Lo ha detto il Segretario Confederale della Cisl Angelo Colombini al tavolo tecnico di confronto per la campagna di vaccinazione sui luoghi di lavoro, la tutela dei lavoratori più esposti e per il Protocollo sicurezza. “Bisogna accelerare le procedure per la vaccinazione e fare arrivare il maggior numero di dosi di vaccini nei territori. Noi possiamo fare la nostra parte e speriamo che il nuovo protocollo nazionale che andremo a definire nelle prossime settimane abbia alla base la compartecipazione responsabile tra Governo, imprese e sindacati come abbiamo fatto con i protocolli dell’anno scorso. Per quanto attiene all’obbligo della vaccinazione bisognerà coniugare i principi della libertà individuale, sanciti dalla Costituzione, con la specificità di alcune attività lavorative, pensiamo per esempio ai settori di cura e di assistenza degli anziani. Sul protocollo dovremmo specificare soprattutto gli standard minimi ed i requisiti indispensabili affinché nei luoghi di lavoro si possano effettivamente ospitare presidi di vaccinazione sicuri ed efficienti, con la presenza di medici ed infermieri competenti, dispositivi adeguati e soprattutto avere locali idonei per praticare interventi eventuali di medicina d’urgenza.
Per i lavoratori che non possono fare il vaccino per fragilità personali o altre patologie, bisognerà fare in modo che le aziende affrontino il tema con le rappresentanze sindacali sulle soluzioni specifiche da adottare. Non possiamo escludere i lavoratori che rifiuteranno di vaccinarsi dall’attività lavorativa ma dobbiamo concordare insieme soluzioni alternative. Ci sono poi da affrontare sempre attraverso la contrattazione i problemi della garanzia della privacy, come gestire i dati personali, chi paga i costi della vaccinazione e come affrontiamo il tema degli eventuali sintomi nella finestra temporale tra la somministrazione e la post vaccinazione. Deve esserci insomma una collaborazione vera e proficua tra imprese e sindacato per il bene dei lavoratori e per la più ampia e capillare campagna vaccinale nei luoghi di lavoro”.