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Tavolo partenariato PNRR – incontro con il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale

Con la scelta di un Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e con l’istituzione del “Comitato interministeriale per la transizione digitale” è indubbio che si sia aperto un nuovo ciclo su un tema a cui si affida molto del futuro del nostro Paese.

Non è un caso che uno degli snodi fondamentali del Piano nazionale di ripresa e resilienza sia proprio la Missione n. 1 dove il PNRR investe il 27% del suo valore per un totale di 49,86 miliardi di euro. Un plafond notevole capace di innescare un processo di modernizzazione del sistema Italia considerato che gli indicatori del Digital Economy and Society Index (DESI) ci collocano al 24° posto su 28 Stati membri dell’UE nella classifica della digitalizzazione a causa di vari fattori. La scarsa diffusione di competenze digitali e il ritardo nell’adozione di tecnologie avanzate chiedono, infatti, al nostro Paese di colmare i deficit accumulati che, purtroppo, incidono negativamente sulla crescita e sulla produttività, in particolare quella delle piccole e medie imprese.

La sfida attuale per rafforzare il Paese chiede oggi, di potenziare la relazione fra intelligenze umane e intelligenze artificiali attraverso due traiettorie principali che la Cisl condivide: l’implementazione della banda ultralarga ela trasformazione del sistema dei servizi pubblici.

Va detto che se per la PA il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato anticipato dal DL 76/2020 (decreto Semplificazioni) che recava norme importanti per favorire la diffusione dei servizi digitali, il PNRR ha posto le condizioni per superare gli ostacoli che si frappongono al conseguimento degli obiettivi attesi. Fra questi il basso livello di interoperabilità tra Amministrazioni, una informatizzazione delle varie realtà ancora a “macchia di leopardo”, la mancanza di un progetto complessivo di innovazione organizzativa, una perdurante scarsa attenzione alla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, per non parlare della difficoltà nel dotare il Paese di una adeguata connessione capillare e veloce soprattutto nelle realtà più periferiche.

La Cisl, già in occasione dell’audizione parlamentare sul DL 76/2020, aveva sostenuto l’istituzione presso la PCM della “Piattaforma Digitale Nazionale Dati” che dovrebbe garantire l’interoperabilità dei diversi sistemi informativi. Cosa ancora più importante la realizzazione di un “cloud” nazionale per tutelare l’autonomia tecnologica del Paese a garanzia della qualità e della sicurezza dei dati e dei servizi digitali.

Del PNRR, in particolare, la Cisl condivide soprattutto la volontà di non voler divaricare le scelte tecnologiche da quelle a sostegno dei lavoratori chiarendo che la digitalizzazione non sia solo ed esclusivamente un processo tecnologico, ma un articolato e complesso percorso di cambiamento in cui l’ammodernamento delle strumentazioni non può prescindere da una revisione dei modelli organizzativi e dai processi interni in chiave digitale e soprattutto dall’imprescindibile acquisizione delle competenze necessarie.

Il PNRR lancia, quindi, una sfida su temi che da tempo la Cisl poneva e ribadisce tutt’oggi in calce alle proprie rivendicazioni.

Nel contributo offerto al confronto partenariale, la Cisl ha anche condivisol’approccio del PNRR sul tema della sanità digitale. Per la nostra Organizzazione è fondamentale che il dato digitale e la sua condivisione possano aiutare a rendere omogenei sul territorio gli standard di cura, migliorando il processo di assistenza, riducendo le ospedalizzazioni improprie e supportando i pazienti direttamente sui loro smartphone sulle terapie da seguire o sugli screening raccomandati.

Per prevenire e curare serve disporre dati clinici e la predisposizione di Fascicoli individuali digitalizzati permetterà di gestire la domanda e l’offerta di servizi sanitari da remoto. 

In tal senso la Cisl è fiduciosa che questo possa contribuire a ridurre le lunghe liste di attesa. Positiva, quindi, la previsione di una “Piattaforma di Telemedicina Nazionale” con le previste soluzioni di televisita e telemonitoraggio. Importante, a riguardo, il recente programma teso a omogeneizzare le modalità con cui vengono raccolti i dati clinici sul territorio nazionale unificando i “data models”.

Le slide utilizzate dal Ministro per l’innovazione e la transizione digitale nella sua comunicazione.

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