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Sindacato. Sebastiano Cappuccio eletto nuovo segretario generale della Cisl Sicilia. Furlan: “Il Sud, drammaticamente dimenticato dal Governo”

Pubblicato il 12 Feb, 2019

Milazzo Furlan CappuccioPalermo, 12 febbraio 2019. “Il sud e’ scomparso dalla legge finanziaria, come se attraverso il reddito di cittadinanza si risolvessero i problemi del meridione che invece ha bisogno di investimenti in infrastrutture e reti sociali. Questa questione, drammaticamente dimenticata dal governo, deve essere ripresa”. Cosi’ Annamaria Furlan, Segretaria generale della Cisl, a Palermo, intervenuta oggi a Palermo al Consiglio regionale della Cisl Sicilia che ha eletto Sebastiano Cappuccio quale successore di Mimmo MIlazzo alla guida dell’organizzazione. “L’elezione di Sebastiano Cappuccio all’unanimita’ e’ un fatto importante” ha commentato la leader della Cisl. “E’ la persona giusta per guidare la Cisl Sicilia nel solco di Mimmo Milazzo che ha saputo guidare con saggezza la fase di cambiamento”. Cappuccio, 59 anni, e’ stato eletto, alla presenza della Segretaria generale, dai 180 componenti del consiglio generale che rappresenta i quasi 300 mila lavoratori iscritti in Sicilia alle 19 federazioni di categoria di cui il sindacato si compone. Siracusano e dipendente delle Poste, il neo-segretario ha percorso nella federazione di categoria tutte le tappe della carriera sindacale approdando anche alla confederazione nazionale, a Roma, e alla segreteria regionale, a Palermo. Presente la leader Furlan e l’uscente Milazzo, il neoeletto ha offerto a Musumeci “un poker d’assi per lo sviluppo, attraverso quattro intese Governo-imprenditori-sindacati”. Infrastrutture, Zes, spesa pubblica, Comuni ed enti di area vasta, le priorità del sindacato (…continua su www.cislsicilia.it)

La segretaria generale della Cisl si è quindi espressa circa la proposta del Governo di autonomia differenziata delle Regioni del Nord“L’autonomia e’ prevista anche dalla nostra Costituzione, bisogna capire come si vuole realizzarla. Se e’ un’autonomia che da’ una marcia in piu’ per la crescita e per la coesione sociale o se diventa penalizzante per le regioni che sono piu’ in difficolta’. Riteniamo che vi siano diritti fondamentali per ogni cittadino che debbono avere la stessa possibilita’, che si nasca a Palermo o a Trento”. Incalza Furlan.  “Penso ad esempio all’istruzione, alla mobilita’, alla Sanita’ – ha aggiunto – E’ evidente che prima dell’autonomia c’e’ un tema dei diritti fondamentali delle persone che devono essere garantiti a tutti i cittadini e a tutte le cittadine”. 

Ha poi risposto alle domande dei giornalisti sui temi del momento e sull’agenda sindacale dopo la Manifestazione Nazionale del 9 febbraio voluta da Cgil Cisl e Uil per dire no alle politiche economiche e sociali del Governo.  “La situazione del Paese si è aggravata – ha ribadito. La produzione industriale sta tornando indietro, con un vistoso segno meno, e cala il Pil. L’unica cosa che sale e’ lo spread. Siamo seriamente preoccupati, quindi abbiamo chiesto che il governo si fermi e cambi la sua linea economica perche’ cosi’ ci porta a sbattere” ha sottolineato la leader della Cisl tornando a chiedere un tavolo. “Il governo ci convochi – ha detto. Fino ad ora non abbiamo avuto alcun segnale dal presidente del Consiglio, speriamo che ragionino sulle questioni che abbiamo posto nella Manifestazione Cgil, Cisl, Uil di sabato a Roma dove “insieme con giovani, pensionati e lavoratori abbiamo ribadito le proposte che gia’ avevamo illustrato al premier prima del varo della finanziaria, inascoltati. A questo punto ci aspettiamo una convocazione da parte del Governo”. 

“Questo governo alla questioni serie continua a rispondere con le battute ma il Paese non ha bisogno di battute ad effetto bensì di strategie per la crescita. Inviterei, quindi, soprattutto chi ricopre ruoli istituzionali cosi’ importanti a uscire dalle schermaglie e fare proposte vere”, ha aggiunto Furlan. “Nel nostro Paese l’85% dei lavoratori è coperto da contratti nazionali, territoriali e aziendali. Dobbiamo semmai porci il tema di come coprire il restante 15%. Il governo farebbe meglio a creare una riforma fiscale per rendere più robuste le buste paga: questa sarebbe una cosa cosa seria”.

“Abbiamo tanti tavoli per aziende in crisi in cui il governo e’ assolutamente silente. Questo Paese da troppo tempo, e in questo ultimo anno in modo particolare, non ha una sua politica industriale”. Prosegue Furlan parlando della vertenzaBlutec di Termini Imerese i cui operai per rivendicare la proroga della Cig, l’estensione delle tutele a 62 tute blu rimaste scoperte e il rilancio dello stabilimento,  oggi  hanno di nuovo occupato il municipio di Termini Imerese per mantenere alta la tensione sulla vertenza dopo il presidio di ieri davanti ai cancelli della fabbrica. “Anzi, al contrario la legge finanziaria crea difficolta’ in piu’ per le imprese italiane – ha aggiunto – penso all’ecobonus, si premia quando si acquistano le auto elettriche che non sono prodotte nel nostro Paese e si penalizza l’acquisto delle auto che noi produciamo. Ma penso anche ai tagli terribili su impresa 4.0, sull’innovazione, digitalizzazione. Manca una strategia industriale che e’ quella che chiediamo al governo”. 

Si è espressa inoltre sulla vicenda di Bankitalia: “Si parla di nomi e si vuole ledere l’autonomia” dell’istituto, “cosa inconcepibile”, e invece “non si affronta il problema vero: come si riformano tutte le authority di vigilanza. Usciamo dalle polemiche inutili – e’ l’invito di Furlan -, l’autonomia di Bankitalia non e’ in discussione. Il tema che deve appassionare tutti, invece , e’ come rafforzare gli strumenti della vigilanza e del controllo, in modo particolare quello preventivo”.

Infine un commento relativo all’analisi costi – benefici presentata oggi dal Ministero delle infrastrutture sulla Tav: “E’ a dir poco parziale. E’ tutta basata sul piano dei costi dell’opera e non tiene conto dei benefici sul fronte occupazionale, sociale e di sviluppo complessivo del paese. E’ evidente che si utilizzano tutti gli elementi contro questa importante opera infrastrutturale. Non c’è niente pro Tav, né sulla sua funzione fondamentale per collegare il nostro paese al suo interno ed all’Europa, per le 50 mila persone coinvolte nella costruzione dell’opera, per le ricadute positive per i cittadini e per l’economia complessiva di tutte le regioni italiane. Quanto può durare questa situazione di stallo? E’ chiaro che il Governo si trova di fronte ad una scelta di carattere politico. Prima verrà sciolto questo nodo, meglio sarà per il futuro del Paese” ha concluso..

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