“Bisogna essere grati al lavoro straordinario dei medici e dirigenti sanitari soprattutto in questi anni di pandemia. Se il Paese ha retto, nonostante la paura e la limitazione di alcune libertà che credevamo intangibili, è anche grazie a loro”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra al Congresso nazionale della Cisl Medici in corso a Roma. “Ora abbiamo l’occasione di rilanciare il nostro sistema sanitario pubblico, di lasciarci alle spalle il vecchio modello focalizzato sulla patologia e di disegnarne uno nuovo centrato sulla salute e sulla prevenzione. Possiamo recuperare, grazie alle risorse del PNRR, oltre 20 miliardi, il terreno perduto, sbloccando assunzioni e stabilizzazioni, sviluppando i servizi socio-sanitari, estendendo la medicina di prossimità, rilanciando gli investimenti su telemedicina e ricerca, digitalizzando i servizi, ammodernando strumentazioni e plessi ospedalieri. Ma bisogna superare anche i conflitti e le contraddizioni inaccettabili del Titolo V, supportando la non autosufficienza e dando attuazione, da Nord a Sud, ai LEP. Sono davvero inaccettabili le attuali disuguaglianze su salute, servizi e fra i territori. La decisione del governo di incrementare le borse di specializzazione con le 17.400 unità di quest’anno è positiva. Così come sono positivi gli incrementi dell’ultima manovra di bilancio per gli anni a venire, che vanno a compensare il pericoloso imbuto formativo che si è generato negli anni passati. Occorre anche allargare le attuali regole di accesso alle facoltà di medicina, vista anche la consapevolezza dell’età media molto elevata del personale medico (55 anni) e la prospettiva di una carenza di non meno di 52mila medici e 60mila infermieri da qui al 2026”.
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