Modena, 19 maggio 2020 – Dopo le manifestazioni della settimana scorsa, Cgil Modena-Fp Cgil-Flc Cgil, Cisl Emilia Centrale-Cisl Fp-Cisl Scuola, Uil Modena e Reggio Emilia-Uil Fpl-Uil Scuola Rua hanno scritto una lettera al sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e all’assessore all’Istruzione Grazia Baracchi per chiedere un confronto sul modello di gestione dei servizi educativi 0-6 anni e sul trattamento delle lavoratrici. Ecco il testo:
Lo scorso 17 aprile è stato sottoscritto un accordo tra il Comune di Modena e Cgil Cisl Uil nel quale veniva ribadita la necessità di continuare a erogare i servizi 0-6 anni in una forma integrata. Lo scorso 27 aprile i sindacati hanno sottoscritto con le centrali cooperative e vari enti locali (tra cui il Comune di Modena) il protocollo di intesa per la riprogettazione dei servizi educativi nel periodo di sospensione delle attività educative per emergenza Covid-19, nel quale si ribadisce la forma gestionale integrata dei servizi 0-6.
Da più parti, negli ultimi tempi, abbiamo ascoltato i richiami alla necessità di garantire il sistema integrato nell’erogazione dei servizi 0-6. Ovviamente la forma integrata comprende la coesistenza di una pluralità di soggetti che erogano i servizi ai cittadini. Una pluralità chiamata, in ogni caso, a garantire l’uniformità degli standard qualitativi.
Tale uniformità non si ha invece nelle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. A fronte di analoghe competenze e analoghe professionalità, e di pari qualità di servizi erogati, i trattamenti economici e normativi delle lavoratrici e dei lavoratori sono decisamente diseguali, con scarti retributivi e contrattuali importanti, come è noto.
Bisogna porsi il serio e oramai urgente interrogativo su quali rischi corra il sistema, nella prospettiva di continuare a mantenere quegli standard fin qui conosciuti, se le professionalità e le competenze delle educatrici di nido e delle insegnanti d’infanzia non trovino delle coerenti risposte in termini retributivi e contrattuali.
Qualora non si dovesse procedere a un’equiparazione della qualità contrattuale del lavoro o addirittura si dovesse procedere verso un’ulteriore e progressiva compressione dei diritti e delle retribuzioni, si rischierebbe di mettere una seria pregiudiziale al mantenimento sia della qualità che della esistenza stessa del sistema integrato, al punto da non essere più tale, nel caso di un ritiro progressivo e totale della gestione diretta da parte del pubblico.
Di fronte alla realtà attuale del sistema e nella prospettiva, paventata da molti a quanto pare, di un ritiro del pubblico, è necessario aprire un serio confronto che abbia a oggetto quale modello gestionale si intenda immaginare per il settore 0-6 nella città di Modena, nel presente e nel futuro, e quali condizioni economiche e normative per le lavoratrici e i lavoratori.
Perché una discussione sul futuro del modello gestionale, capace di garantire la salute e la sicurezza dei bambini/e, lavoratrici/ori e delle famiglie, di investire sugli organici, sugli spazi, sulla formazione, sui rapporti numerici, e di rendere coerente, attraverso un percorso condiviso, i servizi erogati con le esigenze emergenti anche alla luce dell’emergenza sanitaria, passa necessariamente dalle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.
Diciamo subito che esistono degli elementi per noi decisivi per il mantenimento della gestione integrata:
1. una parte consistente di gestione pubblica;
2. equiparazione delle retribuzioni e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, secondo il principio che lo stesso lavoro debba comportare la medesima retribuzione e gli stessi diritti.
Per questi motivi, nello spirito costruttivo e partecipativo che ha permesso la sottoscrizione degli accordi sopra citati, in una logica innovativa e di rilancio dei servizi 0-6, siamo a chiedere al Comune di Modena di farsi promotore di convocare un incontro, il prima possibile, dove avviare il confronto sui temi proposti.
Aggiungiamo che, nell’incontro tenutosi nel settembre 2019 con l’assessore Baracchi, le categorie unitariamente avevano già auspicato l’apertura di un confronto sul modello gestionale 0-6 nella città di Modena.