CISL
CISL

Gli editoriali di Daniela Fumarola su ‘Il Messaggero’ e ‘Il Giornale’ sulle conseguenze dei dazi nel nostro Paese

Pubblicato il 2 Apr, 2025

“I provvedimenti protezionistici che l’Amministrazione Trump metterà in campo oggi, in particolare la seconda tranche di dazi, dopo quelli del 25% sull’acciaio e l’alluminio introdotti a marzo, sono davvero preoccupanti. La portata di queste nuove scelte sono senza precedenti nella recente politica statunitense e mettono a rischio, solo nel nostro Paese, decine di migliaia di posti di lavoro” (…) L’impatto di una guerra tariffaria potrebbe costare alle aziende italiane tra i 4 e i 7 miliardi di euro con ripercussioni pesantissime sull’occupazione, pari a una riduzione di oltre sessantamila posti di lavoro ogni anno. Gli Usa rappresentano il principale mercato extra-Ue per l’export italiano, pari a 65 miliardi di euro nel 2024, con un surplus di 39 miliardi. Colpire questo legame significherebbe danneggiare direttamente la manifattura italiana, in particolare comparti ad alta intensità di lavoro e innovazione. Molti sarebbero i settori coinvolti, a dimostrazione della diversificazione e della qualità del Made in Italy, agroalimentare, vitivinicolo, macchinari, farmaceutica tra i settori più a rischio (…) Crediamo necessario che il Governo, insieme alle parti sociali, si prepari sin da ora a sostenere le imprese e i lavoratori colpiti, con strumenti adeguati, politiche attive e passive mirate e politiche industriali e commerciali concrete, coerenti con le linee guida europee. La via migliore arriva da un patto sociale trilaterale – Governo, Sindacato Confederale, Associazioni Datoriali che individui obiettivi condivisi di produttività, competitività, salari, formazione e nuove tutele del lavoro, per coniugare sostenibilità e rafforzamento dell’economia (…) Oltre agli effetti sul nostro tessuto economico e sociale l’inasprimento dei dazi rischia di consegnarci un mondo ancora più insicuro e instabile dell’attuale. Bisogna farsi trovare preparati. Non basta esprimere preoccupazione per gli effetti che le scelte americane potranno avere nel breve e nel medio periodo o auspicare che ci possa essere un ripensamento, che potrebbe essere ampiamente giustificato dall’effetto boomerang dei dazi sulla stessa economia americana. La prima forma di reazione deve essere nel segno della coesione e dell’unità dell’Europa (…).

Allegati a questo articolo

Condividi