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Contrasto alla povertà: nuovi criteri per il Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA)

Pubblicato il 15 Mag, 2017

Con il Decreto interministeriale del 16 aprile scorso (in “Gazzetta ufficiale” il 29 aprile) sono stati ridefiniti i criteri per beneficiare del Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA), operativo su tutto il territorio nazionale già da settembre 2016, ed i relativi finanziamenti. Questa misura sperimentale di contrasto alla povertà ‐ che il prossimo anno verrà sostituita dal Reddito d’Inclusione ‐ ha raggiunto un numero di famiglie largamente inferiore a quello potenziale, in buona parte a causa dell’eccessiva ristrettezza dei criteri economici previsti. Essi, infatti, erano stati disegnati in un momento di transizione nel quale le sentenze del consiglio di Stato, che hanno accolto in parte i ricorsi di alcune associazioni dei disabili, avevano modificato sensibilmente l’Isee (circolare del 1° marzo 2016), l’indicatore della condizione economica il cui valore per la famiglia richiedente è determinante per l’ottenimento del SIA. Per non rischiare richieste che andassero oltre i finanziamenti già stanziati, erano stati fissati criteri di accesso assai prudenziali che, una volta aggiustato l’Isee (circolare del 6 maggio 2016), sono risultati troppo stringenti. 
Le principali modifiche contenute nel provvedimento, che sono entrate in vigore il 1° maggio, riguardano: l’abbassamento del punteggio relativo alla valutazione multidimensionale del bisogno; il potenziamento del beneficio per le famiglie monoparentali; alcune facilitazioni per i nuclei con disabili; la possibilità di richiedere il sostegno anche dopo il primo anno. Positivo il giudizio della Cisl che aveva richiesto più volte modifiche in tal senso negli incontri tecnici al Ministero. I dati provenienti dai territori, infatti, indicavano già da tempo un sottoutilizzo delle risorse e dispiace che, di fronte ai pur consistenti bisogni, il provvedimento, una volta delineato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, abbia dovuto compiere un lungo iter con sensibili rallentamenti prima della sua effettiva promulgazione. Un altro elemento che ha determinato una diminuzione o un ritardo di richieste per il SIA da parte dei potenziali beneficiari è stata l’assenza di un’adeguata campagna informativa da parte delle istituzioni centrali e locali. Occorrerà dunque monitorare sul territorio che vi sia una buona informazione sulla nuova normativa e una piena applicazione della medesima, in modo da coinvolgere la maggior parte dei potenziali beneficiari e impiegare, per quanto possibile, le risorse stanziate.
Il provvedimento prevede, inoltre, la prosecuzione della sperimentazione relativa all’assegno di disoccupazione (ASDI) con le medesime modalità e ne definisce i finanziamenti.

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