1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Notizie > Società
  6. /
  7. Notizie > Società >...
  8. /
  9. Povertà ed inclusione sociale,...

Povertà ed inclusione sociale, siglato il Memorandum d’intesa. Cisl: “Frutto del nostro impegno per i più deboli. Ma la nostra battaglia continua”

Pubblicato il 20 Apr, 2017

Aprile 2017 – E’ stato siglato il 14 Aprile a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Gentiloni, dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Poletti e dal portavoce dell’ Alleanza contro la Povertà Rossini, il Memorandum d’intesa su povertà ed inclusione sociale che fissa i i punti di accordo che dovranno essere inclusi nel decreto attuativo della Legge delega contro la povertà che introdurrà il reddito di inclusione. Per la Cisl la sigla rappresenta un passo molto importante frutto di un grande impegno e dell’intenso lavoro dell’organizzazione negli ultimi anni in connessione con le altre organizzazioni dell’ Alleanza, attraverso incontri tecnico-politici con rappresentanti del Governo e del Parlamento.

Nel Memorandum vengono definiti importanti punti del Reddito d’Inclusione, la misura di contrasto alla povertà prevista dalla Legge Delega approvata recentemente in Parlamento  che sarà introdotta il prossimo anno in sostituzione della misura sperimentale attualmente in vigore (il SIA). La definizione nel dettaglio del Reddito d’Inclusione, che sarà contenuta nel decreto legislativo conseguente alla Legge Delega, dovrà dunque tener conto dei punti indicati nel testo del Memorandum riguardanti: i criteri per stabilire l’accesso dei beneficiari e l’importo del beneficio; un meccanismo per evitare disincentivi al lavoro; il finanziamento dei servizi; il supporto tecnico ai territori; il monitoraggio e la forma di gestione della misura.

Si tratta di un evento assai rilevante, ultima tappa di un lungo lavoro che ha coinvolto la CISL a partire dalla creazione dell’Alleanza, nel 2013, e successivamente all’elaborazione della proposta di Reddito d’inclusione sociale (il REIS a cavallo tra 2013 e 2014) e al suo perfezionamento, nonché all’ottenimento di un apposito Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (2015), fino al confronto con Governo e Parlamento e al contributo fornito per la definizione della Legge Delega (2016).

Da vent’anni non veniva firmato un Memorandum d’intesa riguardante le Politiche Socio-assistenziali ed è riconosciuto a livello istituzionale che difficilmente si sarebbe ottenuta l’introduzione del Reddito d’Inclusione senza l’apporto dell’Alleanza contro la povertà. È chiaro che il peso contrattuale di quest’ultima è stato rilevante proprio in virtù dell’ampia rappresentatività delle organizzazioni che la compongono, ma la trattativa ha potuto essere condotta fino ad un risultato molto prossimo alle nostre aspettative per la solidità della proposta elaborata (il REIS), senza la quale avremmo visto, nella migliore delle ipotesi, una semplice proroga delle misure di contrasto alla povertà fino ad oggi sperimentate.

Il Reddito d’Inclusione, con i finanziamenti ad esso assegnati, coprirà in prima applicazione solo le famiglie in povertà con minori, con figli disabili gravi, con donne in stato di gravidanza accertata, o con disoccupati al di sopra dei 55 anni, ovvero la platea prioritaria indicata nella Legge Delega. Per estendere la misura a tutto l’universo delle famiglie in povertà assoluta, come richiesto dalla Cisl, sarà necessario, secondo stime dell’Alleanza, quadruplicare i finanziamenti.

Importante dunque secondo la Cisl che il Piano Nazionale di contrasto alla povertà indichi chiaramente un percorso pluriennale, che preveda un incremento graduale del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale già a partire dalla prossima Legge di Stabilità.la Cisl conferma a tale riguardo il proprio impegno, confortata dalle aperture a riguardo fatte pubblicamente dal Presidente del Consiglio nel suo intervento poco prima della firma,

L’altro nodo riguarda lo sviluppo dei servizi alla persona per l’inclusione che, come indicato nel Memorandum, potranno disporre di cospicue risorse grazie ad una linea di finanziamento a loro riservata (pari almeno al 15% del Fondo, ma supererà il 25% se si considerano anche i finanziamenti non strutturali: ad es. il PON Inclusione). Per la Cisl tale sviluppo è necessario per dare sostanza al percorso di reinserimento socio-lavorativo dei beneficiari del Reddito d’Inclusione ed evitare che essi si fossilizzino nella loro condizione di difficoltà. Pur nella consapevolezza che si tratti di un traguardo difficile da raggiungere, soprattutto nelle aree territoriali più disagiate, la Cisl ritiene  che proprio su questo si potrà testare il buon funzionamento della misura. 

Allegati a questo articolo

Condividi