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Europa. Al via a Göteborg il summit Ue sul Pilastro sociale. Dalla CES i dieci punti per passare ai fatti concreti

Pubblicato il 16 Nov, 2017

17 Novembre 2017 – Prende il via oggi a Göteborg, il Summit dei Governi Europei per discutere della dimensione sociale dell’Europa e dell’adozione del Pilastro europeo dei diritti sociali: 20 punti chiave, volti a definire nuovi e più efficaci diritti per i cittadini ed a costruire così un’Unione europea più inclusiva e più equa. Nel frattempo ieri le Confederazioni dei sindacati europei si sono riunite nella stessa città per confrontarsi ed illustrare quelle che ritengono essere le 10 rivendicazioni necessarie per l’attuazione dei principi e dei diritti del pilastro sociale contemplati dalla commissione europea e per rivendicare pertanto l’esigenza di una dimensione sociale e politiche europee improntate alla crescita sostenibile inclusiva, sostenute anche dalla partecipazione delle parti sociali. I 10 punti saranno oggetto di campagne on line e giornate di mobilitazione, volte a sensibilizzare la cittadinanza sulla dimensione sociale e sollecitare i governi ad impegnarsi fattivamente per l’attuazione del pilastro sociale.

Nel Vertice Sindacale di Göteborg, per la CISL, è intervenuto il Segretario Confederale Angelo Colombini che ha sottolineato l’importanza del dialogo sociale e della partecipazione del sindacato quale elemento di democrazia e di strategia economica, evidenziando come alla valorizzazione della contrattazione e dell’autonomia delle parti sociali occorra promuovere la partecipazione dei lavoratori, che risulta assente nel Pilastro, anche per affrontare adeguatamente le sfide demografiche, ambientali, energetiche e di innovazione della società e puntare sulle leve competitive degli investimenti, della ricerca e sviluppo e della formazione .

Il Segretario Confederale ha inoltre sottolineato l’esigenza di impegno politico delle Istituzioni e Governi nel dare piena attuazione al Pilastro realizzando un effettivo sistema di convergenza sociale verso l’alto e nel rivedere la costituzione economica europea e relativo approccio, passando dal fiscal compact ad un investment compact, nonché la struttura istituzionale stessa , che per la CISL non può che basarsi su un’integrazione sempre più stretta verso la realizzazione degli Stati Uniti d’Europa anche al fine di rivitalizzare il modello sociale europeo e di elaborare politiche rispondenti ai bisogni dei cittadini, ripristinandone la fiducia verso le istituzioni e più in generale nel progetto europeo, quale modello di sviluppo coeso e competitivo anche sul piano internazionale.

Le 10 rivendicazioni della CES sul Pilastro dei diritti sociali

  1. Proclamazione del pilastro dei diritti sociali e attuali direttive correlate (che dovrebbe avvenire al Vertice di Goteborg del 17 novembre – senza il quale ogni ulteriore passo è precluso-, ma anche adozione di alcune iniziative collegate già in discussione come conciliazione vita -lavoro, stessa retribuzione per stesso lavoro e miglioramento direttiva sugli aspetti essenziali del contratto di lavoro)
  2. Piano di azione (per dare concretezza ai principi del Pilastro)
  3. Investimenti adeguati (per dare concretezza alle misure)
  4. Legislazione per rafforzare diritti (e/o crearne nuovi rispetto alle nuove tipologie)
  5. Sostegno di tutte le istituzioni europee (con approccio integrato)
  6. Migliori politiche economiche con raccomandazioni sociali annuali (per bilanciare un approccio esclusivamente economico)
  7. Progresso sociale nel Trattato UE (con una clausola di salvaguardia generale per bilanciare le libertà economiche con i diritti sociali)
  8. Maggiore e migliore dialogo sociale (sia nazionale sia europeo, sia settoriale sia intersettoriale, dal livello aziendale al macroeconomico ma anche sblocco di alcuni accordi non recepiti dalla commissione in alcuni settori)
  9. Rafforzamento della contrattazione collettiva e diritti sindacali (specie in termini di autonomia e interferenza dalla legislazione ed equità nelle retribuzioni e condizioni di lavoro)
  10. Giusta transizione per la digitalizzazione e fine del dumping sociale (con valutazioni di impatto sociale dei processi)

 

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