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Attuazione delega in materia di semplificazione dei controlli alle attività produttive: incontro con il Dipartimento della Funzione Pubblica

Il 12 maggio u.s., a Roma presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, si è tenuto un incontro per l’avvio del confronto tra Esecutivo e parti sociali inerente l’attuazione della delega in materia di semplificazione dei controlli alle attività produttive di cui all’art. 27 della Legge 118/2022.
In apertura il Capo Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato che entro agosto 2024 il Governo è intenzionato a emanare una norma che disciplini una nuova modalità per effettuare la verifica delle condizioni di compliance delle imprese, basandosi sul principio della reciproca fiducia. Al centro del nuovo approccio dovrebbe essere collocato il “fascicolo elettronico d’impresa”, contenente tutta la documentazione rilasciata dalla pubblica amministrazione, accessibile anche dalle stesse imprese, progetto già presente nel patto per la semplificazione del precedente Esecutivo Draghi. Sostanzialmente l’obiettivo non sarebbe quello di ridurre i controlli, ma di renderli più efficaci, evitando possibili sovrapposizioni, con conseguente spreco di risorse, e mirandoli maggiormente alle aziende più “a rischio” di reato.
Nel corso del nostro intervento, pur esprimendo condivisione sulla finalità dell’intervento volto ad eliminare i vincoli burocratici, a rendere più efficace ed efficiente l’azione amministrativa riducendo tempi e costi per cittadini e imprese, non abbiamo mancato di rimarcare che è necessario non abbassare la guardia su legalità e rispetto delle regole perché la semplificazione non si traduca in “deregolamentazione”.
Inoltre abbiamo ribadito che il processo di ammodernamento e efficientamento della PA poggia su un elemento insostituibile: il capitale umano.
La digitalizzazione, l’innovazione oltre all’ammodernamento delle strumentazioni tecnologiche necessitano di una revisione dei modelli organizzativi e dei processi interni in chiave digitale e soprattutto dell’acquisizione delle competenze necessarie, sia attraverso gli investimenti formativi opportuni, sia attraverso l’adeguamento degli organici.
Le ormai gravi carenze in organico presenti nella quasi totalità della Amministrazioni Pubbliche, i mancati investimenti in materia di formazione, le retribuzioni non adeguate oltre alla incertezza sulla stabilità lavorativa, rendono sempre meno attrattivo il lavoro pubblico.
Abbiamo, quindi, sollecitato interventi in tal senso dal momento che il rischio è di aggiungere un nuovo quadro normativo a quelli già esistenti, senza poi avere le risorse umane numericamente sufficienti e in possesso delle competenze necessarie per ammodernare e velocizzare il sistema.
Entrando nel merito e pur essendo ancora alle fasi preliminare del confronto, la Cisl ha voluto evidenziare alcuni aspetti per noi fondamentali:
§ La semplificazione dei controlli non può tradursi in una loro riduzione, dato che la probabilità di essere oggetto di verifiche e sanzioni è un fattore ancora dissuasivo del manifestarsi di comportamenti e condotte illeciti da parte delle imprese;
§ è anche nell’interesse di chi rappresenta i lavoratori e le lavoratrici che si combatta l’eccesso di burocratizzazione del rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, fonte di costi ingentissimi da parte delle prime e di come scoraggi l’auspicato incremento degli IDE (Investimenti Diretti dall’Estero);
§ affinché si consegua l’obiettivo di una sburocratizzazione che vada di pari passo con la promozione della legalità è necessario agire tre leve, che per noi sono: mettere un freno al fenomeno dell’iperlegislazione; rivedere gli iter amministrativi, basandoli sul metodo del dialogo con gli interessati, e, soprattutto, evitare che le diverse Amministrazioni operino a canne d’organo. In quest’ultima direzione, anche ai fini di una maggiore efficacia dei controlli è necessario realizzare in tempi brevi l’interoperabilità delle banche dati delle diverse pubbliche amministrazioni, anche utilizzando le risorse già stanziate a tal fine dal PNRR.
Infine, è importante che la riforma in oggetto venga integrata in ciò che abbiamo definito “patto per l’industria italiana”, necessario per far crescere la manifattura del nostro Paese.

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