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Sicurezza. Vespia (Fns Cisl): “Mancano 4000 mila unità nelle nostre carceri. Si risolvano le criticità che riguardano il personale penitenziario troppo spesso dimenticato”

Pubblicato il 13 Mag, 2021

“Nel corso dell’ incontro di oggi con l’ On. Francesco Paolo Sisto, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, abbiamo evidenziato alcune criticità che da troppo tempo gravano sul nostro sistema penitenziario, temi che devono essere affrontati con misure strutturali ed organiche per restituire certezze a tutto il Personale, troppo spesso dimenticato”. Lo dichiara in una nota il Segretario generale della Fns Cisl, la Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl, Massimo Vespia. “Come Fns Cisl- sottolinea Vespia- siamo tornati a chiedere l’assunzione di 4000 mila unità da reperire anche tramite lo scorrimento delle graduatore degli Idonei degli ultimi Concorsi, è infatti da anni ormai risaputa l’endemica carenza delle dotazioni organiche; gli equipaggiamenti (soprattutto le uniformi) sono un altro problema che non può più essere rinviato. Da risolvere il fenomeno delle aggressioni, tema sul quale giace da tempo immemore una nuova disposizione nelle stanze di via Arenula, mentre Uomini e Donne della Polizia Penitenziaria continuano a subire lesioni e violenze quotidianamente. Diventa fondamentale la modifica del decreto legislativo n.449 del 1992, quello relativo al sistema delle sanzioni disciplinari per il Personale: troppe volte abbiamo denunciato che quell’impianto normativo è inadeguato, ha mostrato chiari limiti applicativi e non tiene conto delle trasformazioni intervenute anche nella composizione dell’ordinamento e delle carriere del Personale, nei quasi 30 anni dalla sua emanazione. È necessario aumentare la dotazione organica del Personale che opera negli UEPE: è infatti impensabile che presso questi Uffici, ai quali viene affidata la gestione delle misure alternative alla detenzione in carcere, debbano operare solo 314 unità. Il rischio è quello di rendere l’istituto dell’esecuzione penale esterna bloccato o peggio inoperoso. Ancora oggi quotidianamente assistiamo al fenomeno gravissimo e pericoloso della gestione da parte dei colleghi della Polizia Penitenziaria di detenuti affetti da gravi turbe e nevrosi psichiche, è per questo urgente determinare protocolli d’intesa con le Regioni al fine di gestire questa tipologia di detenuti. Nei giorni scorsi è stato avviato il tavolo negoziale da parte del Ministero della Pubblica Amministrazione sul rinnovo del Contratto Nazionale per il Personale non dirigente del Comparto Sicurezza e la stipula del primo Contratto per l’autonoma area negoziale per i dirigenti delle Forze di Polizia, ma nessuno nel Governo ha ancora mostrato concreto impegno ed interesse per chiarire quali somme saranno integrate. La ripartizione dei fondi dal Comparto Sicurezza, ai fini della contrattazione di secondo livello per i FESI dei singoli Corpi, deve avvenire sulla base delle dotazioni organiche degli stessi e non sulla massa salariale, criterio usato fino ad oggi e che penalizza gravemente la Polizia Penitenziaria rispetto alle altre Forze di Polizia. Non è più rinviabile l’esigenza di giungere alla stipula del 1° Contratto Nazionale per la Dirigenza Penitenziaria, sancita dalla Legge Meduri e che dopo oltre 15 anni non ha visto sancite le necessarie tutele economiche e normative per questo Personale. Abbiamo, infine, richiesto di rendere strutturali le misure necessarie per proseguire a gestire il lavoro in sicurezza e completare il prima possibile la campagna di vaccinazione per il Covid, dal momento che anche la Polizia Penitenziaria ha pagato un prezzo altissimo nell’anno appena trascorso in questa situazione di emergenza pandemica”. “Speriamo che le nostre richieste vengano finalmente recepite e diventino impegni concreti e risolutivi- conclude Vespia.

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