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Puglia. Sindacati: “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro! Il 20 maggio assemblea unitaria di Cgil Cisl Uil per lanciare una campagna di assemblee e mobilitazione. Il 28 maggio presìdi sotto tutte le Prefetture”

Pubblicato il 19 Mag, 2021


“Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro!” È lo slogan che Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato il 12 maggio scorso nel corso dell’Assemblea nazionale unitaria con delegati e rappresentanti per la sicurezza. Farne una questione di emergenza nazionale, che chiama in causa le volontà politiche del Governo nazionale, delle istituzioni locali, dei sindacati, delle associazioni datoriali, che coinvolga tutti i soggetti preposti alle verifiche e ai controlli.
Un appello subito ripreso da Cgil Cisl Uil di Puglia che
il 20 maggio nella sala Guaccero del Consiglio Regionale della Puglia, terranno on line sulla piattaforma zoom, un’assemblea unitaria sui temi della sicurezza, in collegamento in contemporanea con le assemblee che si svolgeranno nei posti di lavoro nelle varie province. E’ previsto il contributo del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, del Presidente del Consiglio Regionale Pugliese Loredana Capone, dell’Assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, oltre a quello delle istituzioni deputate al controllo e alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
A seguire
la mattina del 28 maggio, saranno organizzati presidi sotto tutte le Prefetture di Puglia.
“Si tratta di una campagna che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e tutti i soggetti coinvolti – affermano i segretari generali
Pino Gesmundo, Antonio Castellucci, Franco Busto – ma che ha come obiettivo quello di delineare interventi e azioni da mettere in campo. Lanciamo quella che è stata definita una campagna di re-azione, che chiunque potrà seguire on line sulle pagine facebook e twitter di Cgil Cisl Uil Puglia, fatta di incontri sui luoghi di lavoro ai quali parteciperanno i nostri delegati e rappresentanti per la sicurezza, perché tramite loro siamo impegnati ogni giorno nelle attività produttive come presidio e agenti di quel cambiamento che deve spingere prima di tutto a un cambio culturale: la sicurezza come diritti fondamentale e non costo, il rispetto della salute e della vita delle persone prima del profitto”.
Una regione, la Puglia, che solo nei primi tre mesi del 2021 ha contato circa seimila denunce di infortuni sul lavoro, una media di 63 al giorno, e 13 casi mortali. Di contro i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro certificano livelli di irregolarità altissimi tra le imprese: nel 2020 in Puglia su quasi 8.794 imprese oggetto di ispezione quelle non in regola sono state il 66,65%, con oltre duemila lavoratori in nero scoperti su un totale di 5.200 coinvolti dai controlli.
A livello nazionale Cgil Cisl Uil hanno proposto un Patto per la Sicurezza e che si attivi una Cabina di Regia Permanente alla Presidenza del Consiglio tra Governo e Parti Sociali per monitorare e agire insieme. Una strategia che deve essere finanziata anche con il Pnrr e i fondi per la coesione europei e nazionali e condizionata alle piene garanzie di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, alla regolarità contrattuale e alla legalità.
“Come sindacati confederali abbiamo la nostra piattaforma che illustreremo nel corso delle nostre assemblee e nei tavoli che chiederemo con istituzioni e organismi di controllo – commentano Gesmundo, Castellucci e Busto -. In primis la formazione, anche per i datori di lavoro che intendono avviare un’attività. Iniziare a studiare la sicurezza sui luoghi di lavoro fin dalla scuola. Migliorare il servizio ispettivo, integrando le banche dati, sviluppando i servizi di prevenzione, adeguando dotazione e organici. Ancora, costruire un’anagrafe dei rappresentanti per la sicurezza sui luoghi di lavoro, rafforzando il ruolo del sindacato e arrivando all’obiettivo che nessuna azienda sia senza il Rappresentante per la sicurezza”.
“Partiamo il 20 con un piano di assemblee e di mobilitazione nei luoghi di lavoro e nei territori – concludono i segretari di Cgil Cisl Uil Puglia – per dire basta con questo stillicidio di infortuni, perché dobbiamo creare condizioni affinché il lavoro sia strumento di emancipazione come da dettato Costituzionale, un lavoro per vivere e non certo per morire”

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