultima Legge di Bilancio dopo anni di riduzioni che lo avevano portato ad una dotazione poco più che simbolica di 5 milioni di euro nel 2017 e 4,5 nel 2018, rappresenta un segnale positivo che però si colloca in un quadro nel quale, nonostante le dichiarazioni del Governo, le politiche per la famiglia restano carenti e disorganiche, peraltro in assenza del Piano nazionale, così come non si è sviluppata l’interlocuzione con le parti sociali e l’associazionismo.
Lo stesso decreto di riparto quindi sconta vari limiti, infatti pur andando a sostenere iniziative nell’ambito del mondo del lavoro non ha visto il coinvolgimento nella sua stesura dei soggetti di rappresentanza e non prevede la valorizzazione della contrattazione collettiva, limitandone così la portata.
Anche per la quota destinata alle Regioni, vista peraltro l’esiguità delle risorse rispetto alle necessità del sistema, non si rileva una finalizzazione delle stesse su precisi obiettivi ed interventi”.

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