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Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale

E’ stato pubblicato da parte del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) il “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale”, anche in risposta al Regolamento ( UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022, pubblicato nella GUUE in data 8 agosto 2022, dopo che il Consiglio energia del 26 luglio 2022 ne ha approvato la proposta presentata dalla Commissione europea per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE attraverso la riduzione dei consumi di gas naturale nel periodo 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023.
Va premesso che questa serie di misure sono costrette dalla situazione di guerra che purtroppo ancora continua dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che sta usando strumentalmente le forniture di gas naturale ai paesi della UE.
Il Piano del MiTE presenta dapprima il quadro della situazione attuale dell’Italia, frutto delle misure che il Governo ha adottato nei mesi scorsi con l’intento di: a) assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022-2023; b) diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.
Per quanto riguarda gli stoccaggi gli “interventi, normativi e regolatori, e la risposta degli operatori coinvolti hanno consentito di raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di circa 83%. Tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno”.
In relazione alla necessità della diversificazione delle forniture “il Governo, in coordinamento con ENI e con SNAM, si è attivato per garantire approvvigionamenti di GNL da nuove rotte, in particolare: sino a 3,5 miliardi di (Standard metro cubo) Smc dall’Egitto, sino a 1,4 miliardi di Smc dal Qatar, sino a 4,6 miliardi di Smc progressivamente dal Congo, e circa 3,0-3,5 miliardi di Smc da forniture in fase di negoziazione da paesi quali Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia”.
Oltre a queste misure è altresì necessario incrementare le infrastrutture a cominciare da quelle mobili come i rigassificatori temporanei galleggianti che dovrebbero essere installati a Ravenna e Piombino, delle cui vicende la cronaca si occupa quotidianamente. L’obiettivo dichiarato dal Governo è quello di avere in esercizio entro i primi mesi del 2023, un primo rigassificatore galleggiante e, successivamente e comunque entro il 2024, un secondo. In base a quanto previsto dal Piano “l’insieme delle iniziative messe in campo consente di sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica”.
In parallelo si dovrebbe procedere anche ad un aumento della produzione di gas naturale e di energia da Fonti di energia rinnovabili (FER) e di gas rinnovabili (biometano e idrogeno). Per questo il Governo conferma gli impegni di decarbonizzazione al 2030. È chiaro tuttavia che le varie misure ed iniziative previste dal Piano siano parte di un percorso avviato, i cui risultati non sono immediati, infatti si afferma che “l’insieme delle misure di diversificazione sopra descritte consentirà nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo, e comunque di ridurre l’uso del gas in generale”.
La riduzione dei consumi e l’efficientamento sistemico restano fondamentali e da qui la necessità del Piano stesso come previsto dal Regolamento UE di cui sopra.
Gli Stati membri sono chiamati ad adottare fra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, misure volontarie di riduzione della domanda per ridurre i consumi nazionali di gas di almeno il 15% rispetto alla media dello stesso periodo di 8 mesi nei cinque anni precedenti, pari per l’Italia a 8,2 miliardi di Smc di gas naturale.
Il Regolamento UE prevede poi delle misure obbligatorie di riduzione della domanda, da preparare in anticipo e da mettere in funzione all’attivazione dello stato di ‘Allerta UE’, che per l’Italia comporterebbero un’ulteriore riduzione dei propri consumi di 3,6 miliardi di Smc di gas naturale.
Le misure previste dal Piano italiano, in parte già avviate, riguardano:
a) la massimizzazione della produzione di energia elettrica, nel settore termoelettrico, con combustibili diversi dal gas (carbone, petrolio, ecc.), oltre che l’accelerazione per l’installazione di impianti di energie rinnovabili;
b) le misure di contenimento nel settore del riscaldamento di case ed uffici, in parte anticipate per quanto riguarda gli edifici pubblici dall’articolo 19-quater del decreto-legge n. 17 del 1° marzo 2022;
c) un insieme di misure comportamentali nell’uso efficiente dell’energia, con anche l’obiettivo di aiutare cittadini e imprese a ridurre i costi della propria bolletta energetica. Queste misure saranno promosse attraverso una apposita campagna informativa istituzionale;
d) il contenimento volontario dei consumi nel settore industriale, su cui è aperto un confronto con le categorie produttive. Tali misure andrebbero a potenziare quanto già oggi comprende il sistema in termini di servizio di “interrompibilità volontaria” nonché gli altri strumenti compresi nel Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale per la gestione attiva della sicurezza nei casi di criticità o di emergenza.
Il protrarsi della guerra causata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina comporta l’assunzione di responsabilità rispetto a queste misure previste dal “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale” presentato dal Governo. Gli effetti positivi si vedranno nel medio termine e si evidenzia ancor di più la necessità di incrementare la produzione di energia da FER e nel contempo procedere ad una diversificazione delle forniture per qualsiasi tipologia di fonte energetica. La questione energetica è fondamentale per tutto il processo di “Transizione ecologica” su
cui l’Italia deve velocemente progredire, non solo quindi in questo frangente che ci obbliga ad una accelerazione nelle scelte e nei comportamenti singoli e collettivi. Tali scelte quindi, seppure obbligate come scritto dalla situazione internazionale, non ci devono far dimenticare che una maggiore sobrietà nei consumi, proprio a cominciare da quelli energetici, sono coerenti con le molte questioni inerenti i temi dello sviluppo sostenibile e la salvaguardia del Pianeta; esse vanno comunque coniugate sempre con la tutela dei lavoratori e delle loro professionalità.

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