Decreto Ministra per la Pubblica Amministrazione sul lavoro agile. La posizione della Cisl

Pubblicato il 21 Ott, 2020

20 Ottobre 2020 – Nella tarda serata di ieri la Ministra per la Funzione Pubblica, Fabiana Dadone ha firmato il Decreto Ministeriale con il quale sono state individuate le modalità organizzative per lo svolgimento del lavoro agile nelle Pubbliche Amministrazioni ai sensi di quanto stabilito dall’art.263 del DL n. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio).

Relativamente ai contenuti del decreto di seguito si forniscono alcune indicazioni:

  1. viene previsto che, alla luce dell’evolversi della situazione epidemiologica, fino al 31/12/2020 il lavoro agile costituisce una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa confermando che fino a tale data non è richiesto l’accordo individuale di cui all’art. 19 della Legge 81/2017.
    Il decreto evidenzia che i lavoratori che renderanno la propria prestazione in modalità agile non subiranno penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera (art. 1 comma 4).
  2. le Amministrazioni sono tenute ad assicurare fino al 31/12/2020 le percentuali più elevate possibili di lavoro agile (art. 3 comma 3) fermo restando l’obbligo di disporre su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale lo svolgimento del lavoro agile per almeno il 50% del personale impegnato in attività che possono essere svolte secondo questa modalità.
  3. 3 vengono fornite indicazioni anche relativamente all’utilizzo dei lavoratori “fragili” e del personale sottoposto a quarantena con sorveglianza attiva o di isolamento domiciliare fiduciario, ivi comprese le ipotesi di quarantena del figlio convivente minore di quattordici anni (art. 4).
  4. 4 il lavoro agile si svolge ordinariamente in assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro e in ragione della natura delle attività svolte dal dipendente o di puntuali esigenze organizzative individuate dal dirigente e può essere organizzato per specifiche fasce di contattabilità. Qualora tali fasce non siano individuate il lavoratore ha comunque diritto a tempi di riposo garantiti e alla disconnessione (art. 5).
  5. si dispone che le amministrazioni adeguino i sistemi di misurazione e valutazione della performance alle specificità del lavoro agile rafforzando i metodi di valutazione, improntati al raggiungimento dei risultati e quelli dei comportamenti organizzativi (art. 6).
  6. per quanto attiene le relazioni sindacali si prevede genericamente e come mera possibilità l’attivazione del confronto con i soggetti sindacali (art. 7).

La Cisl sottolinea come, alla luce di quanto sopra esposto appaia evidente il tentativo di intervenire su aspetti riservati alla contrattazione collettiva, un “tentativo, per quanto ci riguarda, inaccettabile”.

La Cisl pertanto, insieme a Cgil e Uil ha prontamente diffuso un comunicatodi critica circa le modalità di intervento e il contenuto delle norme incluse nel decreto stesso. Le tre confederazioni hanno inteso infatti esprimere la loro ferma contrarietà ad una legificazione centralista e senza sufficiente confronto, nonostante la dimostrata disponibilità di parte sindacale a farsi carico della eccezionalità del momento.

“Non siamo però disponibili a giustificare con ciò  – sottolineano Cgil Cisl Uil – qualsiasi prevaricazione nei confronti della contrattazione, che tanto di positivo ha sempre portato nei risultati e nelle condizioni di lavoro, quindi non mancheremo di far sentire la nostra voce in ogni occasione”.

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