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Dl Dignità. Sbarra: “Contrastare la precarietà richiede politiche di più ampio respiro”

Pubblicato il 3 Ago, 2018
3 agosto 2018 –  “Benchè Governo e Parlamento abbiano tenuto conto di alcune delle perplessità espresse dalla Cisl, restiamo preoccupati per alcune norme del decreto dignità approvato dalla Camera”. Lo sottolinea il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Il provvedimento  senza dubbio è stato migliorato, come richiesto dalla Cisl, durante l’iter parlamentare in  materia di lavoro somministrato. Aver eliminato ed attenuato alcuni  limiti e vincoli che condizionavano l’utilizzo della somministrazione è sicuramente apprezzabile. E’ positivo, ma insufficiente, avere prorogato fino al 2020  l’incentivo  all’assunzione  a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni: si sarebbe dovuto aumentare dal 50 al 100% l’entità della decontribuzione per avere un effetto di qualche consistenza sulla crescita delle assunzioni stabili . Apprezziamo, inoltre, le norme sulle delocalizzazioni selvagge e sui divieti  alla pubblicità del gioco d’azzardo. Restiamo invece critici sull’introduzione, per i contratti a termine, di causali di legge, senza alcuno spazio per la contrattazione collettiva, che invece potrebbe trovare una equa composizione degli interessi tra lavoratori e imprese e ridurre il contenzioso. Siamo, infine, molto preoccupati della scelta di reintrodurre i voucher senza tenere in alcun conto le problematiche specifiche dei settori coinvolti. In agricoltura e nel turismo, infatti,  l’esigenza diffusa, più che di lavoro occasionale,  è di lavoro stagionale, ed esso è già ampiamente regolamentato con il massimo della flessibilità dalla legge e dal contratto collettivo.  L’allargamento dell’utilizzo dei voucher è una scelta che non solo colpisce i lavoratori ma, innescando dumping contrattuale, colpisce anche le produzioni d’eccellenza.  Negli enti locali è già consentito, senza alcun vincolo dimensionale, l’utilizzo del lavoro occasionale per coprire tutte le principali esigenze, quindi la volontà di allargamento appare in totale controtendenza con gli sforzi recenti, legislativi e contrattuali,  volti a ridurre la precarietà nei settori pubblici. In generale il contrasto alla precarietà, che è l’obiettivo dichiarato del decreto, non si ottiene soltanto riducendo le possibilità per le imprese di assumere a termine, ma anche contrastando,  cosa che il Decreto Dignità non fa’ , forme di precarietà e sottotutela ben più gravi, quali le cooperative spurie, l’abuso dei tirocini, le false partite Iva; incentivando in maniera più sostanziosa il lavoro a tempo indeterminato; rafforzando le politiche attive e soprattutto, favorendo crescita e sviluppo. E certamente il contrasto alla precarietà è difficile da conciliare con la reintroduzione dei voucher”. 

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