“Chiederemo al Governo misure straordinarie già a partire dalle prossime settimane per salvaguardare e tutelare il potere di acquisto di salari e pensioni schiacciati dall’aumento dei prezzi, ormai incontrollati, specialmente su beni alimentari e prodotti energetici, e anche per sostenere salari che faticano ad adeguarsi a causa della bassa crescita e della bassa produttività”. Così il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nel suo intervento durante la trasmissione AgoràEstate di Rai 3.
“Le misure che il Governo ha messo in campo in questi ultimi mesi sono importanti, utili, necessarie -ha proseguito Sbarra- ma largamente insufficienti. Ecco perché bisogna agire subito sulla leva fiscale, bisogna operare un taglio strutturale del cuneo fiscale sulla componente del lavoro, bisogna prorogare i bonus dei 200 euro, assicurare un taglio strutturale sulle accise dei carburanti, allargare la platea dei beneficiari del bonus bollette e poi dobbiamo agevolare e rinnovare i contratti pubblici e privati, alcuni dei quali scaduti da anni. Pensiamo sia giunto il momento di imprimere una forte accelerazione, anche per assicurare una forma di detassazione dei salari di produttività, di welfare, del lavoro notturno, delle maggiorazioni. Bisogna utilizzare più interventi e più misure per fronteggiare questa drammatica emergenza“.
“In Italia -spiega il Segretario della Cisl- c’è un problema di crescita salariale e l’indicazione di lavorare sul salario minimo è una buona soluzione se si affronta attraverso la via della contrattazione come ci indica l’Europa. C’è una proposta, la proposta Orlando, che sta venendo avanti dal Governo che per noi costituisce una base importante di confronto. Per esempio si può prendere a riferimento i trattamenti economici complessivi dei contratti maggiormente diffusi e applicati nei settori, nella prospettiva di alzare anche i salari bassi. Però l’illusione che risolviamo con un salario minimo il tema del lavoro povero rimane un’illusione. La precarietà la affrontiamo e risolviamo per esempio assicurando maggiore ore di lavoro ai tanti giovani e donne intrappolate nel part time involontario”.
“Al Governo chiederemo quindi anche il taglio del cuneo fiscale, un intervento che ci può’ aiutare in maniera concreta ad alzare e migliorare le retribuzioni nette dei lavoratori dipendenti, al quale dobbiamo associare anche una misura di piena rivalutazione delle pensioni. Ma ripeto, il cuneo fiscale è solo una delle misure che chiederemo perché bisogna accompagnarla con altri interventi. Bisogna governare l’emergenza e poi bisogna costruire un progetto che prenda in priorità crescita, sviluppo, qualità e stabilità di lavoro. La quantità del taglio è legata alle risorse disponibili. Pensiamo che il Governo, se vuole, può dare un importante contributo per esempio alzando la tassazione ulteriore sugli extraprofitti delle aziende energetiche, alzando la tassazione sulle multinazionali della logistica, dell’economia digitale. Il Governo può rinvestire e redistribuire l’extra gettito Iva.
“Sono preoccupato per una prospettiva che prevede di regolare per legge il salario perché darebbe la stura a molte imprese ad uscire dall’applicazione dei contratti e schiacciarsi sul rispetto rigoroso della legge del compenso orario minimo. Come sappiamo la retribuzione è fatta anche da altri istituti contrattuali, penso alle ferie, alla tredicesima, alle maggiorazioni, alla previdenza complementare. La retribuzione non è fatta solo di compenso orario minimo a 9 euro lordi. Noi pensiamo, come indica l’Europa nella direttiva, che in Italia dobbiamo estendere e rafforzare la contrattazione, e poi bisogna farlo un’operazione verità su tutto ciò che è lavoro povero e precarietà, alzare le ore lavorate per i troppi part time involontari, combattere gli stage, i tirocini extracurriculari, le false partite iva, le cooperative spurie, contrastare il praticantato in molti studi professionali giovani laureati vengono intrappolati con indennità di 300-400 euro. Apriamo una vera discussione su questo: al paese serve più crescita, è necessario rilanciare gli investimenti pubblici e privati per recuperare produttività e redistribuirla e contribuire alla ricchezza nazionale.
“C’è un tema importante nel nostro Paese di crescita salariale che dobbiamo affrontare, che va in collegamento anche con il tema della crescita, del rilancio degli investimenti pubblici e privati. Il lavoro quello vero, ben retribuito, contrattualizzato, arriva se ripartono gli investimenti, a cominciare dal PNRR, sbagliato pensare che con un tratto di inchiostro sulla gazzetta ufficiale o che l’occupazione arriva per decreto. Noi diciamo di prendere a riferimento i trattamenti economici complessivi dei contratti leader e farli diventare riferimento per le lavoratrici e i lavoratori dei diversi settori, al di sotto non si deve scendere e mi pare una proposta di buon senso che sta venendo avanti dal Governo. Su questo -conclude Sbarra- piena disponibilità. Ma in più servono più controlli, più verifiche, più ispezioni nei luoghi di lavoro perché c’è tanto sommerso, tanto sfruttamento”.