REI: primo passo verso la lotta alla povertà assoluta ma deve essere accompagnato da un Piano per l’ incremento delle risorse

Pubblicato il 8 Set, 2017
8 settembre 2017. Nella Confrenza stampa del 6 settembre u.s. l’Alleanza contro la povertà in Italia ha espresso soddisfazione per la definitiva approvazione del Reddito d’Inclusione Sociale (REI), la misura strutturale di contrasto alla povertà che sostituirà il SIA a partire dal prossimo gennaio. 
E’ stato sottolineato come il REI sia arrivato alla fine di un lungo percorso che ci ha visto attivamente partecipi all’interno dell’Alleanza e che ha condotto, dopo una serie di confronti tecnico politici, prima alla firma del memorandum d’intesa col governo (cfr. circolare della Segreteria Generale-Politiche Sociali  del 19/4/2017 Prot.SG 529/U) e poi all’approvazione del relativo decreto in piena sintonia con l’intesa siglata.
 
Come ben evidenzia il documento presentato, tuttavia, la insufficiente disponibilità di risorse nel Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale non permette per ora di rispondere adeguatamente alle tre direttrici principali sulle quali si giudica solitamente un reddito minimo e che riteniamo essere anche i nostri obiettivi: completa copertura della platea dei bisognosi, adeguatezza dell’importo economico, sviluppo dei servizi alla persona necessari ad accompagnare i beneficiari nel percorso di inclusione socio-lavorativa. 
Per quanto riguarda la platea di riferimento, i poveri assoluti dai primi conti effettuati risulterebbero coperti solo al 38% (1,8 milioni circa su 4,75). Anche la percentuale dei minori indigenti che ricevono il REI, destinatari prioritari, pur più consistente non supererebbe il 59%. 
L’importo medio del sostegno monetario, sebbene risulti in molti casi più alto di quanto finora concesso con le misure sperimentali (ad es. il SIA), risulterebbe ancora al di sotto di quello che sarebbe necessario per fare uscire completamente i nuclei riceventi dalla loro situazione di povertà assoluta (complessivamente in media 289 euro contro 396, sempre secondo questi primi calcoli).
Lo sviluppo dei servizi alla persona, infine, necessiterebbe almeno in una prima fase di un sostegno maggiore di quello previsto nel Decreto (20% del Fondo in luogo del 15%) soprattutto per consentire un efficace sviluppo dei medesimi nelle regioni che ne sono più carenti. 
 
L’insieme di queste considerazioni porta a ritenere che l’introduzione del REI sia un buon e sostanziale primo passo verso la lotta alla povertà assoluta ma che, per non risultare di rimanere una riforma incompiuta, debba essere accompagnato da un Piano triennale che preveda un adeguato incremento delle risorse dedicate negli anni a venire. 
Sosteniamo dunque che già dalla prossima Legge di stabilità si debba incrementare strutturalmente il Fondo per la Lotta alla povertà e all’esclusione sociale e che tale incremento debba proseguire negli anni successivi, allargando progressivamente la platea fino a raggiungere potenzialmente tutti i nuclei in povertà assoluta, incrementando il sostegno economico fino al livello adeguato alla fuoriuscita dalla condizione di povertà, e fornendo loro servizi di accompagnamento che permettano di portare a compimento per quanto possibile i percorsi di inclusione dei beneficiari. Secondo le stime dell’Alleanza per fare ciò sarebbero necessari complessivamente circa 7,1 miliardi di euro a regime, dunque occorrerebbe incrementare progressivamente il Fondo nei prossimi anni di ulteriori 5,3 miliardi.
 
Il REI è stato disegnato, grazie anche al nostro intervento, in maniera flessibile nei suoi parametri principali, dunque presenta tutte le caratteristiche per potere efficacemente incorporare eventuali maggiori risorse e rendere attuabili gli obiettivi sopra indicati. 
 
Abbiamo cominciato e continueremo a lavorare in questi giorni al livello centrale con governo e Parlamento allo scopo di ottenere incrementi di risorse già dalla prossima legge di bilancio, che dovranno comunque essere aggiuntivi nell’ambito della spesa sociale, e di definire congiuntamente al più presto il previsto Piano triennale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
 
Riteniamo tuttavia che il corretto utilizzo dei fondi per lo sviluppo dei servizi alla persona e la governance dei processi d’inclusione siano prevalentemente delegati ai singoli territori, non solo perché questo prevede il Decreto, ma anche per le differenze economico sociali che li contraddistinguono. Nelle interazioni con regioni ed enti locali a riguardo, il fondamentale ruolo che noi possiamo svolgere, anche di contatto col mercato del lavoro, potrebbe risultare potenziato dall’efficace raccordo con le altre organizzazioni all’interno dei tavoli dell’Alleanza, nei quali dunque vi invitiamo a partecipare attivamente. 

Condividi