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Tavolo confronto riforma Politica di Coesione

Il 15 gennaio u.s. si è svolto il primo incontro del Tavolo di confronto sulla riforma della politica di coesione, convocato dal ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR On.le Fitto.
La convocazione è conseguenziale al fatto che, nell’ambito della revisione del PNRR effettuata dal Governo ed approvata dalla Commissione Europea, è stata prevista la Riforma 1.9.1 Riformare per accelerare l’attuazione della politica di coesione che prevede l’entrata in vigore, entro il primo trimestre del 2024, della normativa nazionale per individuare, nell’ambito dell’accordo di partenariato 2021-2027 e dei singoli programmi in corso, le modalità necessarie ad accelerare e rafforzare l’ implementazione della politica di coesione.

Il Governo ha quindi deciso, per assicurare il dialogo e la cooperazione istituzionale, nonché la condivisione delle azioni necessarie, la costituzione, nell’ambito della Cabina di Regia PNRR, di un gruppo di lavoro tecnico, istituito con DM 29 dicembre 2023, che include le Autorità di gestione dei programmi regionali e nazionali 2021-2027 e che vede anche la partecipazione di una rappresentanza della Commissione Europea.

La prima riunione del suddetto gruppo di lavoro tecnico è quindi stata fatta precedere, per volontà del ministro Fitto, dalla convocazione del Tavolo di confronto con le parti sociali, di cui in oggetto, al quale abbiamo partecipato insieme alle altre sigle sindacali.

Nell’introduzione alla riunione il ministro Fitto ha ricordato che la revisione del PNRR effettuata dal Governo e approvata dalla Commissione Europea ha visto l’introduzione di 7 nuove riforme, delle quali 5 riguardano il nuovo capitolo del REpowerEU, una il sistema degli incentivi alle imprese e una la politica di coesione.
L’obiettivo dichiarato dal Governo è quello di pervenire ad una visione comune e quindi ad un raccordo della programmazione del PNRR e della politica di coesione.
A questo scopo, la convocazione del Tavolo di confronto con le OO.SS. ha avuto la finalità di una condivisione preventiva delle questioni aperte e delle strategie da adottare per la riforma della politica di coesione, che sono poi state affrontate, a seguire, dal gruppo di lavoro tecnico costituito dai componenti delle autorità di gestione e dalle amministrazioni nazionali e regionali che si è riunito immediatamente dopo.

Il ministro Fitto ci ha quindi presentato il cronoprogramma dei lavori che il Governo intende seguire, al fine di allineare tempi ed erogazione dei finanziamenti, che prevede quattro passaggi fondamentali:

• entro fine gennaio 2024 l’emanazione di un Decreto per l’attuazione della revisione del PNRR varata dal governo e approvata dalla Commissione Europea
• entro fine marzo 2024 l’emanazione di un Decreto per la riforma della politica di coesione
• l’adozione di un Piano Strategico per la ZES Unica (Zona Economica Speciale) recentemente varata con il DL 124/2023 (Decreto Sud)
• in base al Decreto “Sud e Coesione”, tramite il quale sono state apportare modifiche all’utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), sono stati stipulati accordi di coesione con le regioni (6 finora) e altri saranno di prossima stipula (ulteriori 6).

Nel nostro intervento come CISL abbiamo evidenziato che, a fronte della complessità degli obiettivi e della molteplicità di investimenti del PNRR e anche rispetto alla Politica di Coesione, è importante adottare un modello di governance univoca e partecipata, in quanto la presenza di differenti fonti di finanziamento aventi obiettivi simili o con ampie aree di sovrapposizione, ma caratterizzate da dotazioni finanziarie, regole contabili, sistemi di governance e approcci alla programmazione diversi tra loro, pone la necessità di coordinamento e coerenza degli investimenti.

In particolare, abbiamo sostenuto che la coerenza tra i diversi strumenti finanziari è rilevante:
§ per evitare frammentazioni, sovrapposizioni o addirittura duplicazioni
§ per garantire l’effettiva addizionalità delle risorse rispetto alla programmazione ordinaria delle spese in conto capitale e realizzare il più rapidamente possibile gli obiettivi di catching-up tra territori.
La piena integrazione tra i fondi della politica di coesione, europei e nazionali, e il PNRR, ribadita anche nella Raccomandazione della Commissione Europea, è per la CISL la via giusta da una parte per assicurare la realizzazione di interventi strategici e qualificanti per i territori, evitando effetti di spiazzamento tra i diversi programmi di investimento, soprattutto in quei settori strategici che oggi sono ancora in sofferenza (acqua, infrastrutture a rischio idrogeologico e protezione ambientale, rifiuti, mobilità sostenibile, energia, business development anche per transizione 4.0 e green) e dall’altra per porre la doverosa attenzione alle ricadute economiche, sociali ed occupazionali.

Il nuovo sistema di monitoraggio del PNRR si estenderà infatti a tutti i finanziamenti europei, dei quali i fondi strutturali della politica di coesione costituiscono la parte principale.

Abbiamo poi sottolineato che il processo di riorganizzazione della politica di coesione deve rapportare l’efficacia delle decisioni politiche alla risoluzione della “questione amministrativa” che ha ostacolato la concreta attuazione delle politiche pubbliche nei diversi contesti istituzionali.

In particolare, abbiamo ricordato come la capacità di spesa italiana in merito alla programmazione europea 14-20 si attesta, sulla base degli ultimi dati ufficiali, intorno al 76%. Ma la valutazione sull’impatto ed efficacia dei Fondi EU (in particolare del Fondo Sociale Europeo) non può prescindere dalla contestualizzazione del momento storico che ci ha visto subire e poi reagire ad una pandemia.
Di fronte a una crisi sanitaria così importante, l’allentamento delle regole e la possibilità che è stata data di riprogrammare le risorse dei fondi sono stati fondamentali per contrastare un così repentino mutamento dell’assetto economico-sociale che ha travolto il mondo del lavoro.

Abbiamo evidenziato che le misure pensate, concordate e realizzate nell’ambito del precedente ciclo di programmazione sono state rese possibili grazie anche al confronto con le parti sociali, sviluppato a partire dai Comitati di Sorveglianza dei diversi programmi, sia nazionali che regionali.

Per converso, abbiamo constatato che l’attuale ciclo di programmazione europea 21-27 registra un ritardo notevole, considerando che i primi comitati di sorveglianza dei Programmi Nazionali hanno concluso le procedure di rinnovo entro il 2023, con due anni di ritardo rispetto all’avvio del ciclo di programmazione, e che ad oggi i pagamenti netti intermedi si attestano intorno al 3%.

Per la Cisl è altrettanto preoccupante il ritardo nella costituzione e/o riattivazione del Comitato con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi, previsto dal nostro Accordo di Partenariato che, a livello nazionale, è formalmente la sede deputata al coordinamento strategico della politica di coesione, la cui ultima convocazione risale al 2019.

Secondo la Cisl l’attenzione va rivolta, in particolare, a tre ambiti:

§ la verifica della “clausola” che prevede che almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente sia destinato alle regioni del Mezzogiorno;
§ gli investimenti della Missione 5 del PNRR “Inclusione e coesione” – Componente 3, che prevede interventi speciali per la coesione territoriale;
§ un approccio integrato tra PNRR e le politiche di coesione del ciclo 2021-2027.
Abbiamo quindi evidenziato che, in tal senso, la misura “Riforma 1.9.1 Riforma per accelerare l’attuazione della politica di coesione”, proposta nella revisione del PNRR, ed oggetto della convocazione del Tavolo di confronto, va nella giusta direzione e abbiamo espresso l’auspicio che questa:

• possa limitare i ritardi accumulati sino ad oggi;
• possa rafforzare ed accelerare realmente l’implementazione delle politiche di coesione;
• possa recuperare quell’approccio di programmazione orientata alla misurazione quantitativa e al riequilibrio del differenziale di fabbisogno di infrastrutture nei diversi territori (attribuita in origine al Fondo di Perequazione Infrastrutturale), pena non centrare l’obiettivo di un Paese più competitivo, socialmente coeso, territorialmente equilibrato.
Abbiamo proposto, al fine di garantire la realizzazione degli interventi del PNRR in sinergia con le politiche di coesione finalizzandoli ad una maggiore equità territoriale, di prevedere, analogamente a quanto avvenuto con il DL 13/023 per la Cabina di Regia, in un apposito provvedimento normativo, un dispositivo

– che riorganizzi la governance delle politiche di coesione e preveda un forte coinvolgimento delle parti sociali
– che richiami e declini anche i principi del Codice europeo di condotta sul partenariato
Finora infatti l’attuazione delle politiche di coesione ha visto una scarsa capacità di coinvolgimento delle parti sociali.

In tal senso ricordiamo che, oltre alla mancata ricostituzione del Comitato con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi 2014-2020, il Sottocomitato Mezzogiorno non viene riunito dal 2017.

Abbiamo di seguito ribadito che il citato vincolo di destinazione del 40% delle risorse PNRR al Mezzogiorno non deve inficiare assolutamente il vincolo di destinazione dell’80% del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), che deve restare intangibile, essendo garantito per legge, e la cui dotazione, se decurtata dalle risorse già assegnate alle regioni, come nel caso della Calabria e Sicilia per il Ponte sullo Stretto di Messina, sul quale ribadiamo la nostra posizione favorevole, dovrà essere prontamente reintegrata e compensata per assicurare continuità e strutturalità agli investimenti

La riforma della Politica di Coesione, che dovrà entrare in vigore entro il primo trimestre del 2024, dovrà tener conto, secondo la Cisl, anche dei principi che sono alla sua base, per non pregiudicare e compromettere la finalità “addizionale” dei fondi, ad oggi troppo spesso utilizzati in modalità “sostitutiva” a fronte della carenza di risorse disponibili per la spesa corrente.

Concludendo il nostro intervento abbiamo ribadito che per la Cisl è importante implementare e rendere strutturale il confronto sulla Politica di Coesione in tutte le sedi deputate, a partire dalle cabine di regia, dalle strutture di missione, fino ai tavoli preposti e ai gruppi tecnici costituiti e costituendosi, non escludendo il coinvolgimento delle strutture territoriali destinatarie delle risorse.

A fronte della nuova dimensione di confronto a livello nazionale determinata dalla inclusione delle parti sociali nella Cabina di regia del PNRR, abbiamo raccomandato l’esigenza di recuperare spazi di confronto “di merito” su questioni specifiche ai tavoli settoriali con i singoli ministeri interessati nonché di rafforzare il confronto sui territori.

In considerazione del fatto che il Regolamento (UE) 2021/1060 prevede, a seguito dei risultati del riesame intermedio, la possibilità di presentare alla Commissione, entro il 31 marzo 2025, modifiche all’Accordo di Partenariato, ci siamo resi disponibili, qualora questa dovesse essere la strada prescelta, a presentare valutazioni più approfondite in merito.

Nella replica conclusiva il ministro Fitto ha richiamato i dati oggettivi del monitoraggio relativo alle risorse della Coesione, forniti dall’ Ottavo Rapporto sulla Coesione della Commissione Europea, dalla Ragioneria Generale dello Stato e dalla Corte dei conti che evidenziano come la percentuale di spesa delle risorse si attesti al 34%.

A fronte di tale situazione, il ministro ha dichiarato che non intende modificare l’accordo di partenariato, ma che prevede di raggiungere gli obiettivi previsti attraverso una diversa modalità di governance della Politica di Coesione, ovvero attraverso il suddetto gruppo di lavoro tecnico, richiesto dalla stessa Commissione Europea, che come detto vi parteciperà con una sua rappresentanza insieme ai rappresentanti di tutte le autorità di gestione nazionali e regionali.

Le riunioni del gruppo di lavoro tecnico saranno precedute da convocazioni del Tavolo di confronto al quale partecipiamo come OO.SS., con lo scopo finale di adottare anche per la politica di Coesione la metodologia del PNRR che prevede certezza delle risorse disponibili e dei tempi di realizzazione degli obiettivi, vincolandoli alla realizzazione dei singoli progetti e ai relativi territori di riferimento.

Da ultimo, a fronte della nostra richiesta di recuperare il confronto con i ministeri interessati, il ministro Fitto ha dato disponibilità a rafforzare il confronto settoriale (ovvero ministero per ministero) su specifici aspetti sia del PNRR che della politica di coesione, prevedendo apposite riunioni della Cabina di Regia del PNRR con la partecipazione di ministri di volta in volta coinvolti.

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