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Sicurezza. Vespia (Cisl): “Per vigili del fuoco e penitenziari rivedere organico, stipendi, previdenza e riconoscere finalmente le competenze”

Pubblicato il 5 Apr, 2022
“Come Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl il nostro intento principale continua ad essere quello di garantire supporto, vicinanza, attività contrattuale ai lavoratori dei Vigili del Fuoco e della Polizia Penitenziaria, cercando di migliorare il modo di rapportarci con le Amministrazioni e, in particolare, di riformare il sistema delle relazioni sindacali che negli ultimi tempi ci è parso soggetto ad un arroccamento, con atteggiamenti non sempre rivolti al dialogo”. Lo ha detto durante il suo intervento al congresso della Fns Cisl, in corso dal 5 al 7 aprile a Tivoli, il segretario generale della Fns Cisl, Massimo Vespia. “Entrando nello specifico- ha sottolineato Vespia- le prossime azioni sindacali che occorrerà mettere in campo per garantire delle migliori condizioni lavorative al personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dovranno concentrarsi, da un lato, sulle questioni economiche e sugli aspetti stipendiali e previdenziali, dall’ altro, sulla legittimazione delle competenze professionali che solo i lavoratori di questo settore possiedono nell’ambito del soccorso. Il riconoscimento delle malattie professionali e della prevenzione ci vede ancora molto lontani anche da un limite di accettabilità. Su questo tema registriamo un debole coinvolgimento dell’Amministrazione. Riteniamo siano scarse le risorse economiche investite sull’argomento ed insufficiente la conoscenza della materia. Inadeguato in termini di strutture e personale l’apparato medico-scientifico, spaventosamente ancora non conformato alle reali esigenze di un moderno CNVVF. E’ sulla macchina del soccorso che riteniamo si debba far chiarezza definitiva, rendendo razionale, efficiente ed efficace la risposta delle Istituzioni e di tutti coloro che compongono il variegato sistema soccorso, sia a livello centrale che territoriale. Pensiamo che, anche nell’articolato sistema della Protezione Civile, si debba trovare un ordine funzionale tramite un’organica proposta che potenzi ulteriormente il Corpo nel coordinamento dei soccorsi e quindi che incrementi i Vigili del Fuoco soprattutto a livello decentrato. Sul fronte dell’azione sindacale nella Polizia Penitenziaria cerchiamo di migliorare e semplificare gli accordi sul FESI che finalmente, dopo anni di lotta sindacale solitaria da parte della FNS CISL, vedrà tornare a valorizzare la contrattazione aziendale, visto che una importante quota di risorse economiche sono state destinate a quei tavoli sindacali, un risultato, questo, raggiunto ed oggi sottoscritto da tutte le altre organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria. E poi i molteplici accordi per definire i PCD per la Mobilità a domanda del Personale, i PCD per l’accesso ai Settori Specialistici del Corpo, le Stabilizzazioni che da anni erano impiegati in tanti ambiti dell’extra-moenia gravando però sugli Organici dei Reparti degli Istituti Penitenziari. E proprio sulle dotazioni organiche ci ha impegnati un confronto lunghissimo, necessario a scardinare un sistema che le aveva determinate nel tempo, portando ad emanazione di Decreti Ministeriali assolutamente incoerenti tra organici previsti ed organici necessari, organici senza alcuna logica di sviluppo nel sistema di avanzamento delle carriere e con previsioni mortificanti spesso anche verso le differenze di genere; rimane infatti l’anomalia nel Comparto Sicurezza che vede il Corpo di Polizia Penitenziaria essere l’unico che prevede un contingente numerico massimo di donne. Abbiamo lavorato e servirà insistere sulla modifica del sistema delle sanzioni disciplinari, un provvedimento legislativo (il D.L. 449 del 1992) vetusto e non più attuabile. Tanto lavoro fatto e tanto da fare, in un settore così difficile come quello penitenziario. In questi anni abbiamo visto accadere di tutto, passando da una emergenza ad un’altra, sempre con politiche tampone e senza nessuna strategia strutturale che mirasse a dare regole certe e nel diritto di quanto necessario assicurare e riconoscere ai colleghi. Penso alla Riforme subite, da quella del sistema previdenziale, a quelle che dovevano servire a fronteggiare l’emergenza sovraffollamento detenuti, che abbiamo sempre contestato doversi affrontare con decreti svuota carceri che, dopo pochi mesi, vedevano la situazione tornare identica; alla riforma della Sanità Penitenziaria che ha scaricato sulle carceri le difficoltà organizzative delle ASL sul Territorio, Autorità Sanitarie che, assicurando con fatica i diritti di assistenza pubblica, hanno scelto spesso di lasciare ulteriormente indietro quei Cittadini Reclusi; alla riforma degli OPG che ha lasciato alle carceri la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, motivo all’origine di almeno il 70% delle aggressioni che subiscono i Poliziotti ogni giorno negli Istituti, un fatto grave e intollerabile. Abbiamo tanto da fare e serve poter contare sulla collaborazione di ogni livello della FNS CISL, di ogni Quadro che possa offrire un qualificato contributo all’agire della Segreteria Nazionale, tramite un continuo ed infaticabile lavoro di squadra”.

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