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Decreto ripartizione Fondo non autosufficienze e Piano nazionale 2022-2024

La Conferenza unificata ha raggiunto l’intesa sul D.P.C.M. di ripartizione del Fondo per le non autosufficienze ed il relativo nuovo Piano nazionale 2022-2024, di cui riportiamo in allegato i testi divulgati ma ancora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento elaborato dalla Rete della protezione ed inclusione sociale è stato oggetto di confronto con le parti sociali, come previsto dalla normativa, già a fine luglio e successivamente perfezionato anche sulla base delle nostre osservazioni.
La nuova programmazione, che potrà contare nel prossimo triennio su un finanziamento rispettivamente di 822 milioni di euro per l’anno in corso e 865,3 milioni e 913,6 milioni per il 2023 e 2024, ha una matrice condivisibile che prevede come obiettivi:

  • l’attuazione graduale dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps), introdotti – grazie anche alla nostra azione di pressione – dalla Legge di Bilancio per il 2022;
  • il rafforzamento del sistema dei servizi sociali attraverso la migliore definizione della governance tra livelli istituzionali e con le parti sociali ed il potenziamento strutturale ed organizzativo degli Ambiti territoriali sociali (con risorse dedicate all’assunzione di personale), nonché l’indicazione di strumenti per favorire l’integrazione socio sanitaria complementari agli obiettivi del Pnrr.
    Molte sono le novità introdotte dal Piano in oggetto e su cui, in occasione dell’interlocuzione avuta con la Rete, abbiamo espresso un giudizio complessivamente positivo. Abbiamo però rimarcato che il provvedimento si caratterizza ancora come normativa di transizione, rispetto alla necessaria riforma complessiva del settore, che non è stata ancora varata nonostante l’impegno da noi profuso e i lavori prodotti dalle Commissioni ministeriali. Riforma che, ricordiamo, siamo riusciti a far introdurre tra quelle previste dal Pnrr e che resta la nostra richiesta prioritaria alle forze politiche e anche al nuovo Governo, dotandola di adeguato finanziamento e rispettando la scadenza prevista di giugno 2023.

    Di seguito riportiamo sinteticamente alcuni degli aspetti innovativi e di maggior interesse per la contrattazione sociale a livello regionale e territoriale del provvedimento presenti e che possono consentire di avviare l’infrastrutturazione del sistema e la garanzia dei servizi essenziali:
  • la declinazione dei livelli essenziali sia di processo (es. accesso, valutazione, piano assistenziale) sia di erogazione (es. assistenza domiciliare integrata, servizi di sollievo e di supporto) per gli anziani non autosufficienti applicativi della Legge di Bilancio per il 2022 e la considerazione degli stessi come obiettivi di servizio anche per le persone disabili (in attesa dei decreti attuativi della Legge delega in materia di disabilità);
  • l’attivazione entro il primo anno di vigenza in tutti i territori dei livelli essenziali di processo come definiti nel Piano che garantiscono la presa in carico delle persone non autosufficienti e, attraverso la programmazione regionale, un incremento annuale percentuale delle risorse destinate ad ogni servizio per l’attuazione dei Leps;
  • la infrastrutturazione dei servizi, investendo una quota vincolata del Fondo (20 milioni nel 2022 e 50 nei due successivi) per l’assunzione di personale a tempo indeterminato da parte delle istituzioni pubbliche indicate dagli Ats (assistenti sociali ed educatori professionali) per rafforzare i punti unici di accesso e la tenuta dei percorsi assistenziali (su questo punto abbiamo fatto inserire un impegno a superare gli attuali vincoli assunzionali);
  • il graduale riequilibrio tra l’erogazione di servizi in via diretta o indiretta (attraverso trasferimenti economici vincolati all’acquisto di servizi da personale regolarmente contrattualizzato o da imprese qualificate) rispetto ai contributi monetari, limitati al solo caso nel quale siano previsti nel progetto personalizzato;
  • lo sviluppo dell’assistenza sociosanitaria specie domiciliare, in accordo con le previsioni delle Missioni 5 e 6 del Pnrr, sia indicando gli aspetti comuni organizzativi previsti da entrambi i sistemi sia operativamente attraverso la definizione di uno schema tipo di accordo interistituzionale a livello locale tra Ats e Distretti sanitari e che vedrà la costituzione di un tavolo tecnico nazionale “ad hoc” per la implementazione;
  • Il superamento – richiesto dalle Regioni – del vincolo del 50% delle risorse per i disabili gravissimi come previsto in precedenza, ma la garanzia prioritaria della copertura finanziaria per gli interventi ad essi destinati, compresi i servizi essenziali previsti per gli anziani non autosufficienti;
  • l’utilizzo dell’ISEE per prestazioni agevolate di natura socio sanitaria per gli interventi contenuti nel Piano, secondo quanto previsto dalla programmazione regionale. Nel caso delle persone con gravissima disabilità le soglie di accesso non possono essere inferiori a 50 mila euro, accresciuti a 65 mila in caso di beneficiari minorenni;
  • l’impulso al rafforzamento del sistema informativo e di monitoraggio per giungere ad un quadro più preciso della condizione delle persone non autosufficienti e degli interventi erogati, per giungere finalmente a ripartire e verificare puntualmente l’impiego delle risorse del Fondo (abbiamo fatto inserire meccanismi più stringenti e l’avvio di un tavolo tecnico con le parti sociali).

Abbiamo richiesto che l’azione di supporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in collaborazione con l’ANPAL per lo sviluppo del sistema dei servizi, attraverso la definizione di modelli e strumenti per qualificare il lavoro di cura, già previsto dalla Legge di Bilancio per il 2022, sia attivato prioritariamente ed in maniera partecipata dalle Oo.Ss. e coinvolgendo gli Enti bilateriali.
Il perfezionamento dell’iter di approvazione del Decreto, attualmente alla firma dei Ministeri interessati, è atteso per la fine del corrente mese, cui dovrà seguire l’approvazione dei relativi piani regionali da inviare al Ministero per attivare il trasferimento dei finanziamenti del Fondo. I piani regionali, come indicato nel provvedimento stesso, dovranno essere anch’essi oggetto di consultazione con le parti sociali, il terzo settore e le organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità ed anziane non autosufficienti, così come la relativa pianificazione territoriale.

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