XIX Congresso Confederale. Sbarra: “Se vogliamo unire il Paese ed aprire una fase nuova di partecipazione e democrazia economica non c’è altra via di in grande Patto sociale”

Pubblicato il 28 Mag, 2022

“Grazie davvero a tutti per aver dato vita a queste giornate, per averle riempite di contenuti, di proposte, di elaborazioni e progetti. Per ogni voce che ha arricchito di un tassello quel mosaico straordinario che si chiama Cisl”. Apre così la relazione con la quale ha concluso i lavori del XIX Congresso confederale, il Segretario generale, Luigi Sbarra. “Questa pluralità, questa militanza, questa voglia di “esserci per cambiare” -prosegue- è la forza della nostra grande comunità. Una rete viva che ha in voi, nei nostri delegati in azienda, nelle nostre Rsa, nelle nostre formidabili Rsu pubbliche e della scuola, che hanno ottenuto nell’ultimo rinnovo un risultato storico. E poi nei nostri servizi, nella contrattazione sociale dei nostri pensionati delle vere e proprie sentinelle della solidarietà. Un motore potente, articolato, complesso, che in questa curva della storia noi vogliamo collegare alla ripartenze del paese. Lo stiamo facendo grazie ai vostri sforzi, grazie al vostro impegno sui territori, nelle categorie, nel sistema servizi. Uno sforzo che, lo vediamo in questi giorni sta dando centralità politica alla nostra azione”.

La Cisl, tutta, oggi è percepita ad ogni livello come sindacato della responsabilità e della partecipazione. Un fatto che ci consegna un compito storico. Quello di promuovere e conquistare nel Pase una governance dello sviluppo incentrata su una nuova cultura della corresponsabilità sociale. Una cultura che finalmente si sta facendo strada nel dibattito pubblico e politico. Questa grande forza ha contribuito a rendere il nostro congresso così importante, così significativo. Un motore potente, articolato e complesso che in questa curva della storia noi vogliamo collegare alla ripartenza del Paese”. E ringrazia tutti i delegati per “gli sforzi” e “l’impegno sui territori, uno sforzo che, lo vediamo in questi giorni, sta dando una rinnovata centralità politica all’azione della Cisl. La nostra organizzazione oggi è percepita ad ogni livello come il sindacato vero”.

“Le parole che il premier Draghi ha voluto rivolgerci ci danno conferme forti sotto questo profilo. Draghi ha indicato la via di una ripresa fondata su una prospettiva coraggiosa e condivisa. Un sentiero che passa dal coinvolgimento piano, stabile, paritario, di parti sociali responsabili e rappresentative. E che ha come esito strategico un’evoluzione delle relazioni sociali ed industriali sul modello Ciampi del ’93. Sono parole importanti quelle pronunciate dal Presidente del Consiglio, parole che raccolgono lo spirito del nostro congresso e l’anima del nostro modello sindacale.

Al governo diciamo che è arrivato il momento di fare un passo in più, anzi due: quello immediato, di merito, della piena attuazione degli impegni presi e poi quello decisivo, di metodo, di un grande accordo che indichi obiettivi strategici condivisi, stabilisca affidamenti e regole certe sul percorso riformatore”. Incalza Sbarra, ribadendo che “i contenuti dell’accordo che vogliamo sono quelli emersi nel dibattito negli approfondimenti di questi giorni”.

“C’è da affrontare il tema di una nuova politica dei redditi. Un’emergenza sociale, ma anche una fondamentale priorità economica, perchè oggi come mai la crescita dipende dall’andamento dei consumi interni. C’è il lavoro pubblico e privato, da valorizzare, da qualificare. Quello tradizionale e quello nuovo e digitale su cui estendere buona rappresentanza, contrattazione innovativa, tutele universali, formazione perpetua.

Parla a tutto tondo il Segretario generale della Cisl ricordando quelle che sono le priorità su cui la Cisl pone l’accento: la lotta alle diseguaglianze, le marginalità sociali, le grandi transizioni energetiche, industriali, tecnologiche e demografiche. Ed ancora del fisco la cui riforma deve andare incontro alle fasce medie e popolari, così come la previdenza che deve essere “dal volto umano, più inclusiva con giovani e donne e capace di garantire a tutti una terza età attiva e generativa”.

Per il Segretario generale la via da intraprendere è quella “di un contratto nazionale per il lavoro, la coesione e lo sviluppo a cui noi vogliamo dare la forma di un nuovo Patto Sociale che rigeneri il tessuto sociale redistribuisca risorse e opportunità, contrasti i divari, costruisca ponti di accoglienza, riconcili le generazioni. E’ la via della partecipazione. Che implica il coraggio delle scelte giuste, anche quando sono impopolari. E’ la consapevolezza che dalla crisi si esce insieme o non si esce. E che per stare insieme bisogna superare una volta per tutte le incrostazioni di un modello sindacale antagonista e massimalista. Se non vogliamo isolare il mondo del lavoro nel momento in cui si decide il futuro del Paese e dell’Europa, se non vogliamo che i processi di riforma siano decisi in stanze chiuse noi dobbiamo esserci.”

Esserci per cambiare anche le modalità di azione sindacale, verso un modello che non rinnega il conflitto, quando è necessario, ma non lo innalza neanche a ideologia, a totem. Che non si accontenta di sventolare bandiere e riempire piazze, ma entra nella proposta e negozia.

“E’ sbagliato elevare tensioni sociali su semplici parole d’ordine, non ci fa arrivare ad alcun risultato, alimenta populismi e demagogie politiche e sindacali che rischiano di relegare in un angolo il mondo del lavoro e alla lunga rischiamo di logorare la stessa rappresentanza sociale. Non è questo il sindacato che serve in questa stagione cruciale”. E rivolgendosi a Cgil e Uil: “Costruiamo insieme il campo riformista di questa nuova cultura del lavoro”

E su questa via “chiamiamo anche le associazioni datoriali. Incalzandole in particolare su tre obiettivi: rinnovare e innovare tutti i contratti, un nuovo ‘Statuto della Persona nel mercato del lavoro, e la terza sfida, forse la più importante da cogliere, la partecipazione”.

“Governo, sindacato e mondo dell’impresa hanno oggi più che mai l’occasione di lavorare insieme per dare anima a relazioni sociali più partecipative e lanciare al Paese un messaggio di fiducia, avendo a cuore il bene comune e uno sviluppo che sia davvero inclusivo e sostenibile”.

“Come ha affermato anche il Presidente della Repubblica Mattarella, il cammino deve essere partecipato e seguire la via del coinvolgimento di tutta lo società nella condivisione delle responsabilità su obiettivi strategici comuni. In Cisl abbiamo una parola precisa per indicare questo sentiero: ‘concertazione‘.

Il congresso che sta per chiudersi mette in evidenza “la rinnovata centralità politica alla Cisl, della nostra organizzazione come sindacato vero della responsabilità, della partecipazione, dell’autonomia, della contrattazione. Questo ci consegna un compito storico, di promuovere e conquistare nel paese una governance dello sviluppo”.

Cronache dal congresso

a cura di CISL TV

Immagini dal congresso

28 Maggio

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Le immagini del quarto giorno (fai click sulla foto per ingrandire)

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