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Industria. Sbarra: “Serve un piano di rilancio con i fondi del Recovery e risolvere i 130 tavoli di crisi che coinvolgono 250mila lavoratori”

Pubblicato il 7 Apr, 2021

Roma 7 aprile 2021 – Sono  130 le crisi aziendali che giacciono al ministero dello Sviluppo economico “in una condizione di perenne istruttoria e  che coinvolgono 250mila lavoratori“. Lo ha ricordato il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenuto oggi a Rainews 24 sollecitando “uno scatto in avanti, un protagonismo proattivo del Governo e delle istituzioni regionali”.
Secondo Sbarra “bisogna creare le condizioni per salvaguardare da un lato le produzioni, dall’altro i posti di lavoro. Chiediamo che con le risorse del recovery si finanzi e si sostenga un processo di rilancio della politica industriale tanto nelle grandi aziende, nei grandi asset, quanto nel reticolo diffuso delle piccole e medie imprese, nei distretti industriali e nelle filiere. Solo cosi’ si potra’ tenere unita la difesa della produzione industriale italiana”. 

I numeri sul lavoro “non lasciano spazio all’ottimismo. L’Italia è ancora dentro questa grave emergenza economica e sociale e il lavoro è la componente più colpita. Più di un milione di posti di lavoro persi da febbraio 2020 – ha sottolineato Sbarra – la componente che paga di più è rappresentata da donne, giovani e precari. Questa bomba sociale che sta travolgendo il mercato del lavoro va disinnescata. Ecco perché stiamo chiedendo al Governo un’ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti e la continuità della cassa integrazione Covid. Allo stesso tempo un impegno forte per cambiare gli ammortizzatori sociali, avviare le politiche attive del lavoro, finanziare un grande piano per la formazione e far ripartire gli investimenti pubblici e privati”. 
Il Segretario generale della Cisl ha poi sottolineato che con il decreto sostegni “il Governo ha prorogato in modo selettivo il blocco dei licenziamenti. Stiamo chiedendo nelle audizioni nelle commissioni parlamentari che la proroga vada per la durata dell’emergenza sanitaria”. Ha poi aggiunto: “non possiamo accettare ulteriori licenziamenti, bisogna rafforzare le misure di protezione sociale sia in costanza di lavoro che in situazione di disoccupazione“.

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