“Apprendiamo con rabbia e dolore che ancora una volta un pescatore ha perso la vita sul lavoro: la pesca rimane una delle professioni più pericolose al mondo ed è un triste primato che va assolutamente cancellato”.
Lo affermano il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota con il Segretario nazionale Patrizio Giorni e il Segretario Generale della Fai Cisl Marche Danilo Santini, commentando il decesso di un pescatore tunisino ventiseienne mentre si trovava su un peschereccio della marineria pesarese, impegnato in una battuta di pesca al largo della costa marchigiana.
“L’incidente – continuano i sindacalisti – sarebbe stato causato dallo sganciamento di un’attrezzatura dell’imbarcazione, e nonostante gli immediati soccorsi dei colleghi e della Capitaneria di Porto per il giovane lavoratore non c’è stato nulla da fare. Chiediamo che si faccia piena luce sull’accaduto, ed esprimiamo il nostro profondo cordoglio stringendoci ai cari di questa nuova ennesima vittima del lavoro. Ma vogliamo ancora una volta ribadire che bisogna mettere fine a questa lunga scia di infortuni e incidenti mortali. Ad oggi la pesca rimane un settore sprovvisto dell’applicazione del testo unico sulla sicurezza, e questo gap va assolutamente colmato una volta per tutte in tempi rapidi. Serve un impegno chiaro da parte delle imprese e delle istituzioni per mettere in campo più prevenzione, più formazione per i lavoratori, maggiori controlli e ispezioni, e un sistema penalizzante più severo per le aziende che non rispettano le normative”.
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Marche. Incidenti sul lavoro. Sindacati edili: “In campo per sensibilizzare su sicurezza e legalità”
Nelle giornate odierne in Ancona e in altre Prefetture delle Marche siamo in campo per sensibilizzare la popolazione rispetto al problema degli incidenti sul lavoro. Le luci si sono accese dopo i terribili dati di ottobre e, in continuità con la manifestazione del 26/05, abbiamo deciso di organizzare una manifestazione nazionale a Roma per sabato 13 novembre.
I dati regionali di settembre sono inquietanti, sono 11.929 gli infortuni sul lavoro denunciati da gennaio a settembre di quest’anno, 872 in più rispetto al 2020 (+7,9%), con gli aumenti maggiori che si riscontrano nei trasporti, edilizia e industria. In crescita sia gli infortuni in occasione di lavoro (+5,6%) che quelli in itinere (+24,5%). Infortuni che spesso hanno esito mortale: 25 i lavoratori deceduti dall’inizio dell’anno (4 nel solo settore delle costruzioni) dopo un 2020 in cui ci sono stati 38 morti sul lavoro (di cui 4 nel settore delle costruzioni nonostante due mesi di lockdown).
Il settore, nelle Marche, conosce una crescita importante di tutti gli indicatori (+ 58% ore lavorate, + 27% persone occupate, + 8,61 nuove aziende, + 57% masse salari), ma all’aumentare di questi tornano ad aumentare anche i morti sul lavoro e gli incidenti gravi. La fase espansiva va governata per evitare che gli incidenti siano i veri protagonisti della ricostruzione e della transizione.
Il “dramma sociale” in corso deve diventare una priorità per il paese, questo è anche il motivo che ci spinge a scendere in piazza! Nei cantieri edili occorre un’attenzione costante perché l’aumento delle lavorazioni e la diminuzione dei controlli, insieme alla mancanza di formazione, sono un mix pericoloso per tutti coloro che sono impegnati nel comparto.
Oltre a sensibilizzare tutti i soggetti al tema della sicurezza e della legalità, chiediamo l’introduzione della Patente a punti utilizzando una Banca dati Unica degli infortuni, chiediamo un piano straordinario all’INAIL specifico per i cantieri, chiediamo l’applicazione del CCNL edile a tutti i lavoratori del cantiere (in linea con i protocolli firmati a livello nazionale), richiediamo la pensione anticipata ai lavoratori delle costruzioni (i dati ci dicono che il 30% degli infortuni colpiscono gli over 50, il 70% delle malattie professionali si sviluppa tra i 50 e i 64 anni e che un incidente mortale su 4 è a scapito di over 55 anni). Tutto questo è possibile solo avviando campagne di formazione e di informazione e, ovviamente, investendo in sicurezza e prevenzione. A tal proposito non riteniamo sufficienti le risorse stanziate per l’assunzione di nuovo personale tra ispettorati del lavoro, aziende sanitarie locali e medicina del lavoro, ne servono almeno 8.000 in più.
Oggi i tre Segretari Territoriali di FENEAL FILCA e FILLEA sono stati ricevuti dal Prefetto di Ancona. Durante l’incontro è emersa la condivisione da parte della massima autorità del territorio rispetto alle tematiche trattate e la volontà di proseguire con un tavolo di monitoraggio, che raccolga tutti i settori produttivi, utile a invertire la tendenza degli infortuni che certamente non si addice ad un Paese “avanzato” come l’Italia.