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Sicurezza sul lavoro. Furlan: “Condizione essenziale in una società civile”

ripetitore telefonicoRoma, 28 Aprile 2018 – “La sicurezza sul lavoro e la tutela della salute sono diritti essenziali in tutti i paesi del mondo”. Lo scrive sul suo account Twitter la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, nella Giornata internazionale della salute e sicurezza sul lavoro, in vista del Primo Maggio che quest’anno avrà al centro il tema della sicurezza sul lavoro. “La Cisl è impegnata in tutti i territori, nelle categorie e con i propri enti per il rispetto della vita e della dignita’ del lavoro – ricorda la leader della Cisl ribadendo che “non si puo’ e non si deve morire di lavoro” 

Già alla vigilia della Giornata internazionale dedicata al tema la leader della Cisl commentando i dati diffusi dall’Inail aveva tenuto a ribadire come la sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro sia “la condizione essenziale in una società civile e sviluppata”.
“L’aumento degli incidenti mortali sul lavoro non è dovuto ad una fatalità – ha ribadito Furlan – ricordando che “nel nostro paese ogni giorno in media tre persone muoiono sul lavoro. Il 10% sono stranieri, soprattutto edili, operai dei porti, della logistica, della chimica, delle aziende agroalimentari, giovani ed anziani. Bisogna investire in nuovi macchinari più sicuri, lavorare di più sulla prevenzione, aumentare i controlli e rendere i luoghi di lavoro sempre meno vulnerabili agli incidenti. Ed anche il sindacato deve fare di più” ha sottolineato. “Denunciare gli appalti al ribasso, l’eccesso di esternalizzazioni, pretendere il rispetto integrale di tutte le norme sulla sicurezza. E’ un problema culturale, di rispetto per la dignità del lavoro che va difeso in questa società sempre più globalizzata ed individualista, come spesso ci ricorda Papa Francesco”.

Dalla sua il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini, ha dichiarato in una nota: “Ha ragione l’Anmil: dobbiamo fare tutti di più sulla salute e sicurezza sul lavoro perchè i dati che ha fornito l’Inail ieri non sono confortanti. Dagli ultimi dati pubblicati nel Rapporto INAIL del primo trimestre 2018 (gen.-mar.), infatti, – ha spiegato- emerge che, se le denunce con esito mortale sono aumentate dell’11,58%, l’aumento è dovuto ad una crescita delle denunce di infortunio in itinere, registrandosi di contro, positivamente, una diminuzione delle denunce di infortunio con esito mortale in occasione di lavoro, in confronto all’anno precedente. La drammatica sequenza, però, degli accadimenti di questi ultimi giorni, dall’inizio del mese di aprile ad oggi, sembra dare un segnale in controtendenza a quanto registrato nel Rapporto trimestrale. Questa situazione è l’esempio evidente di come non si può approcciare al complesso tema della prevenzione solo pensando di agire sull’onda delle urgenze rappresentate dai momenti di maggior concentrazione di eventi drammatici, potendo permettersi di porre in secondo piano il tema delle tutele e della salute e sicurezza sul lavoro ogni volta che i dati sembrano meno drammatici del periodo precedente. La prevenzione efficace è un’azione di sistema che richiede interventi programmatici, svolti in sinergia e perseguiti in modo sistematico e continuativo. Il denunciare da anni la mancanza di una Strategia nazionale di prevenzione vuole dire questo. Vuol dire non avere come Paese una progettazione a medio-lungo termine e, pertanto, una visione chiara di insieme su quali devono essere le priorità da realizzare, i controlli e le verifiche da svolgere, gli interventi mirati da pianificare, prevedendo modalità di collaborazione permanente tra i principali attori, istituzionali e delle parti sociali, impegnati nella prevenzione, a livello nazionale, ma anche sul livello regionale, dove le responsabilità non sono meno rilevanti, tenuto conto del ruolo che la legislazione concorrente oggi ancora gli attribuisce, sia in tema di prevenzione, di salute,che di formazione. Il tempo delle sole analisi statistiche e degli osservatori è giunto al capolinea, occorre agire, operando con interventi concreti ed efficaci, pensando ai posti di lavoro che ogni giorno sono chiamati a confrontarsi con il rischio. Perché, se si perde, non sono le regole che vanno cambiate, ma occorre operare su chi non vuole applicarle nel modo giusto”.


Salute e sicurezza. “Infortuni sul lavoro questione nazionale. Serve maggiore sinergia tra istituzioni, imprese, sindacati”
 
18 aprile 2018. A poco più di 24 ore dall’infortunio di Porto Nogaro, dove durante le operazioni di carico e scarico Flavio Bernardi, è stato accidentalmente colpito da un mezzo che era in fase di manovra perdendo la vita, di nuovo un incidente mortale sul lavoro. Questa volta ad Agrigento: un operaio di 25 anni, Giuseppe Todaro, originario di Bagheria, è morto mentre lavorava alla manutenzione di un ripetitore per la telefonia mobile. “Un’altra tragedia che addolora tutti i lavoratori ed il sindacato. Saremo in piazza il primo maggio per dire: ora basta. La sicurezza nei luoghi di lavoro e’ una emergenza nazionale”. Lo scrive su twitter la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, esprimendo la propri solidarietà e quella del sindacato alla famiglia dell’operaio.
Ed oggi, al termine dell’incontro al Ministero del Lavoro, il Segretario confederale Angelo Colombini ha commentato:  “Fare prevenzione vuol dire avere un approccio metodologico al problema, non reagire sulla base delle emergenze. Oltre agli infortuni sul lavoro, infatti, occorre farsi carico delle tante malattie professionali che ad oggi procurano sofferenza nella vita delle lavoratrici e dei lavoratori, ma soprattutto è fondamentale aggredire il fenomeno dei danni da lavoro nella sua complessità, sapendo che i numeri delle denunce sono solo la punta di un iceberg dalla base ben più ampia che riguarda i tanti casi oggi ancora purtroppo costretti a rimanere sommersi”.
“Le Pmi sono punto nevralgico su cui occorre intervenire con forme di supporto a favore dell’implementazione di buone prassi e con trasferimento di competenze. La formazione dei diversi attori della prevenzione è centrale, ma le competenze ed il cambiamento dei comportamenti non si acquisiscono solo con la quantità di ore, ma con la qualità, la pertinenza e la specificità degli interventi. Basta quindi con gli enti che fanno della formazione solo un business e rilasciano attestati on line. Il ruolo della pariteticità, quale intesa permanente tra le Parti sociali, titolari dei tavoli contrattuali di livello nazionale e locale, in questo senso, è centrale e determinante per fare la differenza. Il finanziamento  per l’Impresa 4.0 non può essere solo a favore della produttività ma anche di un sistema che pone al centro la persona, a partire dal garantire le tutele sul lavoro, indipendentemente dalle tipologie contrattuali, guardando al raggiungimento diffuso e certo per tutti di adeguate condizioni di lavoro, verso il raggiungimento di uno stato di benessere organizzativo permanente, nel sistema privato, così come nel sistema del lavoro pubblico”.

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