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DPCM 24/2025 – Il Bonus Tari previsto per i soggetti economicamente fragili o con basso reddito ma con almeno quattro figli. Una nota della Cisl

E’ stato recentemente pubblicato in GU il Dpcm (decreto Presidente del Consiglio dei Ministri) che ha valore di regolamento, sul bonus sociale Tari (tariffa rifiuti). Il provvedimento stabilisce che alle famiglie con Isee fino a 9.530 euro, o 20mila euro se con quattro figli a carico, venga riconosciuto un bonus (analogamente a quanto previsto per l’elettricità, il gas, il servizio idrico) che consiste nella riduzione del 25% della Tari di competenza. Il bonus sarà erogato a decorrere dal 1 gennaio 2025 ed i valori soglia saranno aggiornati ogni tre anni. Per effetto della normativa nazionale, analogamente agli altri benefici agevolativi per gas elettricità e acqua, il bonus è erogato automaticamente sulla base dell’Isee in corso di validità. Il Dpcm stabilisce, inoltre, che per la copertura degli oneri venga istituita una componente perequativa a livello nazionale a carico di tutti i clienti domestici e non domestici. Spetta ad Arera definire la componente perequativa – entro quattro mesi dall’entrata in vigore del provvedimento (fissata al 28 marzo) – che deve rispondere ai criteri di proporzionalità, uniformità sul territorio nazionale, trasparenza nei meccanismi di adeguamento. I Comuni applicheranno l’agevolazione sulla base delle informazioni messe a disposizione da Arera la quale potrà stabilire una gradualità di dodici mesi nell’applicazione del bonus.

Le osservazioni della Cisl

Il Dpcm rientra negli interventi agevolativi per i soggetti maggiormente fragili economicamente, pertanto ha per la Cisl una connotazione positiva.
A differenza degli altri bonus – e per ultimo quello elettrico – questo riguarda una tariffa locale.
La Tari, infatti, deve coprire integralmente il costo del servizio dei rifiuti e i singoli Comuni già applicano riduzioni o esenzioni in base alle loro disponibilità di bilancio.
Questa riduzione aggiuntiva decisa a livello statale (quindi ad un livello di governo superiore) si va ad aggiungere o sovrapporre – laddove già siano state deliberate – a quelle stabilite a livello comunale. Per avere una mappa dell’effetto complessivo bisognerebbe verificare singolarmente ciascun Comune.
Altro aspetto da rilevare è la modalità di finanziamento del bonus che sarà a carico dell’intera platea di utenti domestici e non domestici a livello nazionale: per tutti i soggetti con Isee superiore a 9530 euro e per i “non domestici” (attività produttive in senso lato) si registrerà quindi un aggravio dell’imposizione tariffaria la cui entità non è al momento ipotizzabile.
Vale la pena solo ricordare che la Tari ha un andamento molto differenziato sul territorio con grandi oscillazioni tra diverse località e con importi annuali molto consistenti (Roma, per esempio, ha un costo complessivo del servizio di oltre 700mln euro e tariffe che in media sono di 400 euro anno).
Per quel che riguarda il confronto con i Comuni, sarà opportuno verificare se siano già presenti agevolazioni o riduzioni Tari così da poterne prevedere un coordinamento efficiente. 

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